Cosa c’è di meglio di una dark comedy da 20 minuti focalizzata su un duo strambissimo (e mal assortito) di paramedici londinesi? Se si è colti alla sprovvista da questa domanda (lecitamente), si verrà presi di sorpresa anche da questa nuova serie della britannica Sky One perché ha un suo stranissimo fascino.
Nathan Bryon ed il più celebre Samson Kayo sono le menti dietro questa nuova comedy di sei episodi che mette in scena qualcosa di non nuovo ma almeno innovativo. È infatti normalissimo guardare un telefilm in cui medici e pompieri siano i protagonisti assoluti, non è mai stato fatto praticamente nulla però per l’intermediario che porta i pazienti in ospedale: i paramedici. E questa è decisamente un’ottima variante sul tema.
Maleek: “Two years, two years riding with Kevin and nothing like this. One day with Geordie Shore and I’ve had the worst shift of my bloodclot life.”
Wendy: “I’m not taking all the blame for this. We should have just owned up, mistakes happen.”
Maleek: “My team don’t make mistapes, mix-tapes, mis… look, just shut up man!”
LO STRANO DUO
Il titolo della serie merita un breve excursus perché in inglese la parola “bloods” non esiste. Non esiste perché “blood”, letteralmente “sangue”, non ha plurale non essendo un qualcosa di quantificabile, pertanto l’aggiunta della esse finale ha un significato un po’ diverso e storico. Come suggerisce il sempre santissimo Urban Dictionary, “bloods” ha una valenza un po’ diversa e deve essere ripescato dalla sua origina durante la guerra del Vietnam quando alcuni soldati bianchi, una volta ritenuti validi, venivano chiamati così dai soldati afroamericani.
Guardando ai protagonisti della serie, sorge quindi spontaneo rivedere quest’accezione guadagnata da Wendy nel suo primo giorno di lavoro. Wendy è infatti la nuova compagna dell’odiato ed evitato Maleek (Samson Kayo) ed è il nuovo paramedico che deve far coppia con lui e che, fatalità, non sembra essere proprio il tipo di “buddy” che Maleek vorrebbe. Partendo da questo punto status, il pilot si focalizza sul far cambiare idea a Maleek ed enfatizzare le potenzialità di Wendy tanto da poterla idealmente chiamare “bloods”.
QUEL DANNATO BRITISH HUMOUR
Bloods non piacerà a tutti e non vuole nemmeno farlo. Il modo di fare comedy nel Regno Unito è molto specifico e non può funzionare in tutti i paesi, specie se i giochi di parole e le battute frutto di un certo slang londinese fanno parte integrante del prodotto e non agevolano il doppiaggio. Pena la perdita di significato. Ed è un po’ quello che potrebbe accadere in Italia se si esportasse Boris.
La chimica tra Kayo e la Horrocks, anche soprattutto grazie ad una velocità dei dialoghi estremamente elevata, è quel qualcosa in più di cui serie come questa hanno bisogno per convincere gli spettatori alla visione e, successivamente, tenerli attivi. Battute, ritmo, cambi di scena e molte stranezze (su tutte, il continuo tentativo del comandante Jo di rimorchiare un suo dipendente in lutto) catturano l’attenzione del pubblico che prosegue la visione attizzato da tutto ciò. E sapendo che ci sono solamente 6 episodi, questo può sicuramente facilitare la visione e l’inizio alla serie.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Samson Kayo e Sky One non inventano sicuramente l’acqua calda ma, esattamente consci di tutto ciò, si dilettano in una serie di situazioni reali ma vissute da character strambi, ed è qui che nasce la magia. 20 minuti di leggerezza in un mondo di emergenze non sono affatto male.
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.