Noi, I Ragazzi Dello Zoo Di Berlino 1×06 – L’Ultima DoseTEMPO DI LETTURA 4 min

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Disintossicarsi. Questa è la parola d’ordine dell’episodio, come si intuisce dal titolo.
I giovani protagonisti intendono liberarsi dalla tossicodipendenza, o almeno ci provano. Il fatto che decidano di farsi “un ultimo buco”, prima di dedicarsi ai loro velleitari sogni di vivere a Parigi, già la dice lunga sulla loro maturità e sulla serietà dei loro propositi. Purtroppo.
Il sostegno che i ragazzi possono offrire l’uno all’altro è ovviamente limitato, date le loro precarie condizioni psicofisiche. E anche quello delle famiglie arriva sino ad un certo punto, pure a causa di fattori economici.
Diventa complesso rappresentare il percorso fisico e psicologico dei diversi personaggi. Fotografia e sceneggiatura ci provano con esiti non sempre riuscitissimi, come si vedrà più avanti.

Ch-ch-changes!

PERCORSO RIABILITATIVO


Christiane decide di disintossicarsi insieme all’amato Benno. Staranno in casa di lei, assistiti da mamma Karin e dal suo nuovo compagno, Milos.
Nel libro è spiegato chiaramente come la parte fisica della dipendenza sia, tutto sommato, la più facile da superare. Molto più arduo è il lavoro psicologico occorrente per liberarsi dell’influsso negativo dell’ambiente in cui si vive e delle dinamiche malsane derivanti da rapporti interpersonali sbagliati.
Di tutto questo nella serie non c’è traccia. Vengono sì rappresentati i momenti di malessere fisico, ma si arriva alla conclusione che tanto “poi passano”. Da qui la demenziale decisione che dà il titolo alla puntata.
Questa parte della trama regala nuove perle di stupidità da parte di Robert: lascia chiusa nell’armadio la nuova compagna thailandese all’arrivo dell’ex moglie. C’è anche una delle metafore più azzeccate della puntata: l’uccellino che non sa più volare anche se la gabbia è aperta.

PICCOLA STELLA SENZA CIELO


Un trattamento particolarmente duro viene riservato al personaggio di Stella.
In questo show, il problema della droga viene trattato tutto dal punto di vista personale e famigliare. Non si parla di un più ampio quadro politico e sociale, neanche di Berlino divisa in due, al punto tale da non capire bene in quale decennio siano ambientate esattamente le vicende. Quest’ultima scelta, probabilmente, vuole rendere fruibile il discorso ad un pubblico più ampio e più giovane, ma è assai discutibile.
Se, quindi, Christiane e Benno hanno i genitori, Babette – Babsi ha la ricca nonna, Stella non ha nessuno. O meglio, ha l’uomo del negozio di animali, il quale spesso si rivela per lei più di danno che di sostegno.
Il finale di puntata la mostra mentre è in crisi di astinenza e viene soccorsa da un’altra ragazza. Per lei, però, sembra non esserci speranza.

ADDIO AD UN AMICO


Axel muore di overdose. Lascia il rimpianto per come un personaggio potenzialmente interessante non sia stato per nulla approfondito.
Si ignora, ad esempio, come la scena in cui un gruppo di teppisti gli taglia i capelli si inserisca fra la sua promozione sul lavoro e la sua uscita di scena.
La scena al cimitero è di raro squallore: gli amici non riescono a concentrarsi e a rendergli il dovuto omaggio perché sono in crisi di astinenza e urge procurarsi un’altra dose. Resta, comunque, uno dei momenti in cui lo show, finora, ha meglio rappresentato gli effetti devastanti della droga.
La scena di Babsi – Babette col palloncino, invece, poco serve ad ingentilire il momento triste. Meglio Christiane che lo onora in privato col trattamento per capelli al tuorlo d’uovo e cognac (ricetta originale principessa Sissi).
Per Babsi, invece, meglio le scene in cui si mostra il suo rapporto con la nonna.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Metafora dell’uccellino (pur banale)
  • Un paio di passaggi da cui si capisce lo squallore della tossicodipendenza
  • Metafora del palloncino
  • Robert
  • Storia di Axel non approfondita

 

Al termine della puntata, Christiane viene ricoverata in una clinica per disintossicarsi. La vera Christiane Felscherinow è ancora viva, ma ha avuto l’intera esistenza segnata dall’eroina. Un cammino esistenziale dove non sono presenti soluzioni definitive (salvezza o morte). A due puntate dal termine, resta da vedere come questa miniserie tedesca, piuttosto deludente, deciderà di concludere il suo percorso. Ricordando la sequenza di apertura del primo episodio, potrebbe verificarsi la prima ipotesi e la prospettiva non è particolarmente esaltante.
Intanto, lo show si merita qualche schiaffone di esasperazione per le molte occasioni sprecate in cui avrebbe potuto approfondire i personaggi e prendere posizioni più decise. Non si tratta solo di condanna della droga, ma di coraggio nel portare avanti un proprio discorso.

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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