Noi, I Ragazzi Dello Zoo Di Berlino 1×04 – LettereTEMPO DI LETTURA 3 min

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Negli anni ’70 dell’ormai secolo scorso si iniziò a parlare di droga. L’uso di stupefacenti si andava infatti diffondendo sempre più in ogni fascia della popolazione. Ne venivano sottolineati gli aspetti devastanti, per l’individuo e per la società. Canzoni come Lilly di Antonello Venditti fungevano quasi da favole horror di ammonimento, da segnalazione di un pericolo da evitare assolutamente.
Oggi non è più così.
Come hanno rivelato libri come Zero Zero Zero di Roberto Saviano, la droga è semplicemente il business più meraviglioso del mondo. Di nessun altro prodotto la richiesta cresce ogni anno ad un ritmo simile. Questo, molto probabilmente, ha contribuito a rendere meno netta ed efficace la condanna delle tossicodipendenze, e per questo la situazione non è buona.

INIZIANO I GUAI


Si è fatto notare in precedenza quanto la presentazione dei protagonisti di questa serie renda, in molti passaggi, quasi accattivante l’ambiente dei tossici.
Nell’episodio in oggetto (viene da dire per fortuna) si inizia a capire quanto sia pesante il prezzo che i ragazzi devono pagare per pochi momenti di sballo. Sentirsi euforici, soprattutto perché non ci si rende più conto dello squallore dell’ambiente circostante, è una meta da perseguire a costo di vendersi tutto fino a prostituirsi.
Emergono anche danni fisici, come il vomito e i problemi al fegato di Christiane.
La droga, dunque, è un approdo a cui i giovani protagonisti arrivano dopo un percorso costellato di problemi famigliari e mancanza di prospettive. Vedere le storie di Stella e Babette – Babsi, piene del medesimo squallore, per quanto le due ragazze provengano da classi sociali molto diverse.
La stessa droga, però, genera nuovi problemi in cui chi ne è schiavo sprofonda.

INTERMEZZO BUCOLICO


Christiane, ad un certo punto, decide di andare in campagna dai nonni, dove c’è la sua amata cavalla. Qui si può vedere uno dei passaggi in cui lo show è più fedele all’estetica (e forse pure all’etica) degli anni ’70. Un secondo momento perfettamente vintage è l’incontro col padre di Benno, dove arredamento e abbigliamento sono assolutamente d’epoca.
Altre volte, invece, la narrazione si concede licenze poetiche e gioca a mischiare i periodi storici.
La contrapposizione tra città e campagna non potrebbe essere più netta. Dal grigio di acciaio e cemento si passa al sole, al verde e ai campi di grano. La sceneggiatura, comunque, non spinge il pedale sull’acceleratore del melodramma, rendendo la vicenda della cavalla un simbolo d’infanzia e d’innocenza perduta. Se non è un male, non è nemmeno un bene.

IL MONDO DEGLI ADULTI


Il panorama del mondo degli adulti, visto con gli occhi degli adolescenti, risulta particolarmente desolante.
Dovrebbero sostenere e aiutare i ragazzi nei delicati passaggi della crescita, ma ne sono totalmente incapaci. Problemi personali irrisolti a parte, la loro caratteristica principale sembra una: non è mai colpa loro. C’è sempre qualcuno vicino su cui scaricare la responsabilità di quanto avviene. Esempio lampante: se il cagnolone alano viene portato via, la colpa non è della madre di Christiane, la quale preferisce pensare al nuovo compagno, ma del padre. Il quale padre, per non sentire troppa puzza di problemi quotidiani, ha pensato bene di andarsene in Thailandia.
Più in generale, quasi tutti i personaggi sembrano segnati da una marcata incapacità di agire e di reagire.
Quelli che agiscono, invece, lo fanno malissimo, come la famiglia di Babette, rigida e incapace di ascoltare le esigenze della ragazza.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Intermezzo bucolico (anche se pure là i ragazzi fumano)
  • L’incontro col padre di Benno (anche se non nota che il figlio è in astinenza)
  • Si vedono gli effetti negativi della droga
  • Il mondo degli adulti
  • Generale mancanza di mordente

 

La serie continua a puntare molto sull’estetica, mischiando suggestioni provenienti da vari periodi storici. Nella puntata precedente, ad esempio, si sono sentite una cover di Chandelier di Sia e una di Nothing’s Gonna Hurt You Baby, dei Cigarettes After Sex. Le scene in cui i personaggi quasi annegano nel mare, per simboleggiare il loro sprofondare nella tossicodipendenza, sono memori della lezione di Trainspotting.
Non sempre, però, il gioco riesce e l’ispirazione – citazione raggiunge l’effetto voluto.
Nel complesso, la serie manca di incisività. Questo al di là dell’apatico squallore degli ambienti descritti e del fatto che i tedeschi sono tristi, vedere gli ispettori Derrick e Siska.

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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