Noi, I Ragazzi Dello Zoo Di Berlino 1×07 – Quando Arriva La NotteTEMPO DI LETTURA 3 min

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Noi I Ragazzi Dello Zoo Di Berlino 1x07 recensioneDopo un pilot sicuramente interessante e qualche episodio soddisfacente, la serie tedesca di casa Amazon da diverse puntate continua a mostrare evidenti problemi narrativi, che ne affossano la riuscita.
I protagonisti sono ormai definitivamente persi nella spirale della droga, per un finale di stagione ormai prossimo che si annuncia drammatico, salvo improvvise svolte narrative.

LA DIVISIONE DEL GRUPPO


Con la morte di Axel nell’episodio precedente, il gruppo si divide ed ognuno dei ragazzi prende la propria strada, cercando a modo suo di continuare la propria vita tra alti e bassi.
Il personaggio che si allontana di più dal percorso intrapreso è senza dubbio Babsi che grazie all’aiuto della famiglia ricca riesce a disintossicarsi e uscire dal tunnel della droga, forse un po’ troppo in fretta.
E infatti la ricaduta della ragazza nella spirale delle dipendenza è rovinosa, con tanto di un brutale pestaggio subito a causa della prostituzione, attività che le permette di guadagnare per comperare le dosi.
Sono sicuramente scene dure da vedere ma essenziali per mostrare quanto sia orribile e profonda la presa dell’eroina sulla psiche e sul corpo degli eroinomani, disposti a qualsiasi cosa pur di procurarsi la dose necessaria per non cadere in crisi d’astinenza.
Nonostante i tanti problemi di questo prodotto televisivo ed una certa superficialità nell’affrontare tematiche così delicate, almeno a livello visivo lo show certo non si risparmia, mostrando ripetutamente gli effetti devastanti dell’ ero su chi ne abusa e l’impossibilità di farne a meno salvo una volontà ferrea che, al momento, nessuno dei protagonisti sembra avere.

TECNICAMENTE VALIDA…


Il comparto tecnico si conferma, ancora una volta, l’aspetto migliore e il punto di forza della serie tedesca di casa Prime visto che la regia è senza dubbio valida, anche senza particolari virtuosismi, ed in particolar modo spicca la colonna sonora.
Infatti questo penultimo appuntamento, come i precedenti a dire il vero, è caratterizzato da un vasto repertorio musicale con un mix di generi e artisti diversi che caratterizzano al meglio le scene, rendendole maggiormente d’impatto, per una soundtrack sempre ricercata e con abbinamenti perfetti tra le canzoni scelte e le scene proposte.

MA LA NARRAZIONE NON E’ ALL’ALTEZZA


Le scelte autoriali continuano invece a non convincere per niente, ultimo esempio la pessima introduzione, completamente a caso, di un discorso politico sinistroide tramite la detenzione di Stella e qualche salotto marxista berlinese. Così a cazzo de cane.
Inoltre il continuo ripetersi di alcune soluzioni narrative, vedasi Gunther che funge da salvagente per le giovani in difficoltà, annoia lo spettatore e visto l’ampio minutaggio a disposizione è lecito aspettarsi molto di più per una serie che, almeno a livello potenziale, ha a disposizione tanto materiale da cui prendere spunto tra l’opera cartacea e la pellicola cinematografica.
Il risultato è una narrazione che risulta piatta e poco approfondita nonostante le tematiche affrontate sia molto interessanti e abbiano numerosi risvolti sociali, culturali e antropologici. Uno spreco enorme.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La colonna sonora e in generale il comparto tecnico si confermano di livello e l’elemento migliore della serie
  • La ricaduta di Bebsi, scene forti ma necessarie per spiegare la dipendenza e quanto sia difficile allontanarsene
  •  Mettiamo un pò di politica, così a cazzo de cane
  • Alcune scelte narrative alquanto discutibili e diversi situazioni che si ripetono
  • La narrazione continua a risultare piatta e poco approfondita a causa del pessimo utilizzo del tempo a disposizione

 

Questo penultimo appuntamento è pienamente in linea con i precedenti, sia per quanto riguarda gli elementi negativi che quelli positivi, segno di come lo show di casa Amazon sia ormai una grande occasione persa, soprattutto a causa di una narrazione non all’altezza della situazione. La valutazione è una sufficienza striminzita, aspettando il finale di stagione con la speranza che almeno questo sia d’impatto.

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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.

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