Evil 2×10 – O Is For OvaphobiaTEMPO DI LETTURA 5 min

Tutto sommato, sembra esserci una certa correlazione (inversa) tra quanto si sta scoprendo circa RSM Fertility ed il livello di informazioni che il divin trio si scambia vicendevolmente. Più si va avanti e più il gruppo sembra non essere un gruppo, tanto da enfatizzare sempre di più le storyline singole di ciascuno, piuttosto che far leva sulla forza e la solidità che i tre insieme possono generare.
Praticamente è un po’ come se Ben, Kristen e David iniziassero un puzzle insieme e poi gli venisse dato un mucchio di pezzi da risolvere in solitudine, dimenticandosi della “big picture”. Una strategia chiaramente molto facile da usare per una serie tv che fa del non-detto la sua arma più forte ma che, nello schema più razionale delle cose, sembra più un difetto che altro.
E questo è esattamente quanto accade in “O Is For Ovaphobia” visto che il divin trio si ritrova insieme solamente in due scene, una all’inizio ed una nella seconda metà d’episodio, per non più di 60 secondi. Cronometrati. Una scelta che va in controtendenza con la reale necessità dei tre di lavorare insieme e anche di affrontare un problema come team e non come singoli individui. In tutto ciò poi emerge un’altra palese scelta dei coniugi King e dello sceneggiatore di giornata, ovvero Aurin Squire: David Acosta è diventato un personaggio secondario.

GEMELLISSIME

Miss Marie: “Now, Vanessa, think carefully. Do you want a life separate and apart from your sister Maggie?“

Delle tre storyline presentate da “O Is For Ovaphobia”, quella relativa a ben e Vanessa è sicuramente quella più frivola (visto che non ci sono effetti sulla trama orizzontale) e allo stesso tempo anche più esoterica. Come da tradizione di Evil, allo spettatore non è concessa nessuna spiegazione ufficiale ma ognuno può scegliere quella che più lo fa sentire meglio. Chiaramente la seduta da Miss Marie lascia ampio spazio ad entrambe le fazioni, ben rappresentate da Vanessa e Ben, di credere o non credere alla seduta.
Ciò che però lascia interdetti, in senso buono, è la chiamata finale di Vanessa a Ben, chiara conferma che quella con cui stava dialogando Ben fosse in realtà la sorella. Se da un lato si fa fatica a credere che Vanessa sia stata “semplicemente sostituita” dalla sorella nel suo stesso corpo, dall’altro c’è un evidente buco narrativo che vede Vanessa non essere mai a casa per svariato tempo mentre Maggie la sostituisce e anche la totale mancanza di comunicazione con Ben. Ognuno può credere ciò che vuole ma, tendenzialmente, è più facile propendere per lo scambio di gemelli per “usare” Ben piuttosto che alla sostituzione delle due personalità nello stesso corpo.

WHO WANTS TO BE AN INFLUENCER?

Leland: “Edward, I’d like you to meet that friend I talked about. Sheryl.”
Edward: “Hello, Sheryl.”
Sheryl: “Hello, Edward.”
Edward: “I have heard so much about you.”
Leland: “I’ll let the two of you talk.”
Sheryl: “So, uh, what do you do, Mr… ?”
Edward: “Tragoren. I am an influencer.“

La storyline riguardante Sheryl e Leland è improvvisamente diventata molto più intrigante, vuoi per ciò che subisce la mamma di Kristen in questo episodio, vuoi per come ne esce fuori, vuoi per l’arrivo di un inquietante Edward Tragoren. Rispetto alla trama di Ben, questa è molto più inquietante perché riporta prepotentemente in scena Leland e per la prima volta presenta un suo collaboratore che, potenzialmente, sembra più il suo capo.
Tralasciando le scelte sconclusionate e discutibili di Sheryl, la sua arroganza e overconfidence permettono ai King di esplorare un nuovo lato dell’universo di Evil che si attendeva da diverso tempo. Leland, pur nella sua importanza viscerale, sembra evidentemente non il “manager” di questo piano. Il che porta ovviamente a domandarsi se Mr. Tragoren sia la persona in carica oppure un altro ingranaggio nel meccanismo. Qualsiasi sia la risposta comunque si fa sempre più vivida la scelta dei King di dirigersi con più convinzione verso il lato più soprannaturale della storia, allontanandosi da quel credo-non-credo che aveva caratterizzato con vivacità la 1° stagione.
Drogare Sheryl, immobilizzandola ma tenendola conscia per il rituale, è un passo decisamente più lungo della gamba che arriva inaspettato e, giusto per rimanere nella metafora, a gamba tesa sullo spettatore che rimane attonito, confuso ma vorace. Una fame che aumenta a dismisura una volta che Edward e Sheryl escono cantando una canzone dei Flight Of The Conchords da casa Townsend. Scelta molto coraggiosa tra l’altro.

11 OVULI AL PREZZO DI 12

Kristen: “My name is Kristen Bouchard, and this is a court order requiring RSM to immediately return my 12 eggs in your storage facilities to my possession.“

Dulcis in fundo bisogna doverosamente affrontare il discorso “ovuli e coda” che riguarda Kristen e Lexi.
Questa terza trama è collegata chiaramente con Leland vista la cattura della dottoressa, tuttavia non è ancora molto chiara la situazione. Se da un lato c’è un palese interesse di Leland (e del suo capo) di conservare gli ovuli ed utilizzarli a proprio piacimento visto che Kristen ne ha 11 e non 12 ora, dall’altro non è ancora chiaro quale sia lo scopo finale. C’è sicuramente un collegamento e “un’aggiunta” nel DNA dei bambini della RSM Fertility vista la conferma dei denti da vampiro in Lexi ed in un’altra bambina, ma a parte questo non è ancora chiaro molto altro.
E a proposito di Lexi, nello stile peculiare della serie, ecco arrivare l’ennesimo rompicapo per lo spettatore: quella coda è vera oppure no? Anche qui c’è una netta divisione che costringe lo spettatore a credere ciò che più vuole ed anche la vera peculiarità di Evil: si può infatti scegliere di essere più razionali e idealizzare la coda come una suggestione visiva di Lexi che ha chiari problemi con il suo corpo e che infatti è l’unica a vedere la coda, oppure si può abbracciare la teoria cospirativa e paranormale che ovviamente è supportata dai misteri della RSM Fertility.

Come sempre Evil crea più domande che risposte, il che va bene ma a volte si ha la sensazione di aver quasi saltato la visione di una puntata da quanto “non-detto” ci sia. Nel complesso tutto molto bene ma un po’ più di spiegazioni non guasterebbe.