Il titolo dell’episodio poteva far pensare alla coppia di amici poliamorosi dei protagonisti, introdotti nello scorso episodio. I due in effetti vengono coinvolti nelle vicende narrate, ma solo in forma di voce al telefono.
Poli è in realtà Mr. Poliakov, un collega di Mira. Tutta la puntata è incentrata sulla confessione di lei al marito. Mira, infatti, si è innamorata di Poliakov e progetta di andare a vivere con lui a Tel Aviv. Con effetto immediato.
Tra Jessica Chastain e Oscar Isaac inizia così un drammatico duetto destinato a durare circa 40 minuti, praticamente senza respiro.
Lei ci mette tutta la sapienza e l’esperienza di un attrice con alle spalle diversi ruoli di donna molto complessa e tormentata. Lui riesce ad esprimere fisicamente anche quello che il suo personaggio non riesce ad esprimere a parole.
NON SEI TU, SONO IO. MERITI DI MEGLIO.
Non c’è stato un evento particolare a scatenare l’infelicità della donna. Non è stato l’aborto, dice lei, anzi l’interruzione di gravidanza è stata una conseguenza di una situazione ormai compromessa. Si parte quindi con lo snocciolare tutta la trafila dei luoghi comuni che accompagnano tante separazioni. Di quelli in grado di generare irritazione solo a pensarci (vedasi il titolo del paragrafo). Ci vuole davvero una classe infinita per trasformare simili banalità in un pezzo di televisione da cui è impossibile scollarsi. Non solo da parte degli interpreti, ma anche degli sceneggiatori.
Se in Mira c’è stato un cambiamento tale per cui la relazione che prima “le andava bene” e “le serviva” ora la soffoca, si poteva analizzare cosa ha causato il cambiamento. Questo però non viene fatto. Lei sente di dover scappare subito e rifiuta ogni proposta di Jonathan riguardo ad una terapia di coppia.
RELAZIONI VIA SKYPE
Diventa interessante anche seguire i momenti in cui Mira decisamente delira, per i loro riferimenti al mondo di oggi. In particolare quando ipotizza di mantenere i rapporti con la sua bambina mediante videochiamate. A tutto questo, Jonathan sa contrapporre solo attacchi d’asma. Un sintomo psicosomatico per un blocco profondo, da persona abituata sin dalla nascita a imbrigliare rigidamente le proprie emozioni.
Risultato finale: lei parte.
Per gli sviluppi, occorrerà attendere le prossime puntate. Per una decisione così impulsiva e frettolosa, comunque, non è da escludersi un altrettanto repentino ripensamento.
NIENTE ORPELLI
Per sottolineare i meriti di scrittura e recitazione si può inoltre far notare l’assoluta mancanza di qualsiasi decorazione o lucidatura. Gli ambienti sono piuttosto scuri, i colori neutri, con la presenza di tocchi di colori più marcati solamente negli abiti della bambina.
La vicenda avviene praticamente tutta nella stessa stanza, rendendo l’esperienza di visione molto teatrale.
Nulla, quindi, aiuta attraendo l’occhio e distraendolo dai personaggi. Sono loro, con i loro dialoghi da Casa Di Bambola, sempre praticamente nella stessa stanza, ad avere l’onore e l’onere di parlare al pubblico senza annoiarlo. Nel caso in oggetto, come si diceva, ci riescono perfettamente. Il loro dolore emerge chiaro e forte.
I due protagonisti hanno dichiarato di essere amici anche nella vita, per questo riescano a trovarsi a loro agio e a capirsi bene sul set. Questo nonostante la difficoltà degli argomenti proposti.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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A questo proposito, proporre sempre le prime scene con il “dietro le quinte”, far vedere l’entrata in scena degli attori può sembrare un accorgimento cervellotico da intellettuali minimalisti. Invece non toglie nulla all’autenticità di quanto rappresentato. Probabilmente, è merito del contenuto, come si diceva, difatti vengono portati sotto i riflettori dialoghi e situazioni facenti parte dell’esperienza comune, in cui lo spettatore si può ritrovare.
La serie, forse, non è proprio per tutti. Ha ambizioni autoriali e un impianto teatrale classico non certo pensati per accattivarsi il grande pubblico. Siccome però il difficile bersaglio viene ampiamente centrato, merita il voto massimo.
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).