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Scenes From A Marriage 1×03 – The Vale Of TearsTEMPO DI LETTURA 4 min

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Come nei primi due episodi i colori continuano ad essere neutri, a tratti cupi, e la scena resta essenzialmente teatrale con lunghe riprese ambientate nella stessa stanza. Effetto, quest’ultimo, amplificato dal continuo alternarsi dei monologhi di Mira e Jonathan.
La seconda puntata si chiudeva con una prima reazione viva, sentita, da parte di Jonathan che apre invece “The Vale Of Tears” con la pacatezza che fin dal pilot sembra contraddistinguerlo. Viene, infatti, inquadrato mentre rassetta il salotto e pochi attimi dopo si comprende che era impegnato in tale azione per ospitare Mira, la quale gli si presenta, da lì a poco, sulla soglia della porta di casa raggiante come mai vista finora.
Come in “Poli” c’è stato un passaggio temporale significativo, dal quale però la narrazione e lo spettatore vengono esentati, approdando direttamente ad una situazione di svolta. Mira nota alcuni cambiamenti apportati da Jonathan alla casa, i quali sono palesemente una conseguenza della catarsi che lo ha altresì portato a riavvicinarsi alla sua religione (ebraica) – dalla quale si era allontanato in gioventù – proprio nel tentativo di recuperare dei valori e delle radici ormai persi dopo l’improvviso allontanamento della moglie.

UNA QUESTIONE ATTUALE


Ancora una volta non mancano abbracci, gesti e sguardi al posto delle parole che, probabilmente, procurerebbero solo ulteriori danni. Infatti, nonostante lo scopo di questo incontro fra i due sia esattamente quello di parlare, non appena iniziano a confrontarsi – dopo che Mira sgancia a Jonathan l’ennesima notizia bomba – ci vuole poco affinché i toni si riscaldino e la conversazione diventi impossibile.
Questa impossibilità di dialogo tira in ballo una questione della società odierna, ossia l’incapacità un po’ generale, tipica del XXI secolo, di comunicare in maniera efficace. Difficoltà, questa, alimentata dall’eccessiva abitudine di affidarsi alle chat dei vari social e tutto ciò che essi mettono a disposizione dei rapporti umani 2.0, i quali si sviluppano, vengono vissuti e terminano per lo più virtualmente.
Un tema altrettanto contemporaneo è quello dell’evasione, sia fisica che mentale, dalla realtà. Un atteggiamento che per Mira è diventato uno stile di vita: cambiamenti drastici e silenzi imposti sono la sua unica soluzione ai problemi che – in fin dei conti – lei stessa crea, a sé e agli altri. Tuttavia, Jonathan tenta di riportarla coi piedi per terra anziché farsi convincere, in virtù dei sentimenti che ancora nutre per lei, ad adottare lo stesso modus operandi.

ODE ALLA SOLITUDINE


Nonostante il glow up, la Mira “rinata” dalla sua relazione con Mr. Poliakov appare lontana dalla nuova vita di lusso alla quale ha piuttosto imparato ad adattarsi, proprio così come aveva dichiarato di aver fatto con la sua relazione coniugale. Quest’atteggiamento fa emergere una sua probabile mancanza di una solida personalità anziché sembrare – come lei stessa vuol far credere – una conscia realizzazione del misero stato esistenziale in cui l’essere umano, irrimediabilmente, versa durante il suo temporaneo soggiorno sulla terra.
In barba al più comune dei cliché (quando si parla di separazione, divorzio et similia), in questa circostanza di crisi il problema è effettivamente la persona che l’ha causata e non la controparte quasi inerme. Eppure, paradossalmente, quando Jonathan le propone il divorzio, Mira sembra infastidita, anzi, inspiegabilmente gelosa, dati il suo essere così concentrata su sé stessa e la sua carriera. Al che, non con sorpresa e con fare passivo-aggressivo, lei non esita a chiedergli della sua vita sentimentale, lui però evita di pronunciarsi in merito ponendo fine al play and catch di Mira.

WHATEVER WILL BE, WILL BE


In maniera doppiamente narcisista, dopo aver a lungo parlato di sé, Mira viene distratta dalla sua stanchezza nel bel mezzo di un discorso di Jonathan senza dedicargli la dovuta attenzione. D’innanzi all’ennesima mancanza di rispetto, la serata viene costretta a volgere al termine, ma Mira, scusandosi, lo supplica di continuare a confidarsi con lei. Da tali confessioni escono fuori riflessioni che la lusingano, ragion per cui con l’impulsività che le appartiene, si getta fra le braccia di Jonathan che però, a differenza di lei, avendo messo in atto un percorso di crescita e guarigione emotiva (grazie al supporto della psicoterapia), si impone di non far mutare l’abbraccio in qualcosa di cui potrebbe pentirsi.
Per la seconda volta nella stessa sera Mira si vede negare il flirt che, forse per noia, tenta di portare avanti. Tale ipotesi è alimentata dal fatto che non appena viene a galla la frequentazione di Jonathan con una certa Laura, Mira – scorgendo all’orizzonte potenziali responsabilità e complicazioni – cerca ancora una volta il distacco. Insomma, un atteggiamento degno del più spicciolo love bombing ma inserito nella trama con una maestria tale che evita di far dividere il pubblico in due distinte fazioni, tra sostenitori di Mira e quelli di Jonathan, spingendolo piuttosto a desiderare il loro ricongiungimento.
La chiusura dell’episodio viene affidata, però, al messaggio inaspettato di un personaggio che resta invisibile.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Evoluzione emotiva di Jonathan
  • Recitazione e sceneggiatura di alto livello
  • L’autocommiserazione e l’egoismo di Mira
  • Il tira-e-molla che ha caratterizzato questo appuntamento fra i due (quasi) ex coniugi.

 

Ormai a metà degli episodi totali (cinque) di Scenes From A Marriage, l’impostazione teatrale e monologica delle riprese potrebbe non essere più un pregio (almeno per i meno amanti del genere), ma questa sorta di ridondanza viene compensata dall’innegabile bravura degli attori protagonisti (Oscar Isaac e Jessica Chastain) che fanno aggiudicare, nuovamente, alla serie il massimo dei voti.

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Amante della letteratura, decisamente meno della matematica, procrastinatrice seriale la cui unica costanza nella vita è la pizza. Giunge a Recenserie per mettere a tacere i sensi di colpa del troppo tempo speso a guardare serie TV anziché studiare e farsi una carriera.

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