Hijack 1×01 – Final CallTEMPO DI LETTURA 5 min

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Hijack 1x01 Recensione

“Let me just tell you where I’m at, okay? Let me tell you where I’m at with this, all right? I don’t care about any of those people. I just wanna get home to my family. So here’s what I’m gonna do. I’m gonna help you”

I dirottamenti aerei sono un tema in grado di suscitare un profondo interesse nel mondo del cinema e delle serie tv. Sono presenti, infatti, molteplici ingredienti che possono portare alla realizzazione di un prodotto soddisfacente. Generale senso di claustrofobia, scene di azione confinate in uno spazio angusto, interazioni continue tra i personaggi, narrazione sempre concentrata sulla storyline principale, con poche possibilità di digressione. Le premesse, dunque, sono sicuramente incoraggianti.
A volte, inoltre, sono state realizzate opere basate su dirottamenti avvenuti nel mondo reale. Si pensi, ad esempio, a United 93 – nominato a 2 Premi Oscar – il quale ricorda la vicenda del quarto aereo dirottato l’11 settembre 2001, l’unico a non aver raggiunto l’obiettivo grazie alla ribellione dei passeggeri. Sono poi presenti opere di fantasia come 7500 e The Plane. Sulla scia di questi ultimi prodotti, il 28 giugno Apple TV+ ha rilasciato i primi due episodi di Hijack, una miniserie di 7 episodi creata da George Kay (Criminal, Litvinenko, Killing Eve) e Jim Field Smith (The Wrong Mans, Criminal, Litvinenko). Kay si è anche occupato della sceneggiatura dei primi due episodi, mentre Smith ne è stato il regista. Il protagonista è il passeggero Sam Nelson (Idris Elba: Luther, Beasts of No Nation, The Dark Tower), un esperto negoziatore che assiste le multinazionali durante trattative di alto livello.

TERRORE A BORDO


Il plot alla base di Hijack è piuttosto semplice e lineare. All’interno di un volo di linea da Dubai e Londra, un gruppo armato di uomini e donne prende il controllo dell’aereo. Nel corso del pilot, le motivazioni dei dirottatori non sono esplicitate. Al contrario, tutto ciò che viene rivelato è il nome di uno dei rapitori, ossia Marcus (Jasper Britton: Garrow’s Law).
Come prevedibile, la stragrande maggioranza dei 46 minuti è ambientata all’interno dell’aereo e si occupa del racconto delle prime fasi del dirottamento. Tuttavia, sono presenti due storyline esterne all’aereo, ma fortemente collegate a esso.
La prima storyline riguarda l’ex moglie di Sam, Marsha (Christine Adams: Marvel’s Agents of S.H.I.E.L.D., Counterpart). Dopo essersi separata con Sam, Marsha ha intrapreso una relazione con un detective della polizia londinese (Max Beesley: The Outsider). In virtù del suo lavoro, e di un messaggio di avvertimento inviato da Sam, il detective sarà probabilmente colui che informerà il mondo del dirottamento in atto.
La seconda storyline, dai contorni ancora misteriosi, riguarda l’addetta all’aeroporto di Dubai che riceve una telefonata in cui le viene detto di scappare dall’aeroporto. Stando a quanto visto nel pilot, tutti i rapitori sono cittadini britannici. Questa storyline, tuttavia, potrebbe ampliare la rete dei cospiratori e delle loro motivazioni.

AIUTARE I DIROTTATORI


In una visione tradizionale di show di questo tipo, l’idea è che il protagonista faccia di tutto per sconfiggere i dirottatori. Hijack, almeno all’apparenza, sembra voler percorrere una strada diversa.
Sam, infatti, è un esperto negoziatore che viene chiamato dalle multinazionali quando si tratta di gestire una trattativa o implementare un accordo. Dato che i dirottatori non sembrano motivati dal desiderio di compiere un attentato, Sam decide di aiutarli a compiere il loro piano.
Come nella più classica delle rapine, l’idea è infatti che gli assalitori non abbiano interesse a uccidere gli ostaggi. Di conseguenza, la scelta razionalmente ottimale sarà collaborare con loro e garantire il successo del loro piano. In altre parole, ciò vorrà dire tenere a bada i circa 200 passeggeri a bordo. Tra bambini rumorosi e persone che pensano a folli gesti eroici, la sensazione è che Hijack metterà a dura prova le doti negoziali del protagonista.

PREMESSE E POTENZIALITÀ


Nel corso del pilot, lo show ha delineato con chiarezza i propri punti di forza e le proprie ambizioni. In primo luogo, come descritto in precedenza, Hijack si discosta da opere come United 93 in quanto rimuove la componente intrinsecamente politica (e terroristica) dei classici dirottamenti. Il dirottamente in questione,  infatti, ricorda molto più una rapina in banca che un atto terroristico.
In secondo luogo, la presenza di Idris Elba conferisce un assoluto valore aggiunto allo show. Nonostante le poche battute a sua disposizione, l’attore è stato in grado di conferire fascino e carisma al suo personaggio. La speranza, di conseguenza, è che gli interpreti dei villain – o quantomeno il capobanda – si rivelino alla sua altezza.
Molto lodevole, inoltre, è la scelta di far svolgere le vicende – dal momento del dirottamento in poi – in tempo reale, sfruttando uno schema narrativo già utilizzato in show come 24. Ciò vuol dire, in altre parole, che un minuto di puntata equivale a un minuto all’interno dell’aereo.
Nel complesso, lo show sembra avere lo scopo di essere un piacevole e appassionante thriller estivo, nonostante le scene di azione pura saranno limitate in favore delle negoziazioni condotte da Sam. In ogni caso, per un prodotto di questo tipo, l’obiettivo principale deve essere l’intrattenimento dello spettatore. Il giudizio su Hijack si definirà in base al raggiungimento di tale obiettivo.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Idris Elba
  • Il plot alla base dello show è semplice, ma di grande impatto
  • Ci sono tutte le premesse per un classico thriller estivo di buon livello
  • L’idea di far collaborare il protagonista con i dirottatori
  • Le scene di azione saranno probabilmente sostituite dalle negoziazioni di Sam con tutte le parti in causa
  • Narrazione in tempo reale
  • Il rischio, in show di questo tipo, è che la narrazione risulti piuttosto piatta e non in grado di intrattenere lo spettatore. 

 

Come ogni anno, è arrivato un bel thriller per sopportare meglio il caldo estivo. Di certo non ci si può lamentare.

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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.

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