Ci si sta avvicinando a grandi falcate verso il finale di stagione (e forse di serie), quindi era lecito aspettarsi un’accelerazione, accelerazione che arriva ma che non è esattamente come ce la si sarebbe potuta aspettare.
Si certo, c’è un intreccio di scelte difficili, tradimenti e alleanze che rimescolano le carte in tavola; certo, Dwight si trova sempre più solo, mentre gli altri “villain” si muovono su scacchiere personali che si incrociano solo in parte con la trama principale; però la sensazione che tutto sia ancora molto “distante” è innegabile.
Ci sono certamente alcuni spunti interessanti ma il ritmo della puntata non agevola di certo la tensione che si sta provando a far crescere, anche se si capisce il perché dato che ci sono altri due episodi da gestire.
L’ISOLAMENTO PERSONALE DI DWIGHT E TYSON
La decisione di Dwight di rimandare sua figlia Tina a New York segna un momento cruciale per il personaggio che, pur di preservare la sua sicurezza e garantire la stabilità del suo nuovo business a Tulsa, sacrifica il rapporto diretto con la figlia, accettando a malincuore una separazione che lo lascia emotivamente vulnerabile. La scelta sottolinea il tema centrale della stagione: il costo umano delle sue ambizioni e delle sue priorità, chiaramente identificate in un mix di soldi, potere e riscatto.
L’isolamento di Dwight è simile anche a quello di Tyson, la cui evoluzione come character è uno degli aspetti più interessanti dell’episodio (e anche della stagione). Il ragazzo, un tempo ingenuo e impulsivo, è ormai profondamente immerso nel mondo criminale di Dwight. Le sue scelte, sempre più dettate dalla lealtà verso il suo mentore, sollevano domande sul prezzo che dovrà pagare per la sua crescita. Il personaggio si trova a un bivio, in bilico tra il desiderio di affermarsi e i rischi di un futuro incerto.
Questa trasformazione aggiunge profondità al personaggio, ma l’episodio lascia intendere che la sua lealtà potrebbe non essere ripagata con la stessa moneta. Tyson appare sempre più consapevole dei compromessi che questa vita richiede e la sua crescente indipendenza potrebbe portarlo a scontrarsi con Dwight.
IL CAMBIO DI ALLEANZE
Uno degli elementi più intriganti dell’episodio è il cambio di alleanze tra Cal Thresher e Bill Bevilaqua. Cal, messo spalle al muro e con la pistola i mitra puntati da Jackie Ming, si ritrova costretto a stringere un patto con Bevilaqua di Frank Grillo. Questa nuova collaborazione promette di ribaltare gli equilibri della serie, con un antagonista che ora si trova in una posizione di maggiore controllo e un quid pro quo che sta finalmente venendo risolto.
L’evoluzione di Cal e la pressione esercitata da Ming portano a un’inaspettata unione che sembra destinata a complicare ulteriormente la vita di Dwight. La scrittura riesce a gestire con abilità queste dinamiche, lasciando il pubblico con un senso di tensione e aspettativa per i prossimi sviluppi.
ARMAND CHI? CHICKIE WHAT?
Bisogna poi affrontare un argomento più delicato, ovvero la gestione dei personaggi secondari che mangiano minutaggio nella puntata, tra cui quello dedicato ad Armand “Manny” Truisi risulta meno interessante.
Nonostante le buone performance recitative, la sua storyline sembra è marginale rispetto al cuore della serie, il suo tempo sullo schermo non aggiunge molto al complesso intreccio di Tulsa King, rischiando di appesantire un episodio già ricco di eventi che, tra le altre cose, si conclude su quello che vorrebbe essere un cliffhanger con lui protagonista ma di cui a nessuno interessa niente.
Decisamente più coinvolgente è invece la storyline dedicata alla famiglia Invernizzi, anche se fisicamente distante dalle vicende di Tulsa. Chickie viene fatto fuori in modo sorprendentemente elegante, grazie a un accordo tra i membri della famiglia e una serie di manovre orchestrate da Vince. Questo colpo di scena non solo elimina un personaggio problematico (che sicuramente ritornerà in qualche modo), ma rafforza la figura di Vince come uno dei giocatori più astuti della serie.
La dinamica familiare degli Invernizzi, pur rimanendo separata dalla trama principale, offre un interessante contrappunto al caos di Tulsa. Qui, la freddezza e il calcolo strategico dominano, dimostrando che non tutte le lotte di potere devono passare attraverso sparatorie o tradimenti espliciti.
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“Under New Management” mescola discretamente momenti di tensione e introspezione, con Dwight che si trova sempre più solo e le alleanze che si ridefiniscono in modo imprevedibile. Nonostante alcune storyline meno incisive, l’episodio prepara con intelligenza il terreno per un finale di stagione che promette grandi emozioni.
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.