Questa seconda stagione di Star Trek: Picard sta iniziando a soffrire della stessa patologia che ha afflitto la prima. Dopo un’ottima partenza a razzo, piena di azione, ci si impantana in una trama orizzontale fin troppo diluita nell’arco delle dieci puntate che iniziano a sembrare veramente tante. Forse delle stagioni da sei episodi sarebbero state più adeguate per un one man show come Picard. Ragionamento simile a quello che l’altro grande franchise sci-fi ha fatto con un altro personaggio chiave, in Kenobi.
La paura, infatti, è che anche il finale della seconda stagione risulti essere anticlimatico e con una visibile e pesante fase calante. La speranza è che lo show si risollevi con gli ultimi due episodi, nonostante il sentore che si avrà a che fare con un grosso cliffhanger in attesa di una pirotecnica terza stagione finale (piena di graditi ritorni). In “Mercy” i protagonisti si trovano ancora bloccati nel 2024, con il proposito di salvare la missione Europa nonostante mille impedimenti, che adesso tuttavia sembrano essersi risolti. Manca solo da affrontare il “boss finale”, ovvero la Regina Borg, che intanto ha radunato parecchie forze.
INTERROGATORIO
Il fulcro di “Mercy” consiste nel confronto tra Picard e Guinan con l’agente Wells dell’FBI. Nel finale di “Monsters“, infatti, l’agente interpretato da Jay Karnes aveva messo sotto custodia l’ammiraglio e la sua amica El-Auriana per indagare sui misteriosi avvenimenti delle ultime ore. Si viene a scoprire un movente del tutto personale alla base di ciò. Infatti Wells era stato protagonista, da bambino, di un primo contatto con una coppia di vulcaniani.
Il flashback è certamente come uno dei momenti più emozionanti della puntata, forse il migliore all’interno di un altro episodio transitorio, simbolo dell’eccessiva lunghezza in cui è stata diluita la trama. Sono scene come questa che scaldano i cuori dei fan di Star Trek, volenterosi di vedere un vulcaniano che prova a connettere la sua mente con un bambino, piuttosto che assistere a una scadente performance di burlesque (qualcuno ha detto “Two Of One“?). Grazie a questo ricordo, Jean-Luc riesce ad entrare in sintonia con l’agente, disposto anche a perdere il lavoro pur di svelare un segreto che ha segnato la sua vita. Adesso Picard è libero e può ricongiungersi con i suoi compagni per sventare la minaccia della Regina Borg.
NUOVO IMPERO BORG
Dall’altro lato della Los Angeles del 2024, invece, la Regina Borg con le sembianze della dottoressa Jurati mette in moto il suo nuovo piano per assimilare la Terra del ventunesimo secolo, col fine di instaurare un impero Borg in una nuova linea temporale. Grazie a “Mercy” tutte le pedine, schierate disordinatamente nel corso della stagione, iniziano a prendere posto sullo scacchiere dello scontro che vedrà parteggiare il team di Picard da una parte, e i Borg dall’altra, con l’aiuto di un disperato dottor Soong.
Un dottor Soong, appunto, disperato e ormai abbandonato da tutto ciò che ritiene importante nella sua vita. No, non sua figlia, come invece ingannevolmente si poteva dedurre da “Fly Me To The Moon“, bensì il suo lascito. Kore, infatti, non è altro che l’ennesimo esperimento nel tentativo di creare la vita artificialmente. Sicuramente l’esperimento più riuscito, data la sua longevità, ma pur sempre un esperimento agli occhi del padre, e mai una vera e propria figlia. Resta da scoprire ora l’androide in che modo si posizionerà all’interno della trama e come potrà influenzare gli eventi, con la sensazione che possa costituire una pedina importante all’interno della narrazione.
SUPPORTING CAST
Per quanto riguarda, invece, gli altri protagonisti, l’evento più importante è sicuramente la rivelazione riguardante Q. L’entità semi-divina sta, infatti, letteralmente morendo. A quanto pare il personaggio di John de Lancie ha rinunciato alla sua immortalità, compiendo quindi un passo già meditato nelle vecchie apparizioni in The Next Generation. Un cambiamento radicale nella vita di Q, che però non sembra star mantenendo le aspettative, mancando di quel brivido e quell’emozione che invece colpisce una stella morente. Tale rivelazione rimescola tutte le carte in tavola, rendendo di fatto Q una vera e propria pedina impazzita, capace di tutto e il contrario di tutto, proiettando lo spettatore verso un finale indecifrabile.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Un altro episodio transitorio per Star Trek: Picard. Ormai è evidente come dieci episodi a stagione sono eccessivi per questo show, che riempie i vuoti con scene altrettanto vuote, e fa accadere cose complesse con una facilità disarmante.
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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.