Jean-Luc investito e in coma, la dottoressa Jurati posseduta dalla regina Borg, il dottor Soong irretito e manovrato da Q… insomma, “Two of One” ne ha messa di carne a fuoco. Tocca a “Monsters” gestire come si deve una trama sempre più frenetica e che non risparmia colpi di scena. L’avrà fatto bene? L’avrà fatto male?
JEAN-LUC, IO SONO TUO PADRE!
“Monsters” si apre con una gradita sorpresa per gli appassionati di fantascienza televisiva: Patrick Stewart faccia a faccia con James Callis, uno dei protagonisti di Battlestar Galactica. Che, per chi non lo sapesse, è lo show di fantascienza di maggior successo dopo Star Trek, un cult che tutt’oggi continua a essere apprezzato e amato per la sua profondità e la sua complessità. E’ come avere Daniel Radcliffe che recita fianco a fianco di Elijah Wood, per intenderci.
Ma quale ruolo è chiamato a ricoprire Callis? Semplice, il padre di Jean-Luc Picard. Personaggio già noto ai fan storici, è vero, ma qui riproposto in un’inedita veste di proiezione mentale con la quale Jean-Luc dialoga e si scontra, in una sorta di irrisolto complesso edipico. Ormai è chiaro che la seconda stagione vuole sviscerare per bene i segreti e i misteri del passato del miglior capitano di tutta la saga, e da questo punto di vista “Monsters” è una puntata decisiva. Non solo fa la sua comparsa Picard padre, ma soprattutto si capisce a quale tragico destino sia andata incontro la madre del protagonista.
La fiaba dei mostri che minacciano la bella regina dai capelli rossa altro non è che una metafora dei problemi mentali che affliggevano la donna e che devono aver lasciato una ferita davvero profonda nella psiche di Jean-Luc, se a distanza di decenni continuano a tormentarlo e a riemergere nel momento meno opportuno, quando l’anziano capitano dovrebbe essere concentrato sulla missione per fermare Q.
E LA TRAMA ORIZZONTALE?
Se da un lato è interessante questo approfondimento sul passato del protagonista eponimo della serie, dall’altro appare evidente come Star Trek: Picard stia perdendo di vista la trama orizzontale. O meglio, autori e sceneggiatori ce l’hanno sicuramente ben presente, ma siccome la trama dell’intera seconda stagione è una di quelle cose che le serie classiche avrebbero sbrigato in due-tre puntate c’è tempo per girare intorno a questioni non strettamente connesse all’avanzamento della narrazione.
E se nel caso del viaggio nella psiche di Picard la cosa è perdonabile, un po’ meno lo è quando si passa a Rios, impegnato a flirtare con la bella dottoressa e a giocare all’uomo che viene dal futuro e lo rivela in una delle sequenze più prevedibili, stereotipate e noiose dell’intera stagione. Come se non fosse abbastanza, la facilità con cui Teresa accetta le rivelazioni di Rios va ben al di là di qualsiasi sospensione dell’incredulità.
Anche la gestione della simbiosi Jurati/regina Borg lascia a desiderare. Nessuno si aspettava che la matriarca mettesse a ferro e fuoco il mondo intero, ma in “Monsters” si limita a sfasciare vetrine e poco altro, atti vandalici che sembrano messi in scena solo per concedere un minimo di minutaggio al personaggio (anzi, ai personaggi) senza che di fatto compia qualcosa di rilevante.
PICARD, LEI E’ IN ARRESTO!
L’uscita di Jean-Luc dal coma dà all’episodio la sferzata che serviva, ma trasmette nel contempo la sgradevole sensazione che la precedente mezz’ora di visione sia stata un semplice riempitivo.
I colpi di scena sono dietro l’angolo e il primo riguarda l’Osservatrice, che si rivela essere niente meno che una romulana. Ecco spiegata, nella maniera più becera possibile, la scelta di utilizzare la stessa attrice di Laris. Anzi no, la vera becerata arriva per bocca dello stesso Picard, il quale arriva a ipotizzare che l’Osservatrice sia un’antenata di Laris. Del resto, nell’universo di Star Trek avi e discendenti sono perfettamente identici: se possono permetterselo i vari Soong, perché non anche i romulani?
A proposito di volti familiari, sul finale dell’episodio fa la sua comparsa Jay Karnes, attore che i fan storici ricorderanno di Ducane in un episodio di Star Trek: Voyager. Qui interpreta l’agente Wells, ma visto l’andazzo della stagione, non è chiaro se la scelta dell’attore sia casuale o sottintenda qualche futura rivelazione, magari la scoperta che l’agente del XXI secolo è l’antenato dell’ufficiale del XXIV secolo. Per ora, il ruolo del suo personaggio è quello di arrestare Picard e Guinan, perché il brodo va allungato e non sia mai che non ci sia un’altra evasione o missione di salvataggio a breve distanza dall’ultima.
Corsi e ricorsi e ricicli delle medesime situazioni narrative: questo è Star Trek: Picard.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Come volevasi dimostrare, prendere uno spunto narrativo adatto a due-tre episodi e spalmarlo su un’intera stagione sta portando Picard a infarcire la narrazione di riempitivi, divagazioni e approfondimenti su singoli personaggi mentre tutto il resto del cast viene “parcheggiato” a fare cose inutili. Si spera che nei prossimi ultimi tre episodi le cose cambino. Per il meglio.
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Divoratore onnivoro di serie televisive e di anime giapponesi, predilige i period drama e le serie storiche, le commedie demenziali e le buone opere di fantascienza, ma ha anche un lato oscuro fatto di trash, guilty pleasures e immondi abomini come Zoo e Salem (la serie che gli ha fatto scoprire questo sito). Si vocifera che fuori dalla redazione di RecenSerie sia una persona seria, un dottore di ricerca e un insegnante di lettere, ma non è stato ancora confermato.