Super Pumped: The Battle For Uber 1×01 – Grow Or DieTEMPO DI LETTURA 4 min

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Super Pumped 1x01 recensioneIn un periodo storico dove si susseguono serie tv che raccontano la storia recente di alcuni dei founder e CEO più carismatici degli ultimi anni (The Dropout di Hulu con Elizabeth Holmes è un esempio), la storia di Uber e dei suoi due fondatori (Garrett Camp e Travis Kalanick) non potevano non essere considerate. Specialmente se si considera che nei suoi 12 anni di attività la società con sede a San Francisco non è ancora diventata profittevole e continua ad accumulare debiti su debiti ogni anno. E, giusto a titolo informativo, sembra finalmente in dirittura di generare profitto nel 2022.
Ecco quindi che Showtime non si è lasciata scappare l’occasione di affidare al consolidato duo di showrunner di Billions, Brian KoppelmanDavid Levien, le redini di una serie che è già stata rinnovata prima della messa in onda per una 2° stagione che invece si focalizzerà sulla storia di Facebook che promette faville se sarà anche solo buona la metà di The Social Network di David Fincher. Ma questo è un altro discorso.

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UN LIBRO CHE HA ISPIRATO UNA SERIE


Nel 2019 il giornalista del New York Times Mike Isaac ha pubblicato l’omonimo libro che ha dato il via a questa serie, Super Pumped: The Battle For Uber e, come già anticipato poco sopra parlando di Facebook, è anche in procinto di rilasciare un nuovo libro che si focalizzerà per l’appunto sulla società fondata da Mark Zuckerberg e Eduardo Saverin (si perché Zuckerberg non ha creato Facebook da solo).
Come si può immaginare anche visto cosa è successo con le ultime disastrose stagioni di Game Of Thrones, poter adattare un libro in una serie tv è sempre molto più facile perché c’è una traccia netta da seguire, una traccia che per questa prima stagione si è trasformata in 7 episodi. In tal senso, nonostante Mike Isaac non sia stato contattato per aiutare nella trasposizione seriale del suo libro, Koppelman e Levien hanno dalla loro sicuramente l’esperienza necessaria per renderlo al meglio e, a giudicare da questa series premiere, sembra confermata questa impressione.
Per una serie così, ed esattamente in maniera pedissequa a quanto accaduto con Billions, sono stati scelti degli attori di rilievo che fossero in grado di canalizzare l’attenzione del pubblico. Ecco quindi Joseph Gordon-Levitt nel ruolo del protagonista Travis Kalanick, Kyle Chandler come l’investitore di punta Bill Gurley, Uma Thurman (che deve ancora apparire) nel ruolo di Arianna Huffington e, a suggellare il tutto, la voce narrante di Quentin Tarantino. E su quest’ultimo bisognerà soffermarsi un po’ di più.
La chimica tra Gordon-Levitt e Chandler è ottima, si respira la tensione ma c’è anche quel rispetto e quella dinamicità che serve in una serie del genere. Anche se va detto che, di fatto, questa “Grow Or Die” è un one man show di Gordon-Levitt che conferma (qualora ce ne fosse ancora bisogno) la sua incredibile bravura e mimica facciale. Sfortunatamente andata perduta in una perla per pochi chiamata Mr. Corman.

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LE COSE CHE NON QUADRANO


In netta contraddizione con tutte le buone cose dette qui sopra, è necessario fare anche un passo indietro e constatare, per esempio, come Quentin Tarantino sia stato usato malissimo nel suo ruolo. Una voce narrante quasi fastidiosa, non per la tonalità ma per ciò che dice e che non aggiunge niente alla visione e, anzi, capita che addirittura ripeta parola per parola ciò che viene detto da un character mezzo secondo prima. E questa non è sicuramente una cosa né da fare, né interessante. Quindi, per ora, questa è una grossa occasione persa e andrà monitorato il suo uso.
Come controaltare al dominio indiscusso di Gordon-Levitt bisogna poi citare un altro elemento che ha fatto storcere il naso: la mancanza di focus per sviluppare i personaggi secondari. Chiaramente questa è una critica che va presa e considerata per quello che è, ovvero un’annotazione dopo solo un episodio ben sapendo che ci sarà tempo e modo per farsi perdonare. Tuttavia non avrebbe dispiaciuto avere un quadro un po’ meno Kalanickcentrico.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Joseph Gordon-Levitt è perfettamente nella parte di Travis Kalanick
  • Kyle Chandler si presta molto bene al suo nuovo ruolo di investitore
  • Lo spirito della compagnia è reso esplicito fin dall’inizio
  • Ritmo piuttosto sostenuto per essere un episodio introduttivo 
  • Quentin Tarantino è stato usato veramente male per ora
  • C’è bisogno di sviluppare un po’ di più i personaggi secondari ed il co-founder di Uber

 

La nuova serie dei creatori di Billions Brian KoppelmanDavid Levien si presenta in maniera più che discreta al suo nuovo pubblico. Forte di un protagonista principale carismatico ed interpretato molto bene dal poliedrico Joseph Gordon-Levitt, Super Pumped carica a palla lo spettatore che non vede l’ora di saperne di più su Uber e sul suo creatore.

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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