In un periodo storico dove si susseguono serie tv che raccontano la storia recente di alcuni dei founder e CEO più carismatici degli ultimi anni (The Dropout di Hulu con Elizabeth Holmes è un esempio), la storia di Uber e dei suoi due fondatori (Garrett Camp e Travis Kalanick) non potevano non essere considerate. Specialmente se si considera che nei suoi 12 anni di attività la società con sede a San Francisco non è ancora diventata profittevole e continua ad accumulare debiti su debiti ogni anno. E, giusto a titolo informativo, sembra finalmente in dirittura di generare profitto nel 2022.
Ecco quindi che Showtime non si è lasciata scappare l’occasione di affidare al consolidato duo di showrunner di Billions, Brian Koppelman e David Levien, le redini di una serie che è già stata rinnovata prima della messa in onda per una 2° stagione che invece si focalizzerà sulla storia di Facebook che promette faville se sarà anche solo buona la metà di The Social Network di David Fincher. Ma questo è un altro discorso.
Travis Kalanick: “Are you an asshole?”
UN LIBRO CHE HA ISPIRATO UNA SERIE
Nel 2019 il giornalista del New York Times Mike Isaac ha pubblicato l’omonimo libro che ha dato il via a questa serie, Super Pumped: The Battle For Uber e, come già anticipato poco sopra parlando di Facebook, è anche in procinto di rilasciare un nuovo libro che si focalizzerà per l’appunto sulla società fondata da Mark Zuckerberg e Eduardo Saverin (si perché Zuckerberg non ha creato Facebook da solo).
Come si può immaginare anche visto cosa è successo con le ultime disastrose stagioni di Game Of Thrones, poter adattare un libro in una serie tv è sempre molto più facile perché c’è una traccia netta da seguire, una traccia che per questa prima stagione si è trasformata in 7 episodi. In tal senso, nonostante Mike Isaac non sia stato contattato per aiutare nella trasposizione seriale del suo libro, Koppelman e Levien hanno dalla loro sicuramente l’esperienza necessaria per renderlo al meglio e, a giudicare da questa series premiere, sembra confermata questa impressione.
Per una serie così, ed esattamente in maniera pedissequa a quanto accaduto con Billions, sono stati scelti degli attori di rilievo che fossero in grado di canalizzare l’attenzione del pubblico. Ecco quindi Joseph Gordon-Levitt nel ruolo del protagonista Travis Kalanick, Kyle Chandler come l’investitore di punta Bill Gurley, Uma Thurman (che deve ancora apparire) nel ruolo di Arianna Huffington e, a suggellare il tutto, la voce narrante di Quentin Tarantino. E su quest’ultimo bisognerà soffermarsi un po’ di più.
La chimica tra Gordon-Levitt e Chandler è ottima, si respira la tensione ma c’è anche quel rispetto e quella dinamicità che serve in una serie del genere. Anche se va detto che, di fatto, questa “Grow Or Die” è un one man show di Gordon-Levitt che conferma (qualora ce ne fosse ancora bisogno) la sua incredibile bravura e mimica facciale. Sfortunatamente andata perduta in una perla per pochi chiamata Mr. Corman.
Travis Kalanick: “Welcome to the Rider Appreciation Party. I am legit super pumped to be here tonight and to be part of this company.“
LE COSE CHE NON QUADRANO
In netta contraddizione con tutte le buone cose dette qui sopra, è necessario fare anche un passo indietro e constatare, per esempio, come Quentin Tarantino sia stato usato malissimo nel suo ruolo. Una voce narrante quasi fastidiosa, non per la tonalità ma per ciò che dice e che non aggiunge niente alla visione e, anzi, capita che addirittura ripeta parola per parola ciò che viene detto da un character mezzo secondo prima. E questa non è sicuramente una cosa né da fare, né interessante. Quindi, per ora, questa è una grossa occasione persa e andrà monitorato il suo uso.
Come controaltare al dominio indiscusso di Gordon-Levitt bisogna poi citare un altro elemento che ha fatto storcere il naso: la mancanza di focus per sviluppare i personaggi secondari. Chiaramente questa è una critica che va presa e considerata per quello che è, ovvero un’annotazione dopo solo un episodio ben sapendo che ci sarà tempo e modo per farsi perdonare. Tuttavia non avrebbe dispiaciuto avere un quadro un po’ meno Kalanickcentrico.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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La nuova serie dei creatori di Billions Brian Koppelman e David Levien si presenta in maniera più che discreta al suo nuovo pubblico. Forte di un protagonista principale carismatico ed interpretato molto bene dal poliedrico Joseph Gordon-Levitt, Super Pumped carica a palla lo spettatore che non vede l’ora di saperne di più su Uber e sul suo creatore.
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.