Swarm (Sciame nella versione italiana) è la nuova serie di genere horror-satirico in onda sulla piattaforma Amazon Prime Video a partire dal 17 marzo 2023. I creatori dello show sono Donald Glover (aka Childish Gambino) – ideatore e protagonista principale di Atlanta, in onda su Disney+ – e Janine Nabers.
La serie racconta la storia di Dre, una ragazza introversa ed insicura, con parecchi demoni interiori e problemi relazionali, che è completamente ossessionata da Ni’Jah, una pop-star di fama mondiale.
La ragazza è talmente immersa in questo mondo fittizio governato da Ni’Jah – unica vera ragione di vita per Dre – che finirà per essere coinvolta in una spirale di violenza, follia e sangue.
La serie, composta da sette episodi, è stata accolta positivamente da pubblico e critica che hanno lodato sia l’interpretazione del cast che il comparto tecnico. Questo primo episodio, infatti, è un esempio perfetto del potenziale e della qualità dello show.
L’APE REGINA
La protagonista di Swarm è Andrea “Dre” Greene – interpretata da Dominique Fishback (The Deuce, The Last Days of Ptolemy Grey) – una giovane donna senza nessuna aspirazione o ambizione. Dre vive con la sua migliore amica Marissa (che lei considera come una sorella) in un piccolo appartamento a Houston.
Le due ragazze, oltre ad essere legate da una profonda e bellissima amicizia, condividono anche la passione per Ni’Jah, una cantante pop che vende milioni di dischi e può contare su una fanbase importantissima (chiamata, appunto, The Swarm).
Senza che ci sia bisogno di evidenziarlo in maniera esplicita, l’estetica ed il carisma di Ni’Jah ricalcano, per certi versi, la cantante Beyoncé (i suoi fan più fedeli sono denominati BeyHive).
Come detto precedentemente, Dre è una ragazza asociale, senza amici ed interessi specifici che non sia stare tutto il giorno attaccata al cellulare per sfogliare foto e video della sua beniamina.
Solo Marissa sembra capirla, sebbene continui a spronarla affinché esca dallo spesso bozzolo in cui si è rifugiata. Marissa è una bella ragazza, talentuosa e con chiari obiettivi di vita, nonostante nasconda un profondo malessere (la cicatrice ai polsi ne è la prova lampante).
L’APE OPERAIA
Quella che all’inizio poteva sembrare una storia di depressione e disagio giovanile, si trasforma poco a poco in un incubo. Marissa, infatti, si toglie la vita dopo aver litigato sia con Dre che con il suo ragazzo.
Dre ne esce completamente sconvolta: Dominique Fishback è superlativa nel ritrarre il dolore, lo shock e lo straniamento della ragazza. Qualcosa, nella mente di Dre, si interrompe e la giovane donna si lascia andare ad un vero e proprio sfogo di violenza inaudita e non necessaria.
Il comparto tecnico è veramente di altissimo livello, a partire dalla regia (in questo caso dello stesso Donald Glover) sperimentale e pulp allo stesso tempo. La fotografia ed il montaggio, inoltre, aiutano a creare un’atmosfera sempre più inquietante e la tensione narrativa trova il suo exploit nella cruda sequenza finale.
Per certi aspetti, soprattutto legati alla resa scenica dell’episodio, Swarm può essere comparato a Them, un’altra produzione targata Amazon che faceva dell’incubo a cielo aperto il suo leitmotiv.
IL PUNGIGLIONE
Ogni puntata di Swarm inizia con un disclaimer ben preciso: “Questa non è un’opera di finzione. Ogni riferimento a fatti, persone o eventi reali è intenzionale”.
Parafrasando il classico messaggio che compare negli show liberamente ispirati a fatti di cronaca vera, questa volta Daniel Glover e Janine Nabers tagliano la testa al toro e ammettono che ogni evento narrato è successo davvero.
I creatori, infatti, hanno confermato di aver realizzato un’immensa opera di ricerca dei fatti di cronaca nera legati a fan accaniti che hanno superato il limite. Swarm è essenzialmente un collage di quanto da loro raccolto.
Lo show racconta, dunque, di ossessione e abbandono e di quanto questi due concetti siano strettamente legati, soprattutto nel caso di Dre. Una ragazza alla deriva, sola e completamente incapace di trovare il suo posto nel mondo.
Dre ci riuscirà solo con una violenza primordiale rimasta sopita dentro di lei e che la porterà a commettere crimini efferati per saziare malessere esistenziale e solitudine.
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Nonostante non sia stata pubblicizzata a dovere, Swarm è una serie che va vista assolutamente. Un gancio destro alla bocca dello stomaco per una storia di fragilità umana.
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Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.