Episodio che parte direttamente da quanto visto nel precedente “In Captivity”.
Si può tranquillamente affermare che questa seconda stagione di Sweet Tooth non ha alcuna intenzione di perdersi in troppe chiacchiere. Al contrario, fin dal primo episodio il ritmo è serratissimo, puntando tutto sull’azione e giovandosi di una discreta dose di humour (nonostante la situazione presentata).
Caratteristiche che aiutano a non far mai cadere l’attenzione dello spettatore ma che, allo stesso tempo, fanno perdere un po’ di quel fascino mistico e aureo da sci-fi fantasy che la serie rilasciava nella sua prima stagione.
IL PUNTO DI VISTA DEGLI ADULTI
Se il primo episodio si concentrava maggiormente sugli ibridi in cattività, “Into The Deep Woods” riprende le fila della storyline riguardante Tommy “Big Man” Jepperd (un ottimo Nonso Anozie) e Aimee (Dania Ramirez). I due si trovano a dover collaborare per poter riprendersi i loro “figli” tenuti in cattività, pur avendo idee e personalità molto diverse. Si prospetta quindi una bella intesa fra i due sullo stile dei “action buddy movie” in cui, fra una frecciatina e l’altra, si arriva a penetrare all’interno della caserma degli ibridi e, infine, a fuggirne via per trovare nuovi alleati per formare un “esercito alternativo”.
Si tratta della storyline più “leggera” dello show ed è anche quella che, di fatto, tiene in piedi tutto l’episodio con i suoi momenti action e una buona dose di suspense fino ai momenti finali. Si potrebbe però obiettare che la fuga dei due dalla prigione degli ibridi risulti un po’ troppo facilitata (o quantomeno, si susseguono una sorta di botte di culo momenti fortunati che aiutano la fuga dei due), ma è un difetto che non intacca la qualità generale della puntata.
Sul versante opposto c’è la storyline dei coniugi Singh che è di tutt’altro mood. Questa, infatti, si gioca tutta sulla situazione drammatica vissuta dai due coniugi e dagli esperimenti che Aditya (Adeel Akhtar) conduce su Gus. Questi ultimi rappresentano la parte più interessante dello show in quanto cercano di far luce sul passato (ancora oscuro) di Gus e sull’origine della malattia che ha colpito la razza umana però con una modalità psichedelica che riporta il tutto alle origini dello show, mescolando la sci-fi pura con l’horror e il fantasy.
PICCOLI IBRIDI
Queste due storylines “adulte” reggono da sole tutto l’episodio, anche perché finora l’apporto dato dai piccoli ibridi è veramente scarso. Purtroppo questi, con l’eccezione di Gus e Wendy, risultano ancora parecchio abbozzati come personalità e visti più come gruppo/comunità che non come personalità singole.
La loro passività (dovuta certamente alla situazione in cui si trovano) non aiuta a smussare la loro trama orizzontale. Solo nel finale c’è una sorta di “manifesto programmatico” che lascia intendere come questa situazione potrebbe finalmente smuoversi nei prossimi episodi. Ma si tratta di un momento che sembra quasi arrivare a caso e senza alcuna logica con quanto visto precedentemente.
Appare evidente come l’attenzione sia concentrata, al momento, più sui character adulti che non sui bambini: basti vedere la differenza fra la descrizione del cambiamento emotivo di Big Man (motivato anche dal meraviglioso flashback iniziale sul suo reclutamento fra The Last Men) e la sequenza onirica che riguarda Gus. In entrambi i casi c’è un’evoluzione che riguarda i due character, ma il risultato finale è ben diverso.
A riprova della differenza d’attenzione fra le varie storylines vi è anche il minutaggio risicato relativo a Bear (Stefania LaVie Owen), il cui viaggio esperienziale-introspettivo era già di poco interesse prima ma ora risulta ancora più sacrificata rispetto a tutto il resto.
CONCLUSIONI
Sweet Tooth procede bene nel suo complesso. La rapidità delle scene mostrate aiuta a non distrarsi mantenendo comunque un buon ritmo narrativo. La cosa che manca, rispetto alla prima stagione, è una visione più generale del mondo post-apocalittico descritto. Al momento la fanno da padrone i cambiamenti psicologici dei vari personaggi. Questo rende tutto un po’ più frammentato rispetto a quanto visto finora e, per di più, non c’è più l’elemento della “quest” che rendeva più interessante l’esplorazione del paesaggio post-morbo.
Rimane comunque una suspense continua ed elementi fiabeschi che rendono il prodotto unico nel suo genere. E una generale qualità che ispira fiducia verso i successivi episodi.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Episodio che prosegue direttamente dal precedente focalizzandosi più sugli “adulti” del cast. Fra tutte spiccano le interpretazioni di Nonso Anozie e Dania Ramirez (miglior coppia dello show) e di Adeel Akhtar, tutti rappresentanti di una genitorialità “problematica”. Non mancano flashback e approfondimenti che promettono grandi cose per le puntate successive.
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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!