Come si era interrotta la prima stagione di The Bear, la serie rivelazione dello scorso anno di FX, così ora ricomincia, quasi a formare un ideale dittico con “Braciole“.
Se, infatti, alla fine della scorsa stagione, The Original Beef Of Chicagoland si preparava a trasformarsi nel nuovo The Bear, con tanto di entusiasmo da parte dello staff di Carmy (Jeremy Allen White) e soci, “Beef” riporta tutto ad un nuovo stato iniziale in cui il fallimento del progetto diventa la molla per crearne da capo uno nuovo, con tanto di planning mensile affiancato dalla scritta “The Bear Part 2” (vedi foto), quasi a voler sottolineare una sorta di meta-testualità per quanto riguarda questa stagione.
Si tratta di un bel capovolgimento della situazione dei protagonisti. Questo serve innanzitutto a resettare tutto (anche per ricreare una certa empatia con lo spettatore) e proporre una nuova sfida per l’intero staff del The Bear. Sfida che, ovviamente, rappresenta una “nuova” trama orizzontale per lo show e che, con buona probabilità accompagnerà lo spettatore fino alla fine di queste (ben) 10 puntate.
IL “NUOVO”THE BEAR”
Tutto questo viene evidenziato dalla prima scena fino all’ultima con un espediente vecchio ma, allo stesso tempo, efficace: lunghe scene di silenzio con un’azzeccata colonna sonora di sottofondo. Tutta la prima sequenza è una lunga trafila di momenti malinconici in cui lo staff fa i conti con l’imminente chiusura del locale che avevano contribuito a creare.
Il momento più saliente di tutti è sicuramente l’intenso scambio di battute fra Carmy e Richie (Ebon Moss-Bachrach), che dimostra il grado di maturità e intensità raggiunto proprio da quest’ultimo. Difficilmente si sarebbe potuto avere una scena del genere nella prima stagione e questo non può che far piacere allo spettatore.
Allo stesso modo fa piacere vedere una Sidney (Ayo Edebiri) e una Natalie (Abby Elliott) pienamente coinvolte nel processo strategico-creativo del nuovo The Bear.
Per il resto finora i rapporti con gli altri character presenti nello show non sembrano aver avuto particolari scossoni, ma nulla è assoluto nell’economia di ben 10 episodi, e i motivi per creare nuove tensioni emotive fra i personaggi non mancano di certo.
REGIA
Quello che rimane costante è certamente la stilistica di The Bear, quella del regista e creatore Christopher Storer. Dopo l’introduzione iniziale infatti (per certi versi una novità in quanto registicamente più elaborata del resto dello show), si incomincia subito con uno stile più “neorealista” fatto di telecamera libera e una regia frammentata e composta anche di immagini statiche che si intervallano fra i vari dialoghi-monologhi dei vari character. Praticamente uello che ha fatto la fortuna di The Bear facendola emergere come “serie-rivelazione” dell’anno.
Anche questa seconda stagione quindi non tradisce le aspettative e riconferma il solco della prima, ma alla maturazione dei personaggi fa seguito anche una certa maturazione dello stile di regia (anche per non sembrare una sorta di “parodia di sé stessa”).
Al solito la puntata scorre frenetica, concentrandosi però sulla routine giornaliera della “vita in mezzo ai fornelli”. Non ci sono grossi colpi di scena dunque (non troppo imprevedibili quantomeno) ma viene mostrato l’iter e le difficoltà nel voler aprire un nuovo locale, specie se le ambizioni sono alte e c’è passione dietro il progetto. E la forza dello show sta esattamente in questa descrizione molto realistica degli avvenimenti che coinvolgono emotivamente lo spettatore, vittima volente o nolente.
CONCLUSIONI
Questa seconda season premiere riconferma qualità che lo spettatore aveva sorprendentemente riscontrato nella prima annata. Il tutto viene imbastito per arrivare al fatidico cliffhanger finale dove tutto vien ribaltato ancora una volta. Il che è comunque positivo perché da finalmente il “la” per imbastire la trama orizzontale (e per non cadere nella banalità e nella ripetitività).
Le premesse per una seconda stagione dello stesso livello ci sono tutte e non resta che vedere cosa ancora hanno in servo per lo spettatore Storer e soci.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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La seconda stagione di The Bear comincia nel solco della prima, confermando l’alta qualità dello show. Per lo staff di Charmy si prefigge l’ennesima crociata in arrivo per salvare il proprio posto di lavoro, il tutto però con una naturalezza incredibile, mostrando ancora una volta la realtà di un mondo che, nonostante le celebrazioni televisive, può rivelarsi veramente duro e spietato.
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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!