Il cliffhanger con cui era terminato “Forest For The Trees” era decisamente lodevole: una Donna legata ad un albero da un Randall al suo massimo splendore psicotico ed un Jim completamente preso alla sprovvista con i suoi grandi occhioni blu ed i capelli impomatati di sudore e gel.
Tutto avrebbe fatto intendere che lo stallo alla messicana sarebbe stato al centro di questa penultima puntata ed invece John Griffin e Jeff Pinkner avevano altri piani per i propri spettatori, piani che non sono esattamente chiarissimi ma che in generale sembrano indirizzati verso la suddivisione dei protagonisti in vari sottogruppi che dovranno affrontare l’ennesima lunga notte cercando di sopravvivere. Il tutto con la grossa differenza che, “così, de botto, senza senso”, ora c’è uno sciame di cicale pseudo-immaginarie che sembrano in grado di uccidere praticamente chiunque le veda in pieno giorno.
Rimane ovviamente da chiarire se i vari Randall, Julie e Marielle siano effettivamente morti o siano semplicemente in uno stato alterato di simil-morte o coma visto che le cicale non sono effettivamente visibili da altri. E tendenzialmente la risposta sembra essere più positiva che negativa visto che molto difficilmente Griffin e Pinkner saranno così audaci da far fuori Julie, con sommo dispiacere del pubblico che invece non vede l’ora di levarsi di torno Marielle.
UN BOYD PER DOMARLI, UN BOYD PER GHERMIRLI E NEL BUIO INCATENARLI
Chi scrive queste righe è un fervido sostenitore della teoria del test-segreto discussa da Jim e Randall, innanzitutto perché a From serve una netta distinzione che lo separi ulteriormente da Lost e dalla sua ombra ma soprattutto perché, se fosse vero, permetterebbe un bel colpo di scena e anche un’ulteriore cambio nel DNA dello show.
A tal proposito l’idea che uno degli abitanti del villaggio sia complice dei creatori del test è sicuramente intrigante e la sensazione che possa essere Donna (per esempio) è stata volutamente costruita in maniera da renderla credibile sia nello scorso episodio quando continuava a comparire in momenti clou, sia in questo visto che, fatalità, per la prima volta i mostri non si avvicinano al camper per disturbare gli inquilini e spaventarli a distanza ravvicinata. Si potrà certamente replicare che la musica del carillon e il fatto che Boyd sia lì e abbia ucciso uno di loro siano dei deterrenti importanti, ma tutto è costruito in maniera tale da lasciare (ovviamente) il dubbio. Il tutto senza considerare il fatto che i proiettili ricoperti di bile non sembrano funzionare.
Rimane comunque da constatare come, di fatto, Boyd sia il protagonista indiscusso dello show visto che nulla di rilevante accade senza che lui sia coinvolto in maniera diretta o indiretta: il fatto che Fatima sia incinta di Ellis sembra essere estremamente importante per il sogno-profezia dimenticato da Elgin, così come, più in generale, sembra l’unico con un po’ più di senno e in grado di fare la differenza. Non a caso tutte le scene dove non è presente hanno un impatto più debole sul pubblico, vuoi per degli attori non proprio allo stesso livello, vuoi perché dove c’è Boyd c’è azione.
IL PEGGIOR INCUBO
Sara: “Nathan was always terrified of cicadas. When we were kids, our stepfather would take us on these week-long camping trips. And all night long, the cicadas would buzz outside our tent. Nathan would cry the whole night. He thought they were monsters. What if the people who die here… What if their fears become part of the forest? What if that really is Nathan’s nightmare out there?“
In un episodio chiaramente non gestito al meglio delle proprie possibilità, emerge però una nuova teoria che profuma di verità per il pubblico che pende dalle labbra dei due showrunner per un qualsiasi tipo di risposta alle centinaia di domande create da From. Ed è una teoria interessante perché spiegherebbe i cambiamenti più o meno repentini che ci sono stati in questa stagione e allo stesso tempo diventerebbe un jolly perfetto per aggiungere la qualunque come mostro.
Le parole di Sara riportate qua sopra sono rivelatorie e sarebbero troppo una strana coincidenza per non collegare i puntini segnati da Griffin e Pinkner. Cosa questo rappresenti per lo show è tutto da chiarire ma è un elemento che potrebbe aiutare a giustificare molti elementi assurdi e mostruosi (tipo il ragno gigante intravisto in “Into The Woods“) ed evitare così “l’effetto orso polare” di Lost.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Le possibilità di creare molta più tensione e di trasformare questo penultimo episodio in qualcosa di epico c’erano tutte ed invece un misto di scelte sbagliate (lo stallo Donna-Randall-Jim-Boyd) e alcune situazioni un po’ fastidiose (Jim ed il suo nonsense) hanno portato ad un altro risultato. Sufficiente, per carità, ma le carte per poter avere un Thank o un Bless Them All c’erano tutte.
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.