“They touch, they break, they steal. No one here is free. Here they come, they come for three, unless you stop the melody.”
Ormai a ridosso del finale di stagione, From non sembra minimamente intenzionato a dare al proprio pubblico la benché minima parvenza di una risposta. Anzi, continuano a venir presentate domande, enigmi, dubbi, situazioni al limite della comprensione e colpi di scena di difficile inquadramento.
I personaggi in scena rimbalzano da un luogo all’altro senza trovare pratiche soluzioni o risposte esaurienti, lasciando lo spettatore in attesa di capire qualcosa in più dello show. Il che, come si scriveva nella precedente recensione, non è per forza di cose un aspetto negativo. Nel panorama seriale moderno dove lo spettatore viene spesso e volentieri imboccato di qualsivoglia informazione durante la visione di una serie tv, uno show come From svetta per la propria narrativa anarchica. Un disinteresse totale per le risposte che, tuttavia, potrebbe spazientire una grossa fetta di pubblico non abituata a questa tipologia di racconti mistery.
SILVER BULLETS THEORY
L’analisi della smiley creature non ha sortito particolari effetti: l’estrazione della bile rappresenta un passo avanti, ma averne eliminata semplicemente una non può essere in alcun modo considerata una vittoria. Soprattutto perché non sembrano intravedersi all’orizzonte delle opzioni per mettere in piedi un piano a lungo termine. Oppure sì?
Elgin, il giovane ragazzo di cui ancora si fatica a dare una dimensione del collegamento con la città di From, suggerisce di preparare dei “silver bullet”, termine ripreso direttamente dai racconti horror in cui dei, letterali, proiettili d’argento rappresenterebbero l’unica arma contro i licantropi. Elgin informa infatti Boyd che potrebbero tentare di imbevere dei proiettili nella bile estratta dalla creatura e utilizzarli come arma per capire se il tutto crea qualche tipo di reazione. Un piano totalmente campato in aria, ma ascoltato dalle orecchie di un branco di disperati bloccati in una città tormentata dalla presenza di creature notturne assetate di sangue… assume tutt’altro significato.
Dal cadavere della creatura, inoltre, sembrano aver preso vita svariati insetti (tra cui cicale) successivamente scomparsi di scena, lasciando il dubbio al pubblico che si trattasse di una sorta di allucinazione collettiva. Cosa poi rivelatasi falsa dal momento che in una scena successiva, con in sottofondo il rumore tipico degli insetti, un uomo sporco di sangue cerca disperato aiuto uscendo dalla propria abitazione. Si tratta dell’ennesima piaga riversatasi sulla cittadina? Ora anche la sicurezza all’interno delle abitazioni è messa in dubbio?
ELOISE HAWKING, LA SORELLA DI VICTOR
Altro difetto dello show, evidenziato dalle precedenti recensioni, è la scellerata decisione da parte di ogni singolo personaggio di tenere per sé importanti rivelazioni o informazioni, decidendo di non raccontare nulla a tutti gli altri abitanti della cittadina. Un difetto che, via via durante questa stagione, sembra essere stato limitato visto che i confronti sono aumentati di numero abbracciando tutte le varie sottotrame presenti nello show.
Victor, tuttavia, sembra essere il punto di passaggio di molte storie delle quali lui stesso sembra non voler parlare. Oppure, più semplicemente, cerca di dimenticarsi. Il personaggio interpretato da Scott McCord è infatti inconsapevole quando sembra mentire: le sue informazioni e la sua memoria sono strettamente correlate ai suoi stessi disegni. Come uno scrittore scrive le proprie memorie, Victor disegna i propri ricordi cercando successivamente di soffocarli nel punto più recondito della propria mente (si prenda come esempio il Pensatoio di Silente in Harry Potter). Non c’è da stupirsi quindi che, mentre durante tutta la puntata Victor viene mostrato da solo mentre la madre (Miranda) lo abbandona all’interno del bunker, nel momento in cui l’uomo rinviene un disegno della sorella (Eloise) la verità del passato riaffiori nella sua mente colpendolo nel profondo.
Un colpo di scena che porta ad ulteriori domande (dove è finita la sorella di Victor? È semplicemente morta?), direttamente collegate ad aspetti narrativi già visti nella precedente stagione: la madre di Victor, infatti, parrebbe essersi incaricata del ruolo di salvare i bambini tenuti in ostaggio nel faro (intravisto da Boyd e Sara). Il faro è il luogo dove Boyd ha fatto la conoscenza di Martin? Oppure le due sottotrame corrono su due binari paralleli?
“It’s good to draw them when you see them so even if you forget, pictures remember.
[…] Because, pictures are for things that are gone.”
C’È UNA SPIA TRA DI NOI!
Meno interessante risulta la sottotrama proprio di Sara visto e considerato che sembrerebbe intenzionata a tornare nei boschi per spingersi ancora più in là rispetto alla precedente spedizione con Boyd. Sarebbe gradito, considerata la già copiosa perdita di tempo di questa stagione, che il tutto non avesse nemmeno inizio o, piuttosto, venisse mostrata solo la partenza lasciando lo spettatore in attesa di un possibile ritorno di Sara senza eccessivo focus sul suo viaggio. Diversamente ci si ritroverebbe ad un finale-fotocopia rispetto a quello della precedente stagione. Meglio evitare.
“Finale-fotocopia” anche per via del fatto che l’antenna costruita da Jim sembra voler essere riesumata proprio nei prossimi episodi, proprio da Jim e Randall (il passeggero più simpatico dell’intero bus arrivato nel precedente finale di stagione).
Il rapimento di Donna da parte di Randall ricorda, con le dovute proporzioni, il rapimento di Patti in The Leftovers da parte di Kevin. In quell’occasione i risvolti furono tragici e rivelatori, in questo saranno i prossimi episodi a dissipare ogni dubbio al riguardo ma le possibilità che si trasformi in una tragedia sono piuttosto elevate.
La sensazione che tutto sia un esperimento sembra essersi instillata nella testa di Randall tanto da aver portato ad una semplice deduzione: se si tratta di un esperimento qualcuno nella città deve esserne in parte complice. Ma chi precisamente? E se fosse proprio Donna che “casualmente” arriva in scena in ogni posto della città proprio in questa puntata?
Seguendo la logica dell’esperimento, poi, c’è da tenere in considerazione le tempistiche dell’arrivo del bus: casualmente quando il gruppo della città sembra fare di tutto pur di fuggire, un bus carico di persone arriva aggiungendo nuovi volti e nuove dinamiche a quelle già complesse presentate nella prima stagione. Possibile quindi che sul bus ci sia una fantomatica spia di questo esperimento?
Ulteriori domande per uno show enigmatico, ma così poco avvezzo a dare al proprio pubblico delle risposte.
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Ancora domande e zero risposte. Fino a quando tutto questo potrà reggere?
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.