Questa seconda stagione di From si avvicina alla fine e ancora nessuna risposta all’orizzonte.
Tanti misteri, tante perplessità e sicuramente tantissimo materiale per elaborare teorie (d’altronde a questo servono le serie mystery) ma anche tanta frustrazione pensando che molto tempo è stato sprecato in questo secondo arco narrativo e che (forse) per ottenere qualche indizio in merito alla sorte dei protagonisti occorrerà attendere almeno un altro anno.
BOYD’S ANATOMY
Continuano dunque ad aggiungersi misteri, in una stagione che, almeno per il momento, sembra voler lasciare il suo pubblico a bocca asciutta per quanto riguarda eventuali indizi o risposte, imboccandolo invece con ulteriori dubbi e perplessità circa il destino dei suoi protagonisti. Perfino un particolare che, apparentemente, sembrava uno dei più classici colpi di scena riguardanti una gravidanza inattesa, si trasforma qui nell’ennesimo fenomeno paranormale, con la rivelazione dell’infertilità di Fatima, magicamente “guarita”, che rimanda immediatamente alle capacità curative di una certa isola in grado di curare magicamente paraplegici e malati terminali.
Non è comunque la prima volta che la città mostra simili capacità curative, basti pensare alle ferite di Ethan guarite molto più rapidamente del normale nel corso della prima stagione (il quale tra l’altro ipotizza, certamente con tutta l’ingenuità di un bambino, che la città cerchi di aiutare le persone e non soltanto di metterle in difficoltà) oppure a Tilly che riconsegna i suoi antidolorifici, presumibilmente perché non più necessari, o ancora a Ellis che pare si sia già ripreso da una coltellata nel fianco dopo appena una notte di convalescenza.
Si tratta comunque di un mistero “secondario” se paragonato all’evento principale, nonché quello che dà il titolo all’episodio, ovvero l’autopsia al mostro accoppato da Boyd al termine della scorsa puntata. Anche in questo caso lo spettatore non ottiene manco mezza risposta, e anzi ci si ritroverà a domandarsi perché l’interno della cassa toracica sia esattamente identico a quello di qualsiasi altro essere umano e soprattutto dove sia sparito tutto il sangue che, almeno in teoria, avrebbe dovuto veicolare i vermi presenti nell’organismo di Boyd all’interno della smiley creature.
Unico “indizio”, che andrebbe virgolettato almeno dieci volte per la sua effettiva inutilità, quantomeno allo stato attuale delle cose, è la presenza di bile all’interno della cistifellea. Essendo chi scrive ignorante in merito a nozioni mediche riguardanti la cistifellea, o colecisti (qui linkata l’unica cosa che il recensore conosce a riguardo) basti sapere che, almeno secondo Wikipedia: “la cistifellea riceve e immagazzina la bile che proviene dal fegato attraverso il dotto epatico comune; successivamente, contraendosi in occasione dei pasti, rilascia la bile attraverso il dotto biliare comune nel duodeno, dove partecipa alla digestione dei grassi”. Medici e specializzandi che state leggendo, a voi il compito di formulare teorie sensate rispetto a quanto accaduto in questo episodio.
TEORIA A CASO
Elemento molto più interessante, seppur anch’esso ancora avvolto dal mistero, è il ruolo di Elgin, il quale sembra avere una qualche connessione con la città e, più nello specifico, con l’acqua. In questo episodio il ragazzo fa presente a Julie che c’è qualcosa che dovrebbe ricordarsi in merito ai sogni fatti nelle notti precedenti, qualcosa che, tenendo conto del primo contatto con il ragazzo, spaventato all’idea di attraversare la città proprio dopo essersi svegliato bruscamente, sembrerebbe avere a che fare con una sorta di premonizione. E qui entra in gioco l’acqua sopracitata. Qualche episodio fa, infatti, il ragazzo aveva avuto una strana sensazione una volta avvicinatosi al lago presente nella città e qui, dopo aver seguito il consiglio di Julie sulla vasca da bagno, sembra che Elgin stia per essere affogato da una strana figura femminile, estremamente rinsecchita, che parrebbe indossare un kimono giallo.
Compare inoltre il carillon con la ballerina, che potrebbe simboleggiare una sorta di guida per i vari personaggi, oppure potrebbe semplicemente trattarsi di un oggetto maledetto che in qualche modo scandisce il tempo rimasto prima che qualcosa di terribile accada. A voler essere onesti potrebbe simboleggiare qualsiasi cosa, ma il punto in comune sembra essere il momento in cui il carillon compare di fronte agli occhi dei protagonisti, sempre prossimi a una situazione di estremo pericolo.
Partendo da questo assunto, e tenendo conto del fatto che Elgin, ma non solo lui, sembra essere connesso con una realtà diversa da quella in cui i protagonisti si trovano a vivere, il carillon potrebbe essere l’oggetto utilizzato per indurre i protagonisti in uno stato di ipnosi, riportandoli a rievocare momenti di nostalgia legati a momenti traumatici della propria vita (praticamente ogni personaggio sembra avere grandi traumi pregressi) e quindi, nei momenti di estremo pericolo affrontati in questa “ipnosi collettiva”, la sensazione di terrore potrebbe risvegliare in loro, per qualche secondo, il ricordo dell’oggetto che li ha fatti addormentare. O magari no.
Giunti a questo punto, con tutti gli indizi a disposizione, praticamente qualsiasi teoria potrebbe rivelarsi plausibile.
THE TRUMAN SHOW: SURVIVAL EDITION
Mettendo da parte le interazioni che, giunti a questo punto, dovrebbero già essere state approfondite un po’ dai diretti interessati, come ad esempio quelle riguardanti le visioni di Tabitha e Jade o quei maledetti alberi che si muovono che Victor avrà già menzionato dieci volte per poi mai entrare nel merito della questione, e che invece rimangono sempre lì sospese allo scopo di allungare il brodo all’inverosimile (questo finora è l’unico, ma gigantesco, difetto di questa seconda stagione), l’ultimo elemento rimasto sul quale valga la pena spendere qualche parola è la teoria dell’esperimento menzionato da Jim, sul quale Roland esprime qui un parere oltremodo interessante.
Premettendo che, almeno secondo gli stilemi classici delle serie mystery, difficilmente una teoria avanzata da uno dei protagonisti, a maggior ragione a inizio stagione, si rivela essere effettivamente quella giusta, è comunque interessante esaminare quanto detto da Roland in merito a un probabile infiltrato (o magari anche più di uno) che tenga traccia dei progressi dell’esperimento fungendo quindi da agente sul campo.
Quanto detto da Roland potrebbe avere senso se si tiene in considerazione il fatto che lo sconosciuto alla radio con cui ha parlato Jim al termine della prima stagione sapeva il suo nome e del buco scavato da Tabitha. Inoltre, ciò andrebbe a spiegare eventuali comportamenti “sospetti” di persone restie a compiere azioni che normalmente sarebbero considerate logiche in una situazione del genere. In quest’ottica, persino le riserve di Kenny nel voler analizzare la carcassa della smiley creature potrebbero essere viste come un possibile indizio in questa direzione. Senza contare che, tra tutti i personaggi a disposizione, il ragazzo sarebbe certamente uno dei meno sospetti e quindi, di conseguenza, uno dei sospetti più papabili.
A remare a favore di questa teoria, c’è anche il presunto cambio di stagione, mai avvenuto finora, e che sembrerebbe aver portato a un peggioramento delle condizioni del suolo, riducendo le scorte a disposizione proprio ora che il numero di abitanti della città è aumentato. Una coincidenza che quindi punterebbe di nuovo nella direzione di una sorta di Truman Show: survival edition, con qualcuno dietro le quinte a muovere i fili di questo esperimento sociale, ma che comunque non avrebbe la benché minima utilità scientifica se non quella di vedere esseri umani sbranati da mostri e torturati psicologicamente.
Probabilmente si tratta soltanto del più classico degli specchietti per allodole, messo lì per alimentare teorie e speculazioni, esattamente come quelle appena sciorinate, e forse la reticenza autoriale nell’approfondire le dinamiche più inspiegabili e sovrannaturali, in particolar modo le visioni di Tabitha e Jade, è un indizio stesso del fatto che la risposta debba essere cercata in qualcosa di meno razionale rispetto a un esperimento governativo (che tra l’altro sarebbe piuttosto deludente, a maggior ragione visto che Jim avrebbe spoilerato la soluzione con largo anticipo).
Ad ogni modo, a prescindere da cosa si nasconda dietro questa misteriosa città, John Griffin e colleghi possono decisamente dire di aver portato a casa il risultato, perché potete dire ciò che volete, ma quante altre serie al mondo hanno portato centinaia di migliaia di persone a chiedersi, nello stesso momento, quale sia il collegamento tra Harold Perrineau e una cistifellea? E questo sicuramente è qualcosa su cui riflettere.
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Mancano tre puntate alla fine della stagione e gli spettatori sono più confusi che mai. E probabilmente John Griffin è lì che se la ride di gusto.
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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.