The Blacklist 9×06 – Dr. Roberta Sand, Ph.D. (No. 153)TEMPO DI LETTURA 3 min

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L’avvio della puntata ristabilisce nella serie quel clima di ambiguità morale a cui gli spettatori sono stati ben abituati nelle precedenti stagioni.
Roberta Sand, infatti, è una psicologa dedita a seguire i criminali, per metterli in condizione di svolgere al meglio le loro attività illecite.
A questo si aggiunge la realizzazione della sequenza in cui il killer va ad assassinare l’attivista per la conservazione del territorio, colpevole di mettere i bastoni fra le ruote a chi sogna favolose speculazioni edilizie. C’è, come viene rilevato anche dai dialoghi, il sommo cliché noir dell’arma nascosta nella custodia di un violino, ma questo non toglie nulla all’adrenalina e alla resa scenica.
Meglio ancora, la vicenda porta Dembé a rivelare le sue abilità di cecchino e un poligono di tiro molto particolare.

LA VOCE DELL’INNOCENZA


Agnes:When did you stop being Russian?

Così, a schiaffo, al pubblico viene rammentato che lo show ha pure una trama orizzontale.
Un paio di domande di Agnes, apparentemente svagate, scoperchiano abissi. Non tanto perché rivelano che Red è russo (lo si sospettava già, anzi era quasi confermato), ma perché offrono un piccolo, pallido conforto agli spettatori e lanciano massicci sviluppi futuri.
A quanto pare, infatti, Lizzie ha letto la lettera lasciatale da Red ed è morta sapendo la verità. Ha avuto persino il tempo di raccontarla alla figlia. A farle avere la lettera, però, è stato Dembé. Questo causa a Red un attacco di dolore e furia tale da aver bisogno di rivolgersi alla dottoressa Sand per gestirlo. (Anche in simili frangenti, la serie non dimentica di aggiungere un pizzico di ironia. Non sarà più quella dei tempi di Jon Bokenkamp, ma in qualche modo funziona.)

TERAPIA DI COPPIA


Sul fronte della Task Force, procede la sottotrama riguardante Alina Park e il marito.
Sembra quasi in atto un tentativo di fare dell’agente la nuova protagonista femminile dello show, dopo la scomparsa di Lizzie.
La mossa, almeno per ora, non sembra destinata a riuscire particolarmente bene. L’introduzione di Peter e della toccante scena in cui lei gli rivela quale sia il suo lavoro in realtà, facendogli vedere il Post Office, ottiene solo in parte i risultati sperati.
Forse il personaggio interpretato da Laura Sohn è entrato nel cast troppo tardi, o forse qualcosa nella chimica generale delle sue interazioni con gli altri non è ben calibrato. Forse manca quel qualcosa in grado di conquistare immediatamente l’affetto degli spettatori. Di fatto, riesce meglio Agnes a coinvolgere e sconvolgere il pubblico in poche parole e non solo perché è una ragazzina.

COOPER IMPANTANATO


Guai e problemi non mancano nemmeno per quanto riguarda il capo Cooper. Un collega l’ha coperto, insabbiando l’indagine sulla morte dell’ex amante di Charlene, ma proprio questo rende la posizione del vice direttore dell’F.B.I. ancor più fragile. A parte l’affetto e il rispetto meritati dal personaggio in sé, questa sottotrama è di particolare interesse per la vicinanza di Cooper al groviglio ancora da dipanare su Raymond Reddington (che lui aveva conosciuto decenni prima) e su Agnes.
Dato il passo a cui la vicenda sta procedendo, sembrerebbe proprio destinata ad occupare tutta questa nona stagione, o per lo meno la sua massima parte.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Ironia di una psicologa per rendere i criminali più motivati ed efficienti
  • Agnes
  • Dembé e il poligono di tiro
  • Riparte la trama orizzontale
  • La sottotrama riguardante Alina Park fatica a riscuotere l’interesse dello spettatore
  • Cambiare le carte in tavola riguardo alla lettera per Lizzie sa di rattoppo frettoloso

 

La prima parte dell’episodio è decisamente soddisfacente e questo alza il voto. Ritmo e rendimento calano un po’ nella seconda parte. Il pregio maggiore è la definitiva ripartenza (anche se un po’ diesel) della trama orizzontale.
La speranza resta comunque viva, perché esiste sempre una possibilità che anche da Alina Park possano arrivare elementi e rivelazioni utili a chiarire i misteri che veramente interessano chi segue The Blacklist con cura ormai da quasi una decade. I motivi d’interesse per continuare a seguire lo show, almeno per gli affezionati, non mancano. Primo fra tutti: il dissidio apertosi fra Red e Dembé.

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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