The Gilded Age, nuovo prodotto HBO, ha fatto molto parlare di sé sin dalla rivelazione del suo sceneggiatore: Julian Fellowes, ideatore dell’amatissimo Downton Abbey. Inevitabile, quindi, fare confronti tra le due serie.
Si può innanzitutto partire notando la comune ambientazione dell’epoca. Le vicende della famiglia Crawley si svolgono fra il 1912 e il 1927 (mentre si attende l’uscita di un nuovo film), con Fellowes che ha sempre dichiarato di non volersi occupare dei giorni in cui Hitler salì al potere.
Con The Gilded Age ci si ritrova nella New York del 1882. Il netto cambio di zona geografica porta con sé un corrispondente e marcato cambio di organizzazione sociale, con conseguente differenza di rapporti tra i vari strati della società.
CHE COINCIDENZE!
In Inghilterra c’è una nobile famiglia con la sua servitù, unita dall’amore e ben governata da un’impareggiabile Matriarca.
A New York c’è la giovane Marian, rimasta orfana, senza un soldo e costretta ad andare a vivere con le zie, sorelle del padre, anche se i tre non si rivolgevano più la parola da anni.
Zia Agnes regge i cordoni della borsa ed è fiera paladina dei valori e dell’orgoglio dei coloni di stirpe olandese discesi dal Mayflower. Zia Ada è una dolce zitella. Le due, insieme, formano un bel duetto complementare: quando parlano con la nipote sembrano l’angioletto sulla spalla destra e il diavoletto sulla sinistra. Fra l’altro, Cynthia Nixon sta molto meglio con il look 1882 rispetto a come la si vede in And Just Like That. In contrasto alle due, Marian purtroppo appare poco carismatica.
Nel quadro generale della storia, invece, danno molto fastidio le coincidenze inventate apposta per portare avanti la trama, vedere incontri propiziati dal furto della borsetta o dalla fuga del cagnolino.
LOTTA (DI CLASSE) DURA E SENZA PAURA
New York è la Grande Mela a cui tutti vogliono dare un morso, simbolo per eccellenza di opportunità per sfondare. Nessuno stupore, quindi, se di fronte al palazzo avito di chi ha ereditato i milioni del bisnonno sorge quello nuovissimo degli arricchiti rampanti.
In questo caso, c’è la famiglia Russell. Il padre George è uno squalo di Wall Street, mentre la madre Bertha si veste come Rossella O’Hara ed è un’illusa. Non solo e non tanto perché vuole sbarazzarsi dei vecchi amici per farsene di nuovi, più altolocati, ma perché è convinta che la figlia non crescerà se lei non le dà il permesso. Per ora Bertha ha incassato una cocente delusione: nessuno si è presentato al party d’inaugurazione della nuova residenza, ma di sicuro non finisce qui.
Rivalsa sociale cerca anche Peggy, l’amica afroamericana di Marian, anche se in toni più soft e con altri mezzi. Coltiva ambizioni da scrittrice mentre fa da segretaria ad Agnes van Rhjin e cerca di frequentare il meno possibile l’ambiente da cui proviene.
DETTAGLI DEL SERVIZIO
Tra la servitù, per ora, non si segnalano personaggi di particolare spicco. Ci sono sicuramente il fedele maggiordomo dei Russell, con la cameriera che ben sa la differenza fra i veri ricchi da generazioni e i parvenu. Ci sono le ragazze al servizio delle van Rhijn, pronte a diffidare di Peggy e ad aiutare Marian all’insaputa delle zie, ma niente di memorabile.
Uno dei meriti che subito risalta dallo show è quello di utilizzare i movimenti della servitù per cogliere i sontuosi dettagli di un’epoca, in fatto di cibi e di arredi. Viene ben utilizzata la tecnica della steadycam. Come nelle scene del film Shining di Stanley Kubrick, in cui si segue il bambino mentre gira in triciclo per i corridoi dell’Overlook Hotel, la ripresa riesce anche a trasmettere un senso di fretta e ansia.
Certo, il pubblico ha scelto di vedere lo show anche per sognare un po’, come suol dirsi, su un’epoca passata, perché facilmente il passato viene mitizzato. Chi cercava opulenza e stile, comunque, non è rimasto deluso.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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The Gilded Age è stata inizialmente concepita per confluire in Downton Abbey. Stando a quanto visto in questo pilot, la strada da fare è ancora lunga. Gli agganci possibili non mancano: ad esempio, nel giro delle opere di beneficenza delle van Rhijn c’è anche Caroline Astor, sorella maggiore di quel John Jacob Astor che morì sul Titanic. Nello stesso naufragio morì il cugino dei Crawley erede designato delle proprietà del conte Robert. Lady Cora, contessa di Grantham, è americana.
Il problema è portare questo nuovo prodotto al livello del precedente. Operazione difficilissima, perché si parte dalla rabbia, dalla diffidenza e non dall’amore. Ma proseguendo la visione si vedrà.
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).