Il viaggio dello Snowpiercer ritorna sul palinsesto di Netflix con una programmazione settimanale e con un giorno di ritardo rispetto alla messa in onda degli episodi sul canale TNT.
Lo show creato da Josh Friedman e Graeme Manson ha già ricevuto il rinnovo ufficiale per una quarta stagione, così che gli avvenimenti narrati in questo ciclo non saranno conclusivi e gli autori potranno allungare leggermente i tempi.
Snowpiercer proviene da un’ottima prima stagione, molto accurata dal punto di vista tecnico e visivo e da una seconda stagione più altalenante e farraginosa, quindi non all’altezza della precedente.
Il ruolo di questi dieci episodi sarà, dunque, quello di ago della bilancia per capire se il prodotto sia effettivamente all’altezza delle aspettative.
HOW DID WE GET HERE?
Come detto poco fa, uno dei difetti più grandi della seconda stagione di Snowpiercer è quello di non essere stata così incisiva e brillante come la precedente.
La trama non ha bucato lo schermo, rimanendo schiacciata da una pesantezza generale e personaggi poco approfonditi (Sean Bean ha trainato da solo il treno, in tutti i sensi).
Ecco perché, guardando questa season premiere, si viene colpiti da una sensazione di smarrimento e si fatica a mettere assieme i pezzi del puzzle e riprendere il focus della narrazione.
Dopo un anno trascorso dalla seconda stagione è normale non ricordarsi perfettamente gli eventi, ma la confusione generale dei primi minuti è sintomo di un qualcosa di più profondo.
TWO TRAINS, AGAIN
Questo primo appuntamento stagionale si apre con due treni rivali che si inseguono a vicenda: lo Snowpiercer capitanato dal malvagio Wilford ed il piccolo treno pirata guidato da Layton.
Nulla, dunque, è cambiato rispetto all’inizio della seconda stagione, se non un rimescolamento di personaggi ed alleanze.
Sul treno di Wilford, infatti, imperversa un inverno siderale e la Resistenza (portata avanti da Pike e Ruth) cerca di portare un briciolo di speranza ai passeggeri.
A bordo del treno pirata, invece, Layton e gli altri continuano a studiare i dati raccolti da Melanie per trovare un modo di sopravvivere all’esterno.
Il ritmo della narrazione procede a singhiozzo e lo spettatore deve sforzarsi di seguire il filo degli eventi (Josie tornata in perfetta forma, Javi vivo e succube di Wilford, Audrey ed altri ostaggi imprigionati in biblioteca).
MISTERI E DERIVE MISTICHE
Lo scorso season finale ha segnato un punto di svolta per il personaggio di Melanie Cavill, in quanto veniva sottolineato come, esaurite le risorse, l’ingegnere si fosse allontanata nel buio in attesa della morte.
Il consumatore seriale, però, sa benissimo che senza un cadavere tutto è possibile, quindi si potrebbe tranquillamente assistere ad un ritorno di Jennifer Connelly in grande spolvero.
I misteri di Snowpiercer non si esauriscono qui: nel suo vagabondare all’esterno Layton trova un bunker con un sopravvissuto al suo interno. Il personaggio interpretato da Daveed Diggs, inoltre, è protagonista di alcune allucinazioni su un qualcosa di simile ad un albero della vita.
Buona l’idea di introdurre questa sottotrama, in quanto la guerra con Wilford potrebbe risultare ripetitiva, ma si spera di non essere di fronte ad una deriva mistica non necessaria.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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“The Tortoise And The Hare” rappresenta il ritorno di Snowpiercer per il suo terzo ciclo e gli ingranaggi si muovono lentamente. Un episodio puramente introduttivo, senza nessuna frenesia e con un’infarinatura del mistero stagionale. Appiattita dal solito meccanismo di caccia gatto-topo tra Wilford e Layton, Snowpiercer muove i primi passi verso un nuovo sentiero. Speriamo sia la carta vincente.
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Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.