Primo episodio di Peacemaker senza la regia di James Gunn.
A prendere le redini dello show è il regista Jody Hill, il cui stile è comunque affine a quello del più famoso collega e, infatti, non lo fa assolutamente rimpiangere.
Per come è girato e narrato, “The Choad Less Traveled” è al 100% James Gunn, con un pizzico d’introspezione in più sui personaggi che non guasta.
Per un momento, infatti, viene lasciato da parte il lato più leggero della serie, rivelando una profondità e un’introspezione che rivela quanto potenziale abbia uno show erroneamente ritenuto solo “comedy”.
RISSE E INTROSPEZIONE
L’episodio si rivela sempre un buon mix di generi e contenitore di un sotto-testo per nulla scontato.
In primo piano, infatti, prosegue la solita linea orizzontale del “Progetto Butterfly”, che qui rivela un inaspettato (e apprezzato) cliffhanger finale riguardante il personaggio di Murn (Chuckwudi Iwuji). Il tutto, condito da soliti scontri e risse a colpi di arti marziali fra i membri del team e Judomaster (l’ottimo Nhut Le). Quest’ultimo, in coppia con John Cena, dà avvio ad una lunga rissa in un parcheggio che risulta esilarante e ben eseguita allo stesso tempo. Si potrebbe dire che un risvolto del genere era immaginabile, mettendo insieme un artista marziale e un ex-wrestler, ma i due aggiungono anche una certa recitazione drammatica che non appare mai banale.
A questo si aggiunge una maggior introspezione anche a tutto il resto del team che, forse per la prima volta, viene coinvolto a 360 gradi in tutte le scene, rivelando una certa personalità nascosta per quanto riguarda i personaggi di Adebayo, Harcourt, Economos e il già citato Murn.
JOHN CENA ON FIRE
Ma è sempre il personaggio interpretato da John Cena a fare la parte del leone (o dell’aquila, tanto per rimanere in tema). Partito come character semi-comico nel film Suicide Squad – Missione Suicida, in questo episodio Peacemaker compie un’evoluzione grandissima come personaggio, portando lo show ai confini con il genere family-drama. Tutto merito ovviamente del suo interprete, con un’interpretazione che non lascia dubbi sulle capacità attoriali di Cena, veramente maturato rispetto agli inizi della sua carriera (e ai film action di serie Z a cui aveva abituato il proprio pubblico).
L’episodio fa luce sul rapporto controverso fra Peacemaker e il padre Auggie (un Robert Patrick sempre più magnetico e inquietante) aka White Dragon, un “super-eroe” suprematista e razzista, di cui qui viene finalmente mostrato il costume. L’infanzia segnata da violenze e costrizioni da parte del padre, e la conflittualità interiore tra i due derivate dalla morte prematura del fratello maggiore, esplodono in una scena dal forte impatto emotivo in cui Peacemaker si lascia andare in una danza catartica sulle note (e qui si avverte l’influenza di Gunn) di House Of Pain dei Faster Pussycat.
VIGILANTE, MIGLIOR AMICO DI SEMPRE
Altro co-protagonista che, in questa puntata, subisce una crescita notevole è quello di Adrian/Vigilante (Freddie Stroma). Anche in questo caso si parla di un personaggio che nasce come “spalla comica” e con la sensazione continua che possa trasformarsi in un futuro villain (per il suo essere semplicemente un sociopatico).
In questo caso, però, anche lui mostra un’introspezione non da poco, guadagnandosi il titolo di “miglior amico di sempre”. Tutta la sequenza in carcere, in cui affronta verbalmente Auggie Smith, è semplicemente geniale e fa empatizzare maggiormente con questo personaggio dal background ancora misterioso per molti versi.
Alla base c’è tutta la capacità di James Gunn nel delineare personaggi corali dai contorni sempre sfumati e mai banali. E anche in questo caso la scrittura non delude, così come la regia che, pur smarcandosi sotto alcuni aspetti dal solito stile, conferma la volontà di creare un prodotto ricercato e originale.
Peacemaker non delude le aspettative e anzi, rilancia ancora di più creando un anti-eroe che sicuramente non deluderà nuovi e vecchi fan della saga cinematografica targata DC Comics.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Dopo l’esordio con ben tre episodi, Peacemaker torna con un cambio di regia interessante ma che segue comunque il “James Gunn’s touch“. Si svelano i background di alcuni personaggi, rivelatisi molto più profondi e sfaccettati, rivelando come Peacemaker sia una serie molto più dramedy di quanto si potesse pensare.
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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!