Euphoria 2×03 – Ruminations: Big And Little BullysTEMPO DI LETTURA 6 min

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Recensione 2x03 euphoriaDopo un avvio di stagione ottimo, sebbene un po’ straniante a causa della lunga pausa intercorsa tra le due stagioni e dal taglio molto più intimistico dei due fantastici episodi speciali che lo hanno preceduto, Euphoria sembra tornare per un attimo alle atmosfere della prima stagione, trasportando lo spettatore all’interno di dinamiche nuove che però ricalcano esattamente quelle che i personaggi avevano già intrapreso in precedenza.
Che si tratti di droghe, amori o pratiche sessuali, il conflitto interiore dei personaggi sembra essere sempre costruito attorno all’eterna paura di fallire dell’essere umano, in contrapposizione a quel desiderio di rivalsa che, se alimentato a dovere, ha il potere di allontanare lo spauracchio di un triste destino già segnato.

GRAN GAY (C)AL


La puntata si apre su un inaspettato, ma graditissimo, flashback sul passato di Cal. La figura completamente negativa sapientemente disegnata fin qui di marito infedele, padre latitante e adescatore di minorenni viene smussata ai bordi, ponendo l’uomo al centro di una sequenza che per la prima volta permette allo spettatore di intravederne il lato più umano. Sequenza che in primo luogo mette in risalto il talento dei suoi giovani interpreti, in grado di restituire allo spettatore le emozioni di una storia d’amore (e di accettazione) letteralmente durata anni in meno di quindici minuti, e che in secondo luogo ricostruisce in maniera sicuramente plausibile il pregiudizio omofobico e la più generica stigmatizzazione del diverso della società di quegli anni.
La storia di due ragazzi di periferia innamorati, costretti a sopprimere le proprie emozioni e a mascherare disagio e tristezza, diventa così a tutti gli effetti la origin story di Cal, prodotto di una società che, nel tentativo di sopprimere la sua vera natura e mantenere così un “ordine naturale delle cose”, ha finito per trasformarlo nell’individuo violento e manipolatore che è ora.
Più avanti nell’episodio, l’uomo incontra Fez e suo fratello Ash, questa volta a casa dei due ragazzi, nella speranza di recuperare il sex tape girato con Jules nella precedente stagione, ma dopo aver preso più botte dell’orso si renderà conto di essere stato raggirato da suo figlio. Grazie al simpatico giochetto di Nate, il segreto di Cal ora non è più così tanto al sicuro e il fatto che tra i detentori di questa confessione ci sia proprio l’aggressore del figlio non può far altro che preannunciare altro sangue. E per il momento la possibilità “Ash, danno collaterale” si fa sempre più vivida. HBO non perdona.

HELL THE FUCK NO, RUE


Rue, if you screw me I’ll have you kidnapped and sold to some real sick people. I always find a way to make my money back. I’m serious.

Nonostante la puntata metta molta, forse troppa, carne al fuoco in questo episodio, il focus maggiore è naturalmente quello su Rue, che sembra non contemplare assolutamente la possibilità di disintossicarsi, puntando invece ad entrare nel business dello spaccio di sostanze stupefacenti tramite l’eccentrica kingpin Laurie. Il personaggio interpretato da Martha Kelly (American Gods, Baskets), talentuosa caratterista spesso associata al classico personaggio fuori luogo che fa ridere proprio per il suo essere spesso inopportuno, riesce nel difficile intento di creare un character evidentemente molto pericoloso ma stranamente percepito come innocuo, anche grazie a uomini nudi che girano per casa e conversazioni grottesche che, seppur ben scritte, finiscono per minare il realismo di fondo delle vicende che stanno accadendo.
Potrebbe naturalmente trattarsi di uno stratagemma televisivo, al pari della rottura della quarta parete, per restituire allo spettatore la percezione sbagliata che probabilmente Rue ha della persona che ha davanti, quasi si trattasse di un gioco, non rendendosi conto del reale rischio che sta correndo e di aver ufficialmente fatto il primo passo in un sentiero dal quale probabilmente non vi sarà ritorno. Percezione confermata anche dall’atteggiamento decisamente poco maturo mostrato nei confronti del suo sponsor Alì, che trova nella sua immotivata aggressività una sorta di ammissione di colpevolezza da parte della ragazza.
Un altro appunto, che potrebbe comunque cambiare in base alla percezione dello spettatore, riguarda la recitazione a volte inspiegabilmente sopra le righe di Zendaya. Nel corso della prima stagione, l’attrice era riuscita a dare vita ad un personaggio del tutto autentico. Sia che si trattasse di dipendenza da droghe o dalla sua relazione con Jules, ogni reazione di Rue è sempre risultata completamente genuina, quasi come se i confini tra attrice e personaggio non esistessero più. Una mimica facciale in più di un’occasione volutamente marcata e un modo di recitare se vogliamo più maturo ma meno ispirato, unito al sopracitato contesto gangster un po’ grottesco, contribuiscono, in alcuni punti, a rendere meno realistiche le vicende narrate. Piccole pignolerie che comunque non vanno ad intaccare il giudizio complessivo dell’episodio, senza dubbio positivo.

IL TRIANGOLO NO


Cassie: “No, you deserve someone who’s passionate and loving. Who yearns for you, and can’t wait to see you, who you’re not gonna fight with, and just who’s gonna love you. Like…really, truly love you.

Messe da parte le vicende di Rue, e di conseguenza anche quelle di Jules, più in secondo piano rispetto ad altri personaggi in questo episodio, a farsi avanti sempre più prepotentemente sulla scena è il personaggio di Cassie, decisamente molto più esplorato in questa seconda stagione.
Dopo aver ceduto alle lusinghe di Nate, spinta dal costante bisogno di attenzioni che finora l’ha portata a vivere la vita in funzione degli altri e non in funzione di se stessa, la ragazza si trova invischiata in un triangolo amoroso già destinato a finire malissimo. Il ragazzo, ormai un villain a tutti gli effetti, continua a mostrare il suo lato oscuro senza il minimo segno di pentimento o di qualsivoglia fibra morale, utilizzando entrambe le ragazze solo ed unicamente per soddisfare i suoi bisogni personali senza pensare in nessun modo alle conseguenze delle sue azioni sulla psiche delle sue “vittime”.
Quella di Cassie è un’angoscia che il pubblico vive insieme a lei e che trova il suo culmine nell’intensa sequenza allo specchio: la cronica ricerca di approvazione maschile si scontra con l’incontenibile senso di colpa nei confronti della sua amica, scatenando un’onda d’urto in grado di scuotere Cassie nel profondo. Ma se nella mente della ragazza finalmente le parole trovano il coraggio di uscire, esplodendo in faccia a Maddy, nella realtà tutto ciò si traduce in una paralisi fisica ed emotiva che sintetizza alla perfezione l’attuale situazione emotiva della ragazza.

Cassie: “I love that I’m your secret and I can’t tell a soul.
Nate: “I love how fuckin’ sick you are.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Atmosfera della prima stagione
  • Flashback su Cal
  • Elliot personaggio interessante
  • Cal a casa di Fez e Ash
  • Cassie al centro della scena
  • Rue ha fatto il primo passo in una strada senza ritorno
  • Recitazione sopra le righe di Zendaya
  • Realismo di fondo talvolta rovinato dalle atmosfere bizzarre soprattutto nelle scene “da gangster”

 

Si respira di nuovo l’atmosfera della prima stagione in questo “Ruminations: Big And Little Bullys”, e questo non può che far piacere. Alcuni stratagemmi narrativi finiscono col cozzare con il realismo di fondo della serie, minandolo in qualche occasione, ma nel complesso probabilmente il migliore episodio tra i tre andati finora in onda.

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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

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