“Motherland” è l’episodio del cambio di prospettiva di questa quinta stagione, ormai arrivati a ridosso del finale. Si tratta di un cambio di prospettiva che riguarda un po’ tutti i personaggi.
Il primo è relativo al territorio canadese: la popolazione sta diventando sempre meno tollerante verso i rifugiati di Gilead. L’altruismo e il desiderio di aiutare il prossimo sembrano essere scomparsi, soppiantati da un cinismo sociale che rispecchia, purtroppo, la realtà odierna.
I picchetti contro i rifugiati stanno aumentando e stanno diventando sempre più numerosi, come si percepisce dai dialoghi di Luke e Moira. I protagonisti erano arrivati in un territorio che sembrava poter dar loro uno sguardo su un futuro più radioso rispetto a quello che si prospettava a Gilead. Una visione brutalmente deturpata e che porta June a ponderare l’idea di tornare proprio là, a Gilead, per riavvicinarsi anche ad Hannah.
Il secondo cambio di prospettiva è più immediato e forte, forse, perché riguarda Serena ora costretta a ricoprire, di fatto, il ruolo di babysitter al suo stesso figlio all’interno di una casa di estranei. Prospettiva ribaltata di quando la casa di estranei era la sua e la babysitter era Offred/June.
Serena: “What am I supposed to do now?”
June: “Um…go back to the Wheelers.”
Serena: “How? How do you go and live in a house with a woman who’s trying to steal your baby?”
June: “Are you seriously asking me that?”
Serena: “How did you ever…How did you ever live with me?”
June: “Here’s what you’re gonna do. Okay? You’re gonna go back in there and you are gonna act like a Handmaid. But the entire time, you will be plotting against them and planning your revenge.”
Serena: “Is that what you did?”
June: “Look at what happened to Fred. And look at you now.”
Serena: “June. What would you do if you were me?”
June: “Listen to me. You cannot help your child if you’re not with them. I would go back.”
SI TORNA A GILEAD, FORSE
Ma perché mai June prenderebbe in considerazione l’idea di tornare a Gilead?
Con la morte di Putnam molte cose sono cambiate a Gilead. Quella più importante è che al comando ora siedono Lawrence e Nick, due persone che in passato (anche molto recente) hanno dimostrato di tenere particolarmente a June. Ennesima dimostrazione è l’offerta di Lawrence: dare rifugio a June, Nicole e Luke a New Bethlehem (nuova cittadina costruita per accogliere le persone rifugiatesi in Canada), riuscendo a star vicino ad Hannah e alla sua nuova famiglia.
Ed è qui il problema più grande: per quanto Lawrence e Nick siano stati di supporto e di aiuto in passato, rappresentano ingranaggi conniventi (e forse anche loro credenti, seppur in parte) del medesimo meccanismo da cui June è scappata. Gilead continuerà ad essere Gilead. Da questo fronte è impossibile prevedere un cambiamento radicale. Ciò che si prospetta è quindi un riavvicinamento ad Hannah, pur con il mantenimento delle regole ben note di Gilead. Si tratta di condizioni difficile da digerire sia per Luke, sia per June.
ALLA RICERCA DI HANNAH
Ecco che però The Handhmaid’s Tale sfodera un piccolo deus ex machina per sbloccare una trama altresì paralizzata da tempo.
Proprio quando tutto sembrava lasciar pensare che June accettasse la proposta del comandate Lawrence, Mark Tuello con l’aiuto dell’esercito americano riesce a localizzare Hannah e annuncia che un raid verrà lanciato per poterla trarre in salvo dal territorio di Gilead. Una cosa che a June era stata promessa da tempo e che, convenientemente, sembra avvenire proprio nel momento in cui la fiducia di June verso Tuello e le istituzioni sembrava farsi più labile.
Ma il salvataggio avverrà davvero oppure si tratta di puro e semplice fumo negli occhi? Senza contare che Hannah era la leva di Lawrence per riavere June a Gilead, questo attacco lederà il rapporto tra i due?
CIOÈ SI STA RIBALTANDO LA SITUAZIONE…
Viene accelerata con rapidità la storia di Serena invece, in precedenza reclusa nel centro di detenzione e successivamente addetta alla nursery del suo stesso figlio nella casa dei Wheelers. Questo ribaltamento di fronte, così come il dialogo con June, danno modo alla donna di vedere l’altra faccia della medaglia solo in parte intravista nel periodo trascorso al fianco di Fred a Gilead. Quella di cui si vestiva Serena per non vedere (ed ignorare) era pura e semplice omertà. Un velo ora impossibile indossare da parte sua visto e considerato che “la posizione scomoda” è la sua e non più quella di un’altra donna.
Il faccia a faccia con June, l’ennesimo, chiarisce ulteriormente alcuni punti sul rapporto delle due donne: impossibile essere amiche, per quanto Serena tenti di buttare sul sentimentale la conversazione giocando sul fattore “mamma”. June si mostra fredda e distaccata (“We’re not friends, Serena“), forse recuperando parte del cinismo percepito in casa ad inizio puntata nei dialoghi tra Moira e Luke relativi al figlio strappato dalle braccia di Serena.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Un episodio che avvicina lo spettatore al finale di questa stagione con alcuni cambiamenti radicali: Serena nelle vesti di Offred/June; Hannah possibilmente vicina a tornare da Luke e June; l’odio verso i rifugiati in Canada cresce. Tutti elementi ben esposti per uno show che continua, a sorpresa, ad avere qualcosa da raccontare. E non è cosa da tutti.
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.