“Amari” è probabilmente il miglior episodio di questa stagione, e questo è già di per sé un piccolo ossimoro. Perché sì, questa quarta stagione non è affatto buona: la trama orizzontale non riesce a essere interessante, e tutto — dalle relazioni amorose alle dinamiche di potere — sembra campato in aria.
Il caso più lampante è la relazione tra Bradley e Cory che emerge dal nulla e avanza con una leggerezza quasi imbarazzante nonostante anni e anni di nulla cosmico ma tanto teasing, così come il legame tra Alex e Brodie che si fa sempre più evidente e che con ogni probabilità esploderà nei prossimi episodi.
DATECI MOLTE PIÙ TRAME SECONDARIE, GRAZIE
È ormai chiaro che la showrunner Charlotte Stoudt abbia scelto di virare verso un approccio più simile a Grey’s Anatomy piuttosto che rimanere fedele al The Morning Show delle prime due stagioni. Un cambio di direzione che può piacere o meno (e a chi scrive, no), ma che rappresenta una rottura netta con ciò che aveva reso la serie un successo iniziale: trame dense, attualità pungente e una coralità costruita attorno a personaggi ben sviluppati — Mitch Kessler in primis, interpretato da uno straordinario Steve Carell.
Eppure, proprio dentro questo mare di scelte discutibili, “Amari” riesce a brillare. Il motivo è semplice: il cuore dell’episodio non è nella trama orizzontale, ma in una trama secondaria che nasce e muore nell’arco dei 50 minuti e che si concentra su Christine “Chris” Hunter e sullo scandalo legato al presunto uso di doping per migliorare le sue prestazioni sportive. È qui che lo show torna a fare ciò che sa fare meglio: raccontare con intensità e lucidità temi attuali e complessi, attraverso il filtro della pressione mediatica e delle dinamiche di genere.
La seconda parte dell’episodio è un piccolo gioiello emotivo. Non solo perché regala spazio e spessore a Chris — un personaggio che da comprimario diventa finalmente tridimensionale — ma perché affronta temi forti: aborto, pressioni dei media, sponsor interessati solo ai risultati immediati, aspettative diverse tra uomini e donne. Tutto ciò restituisce allo spettatore quella sensazione di autenticità e rilevanza che si era un po’ persa nelle ultime stagioni. È la dimostrazione concreta che The Morning Show funziona quando mette da parte gossip e relazioni amorose improvvisate per concentrarsi su questioni reali e scomode.
PROSEGUE L’EMORRAGIA
Ma non è tutto rose e fiori. Anche in un episodio così riuscito, continua la lenta emorragia di personaggi: Chip, Miles e altri comprimari spariscono senza alcuna spiegazione. Se da un lato questa assenza fa bene allo show, liberandolo da storyline inutili, dall’altro la scomparsa improvvisa di figure chiave come la CEO Celine e Stella risulta inspiegabile. Non serve Sherlock Holmes per capire che il motivo è principalmente economico: niente cachet per Greta Lee e Marion Cotillard significa risparmio sul budget. Ma la narrazione ci perde: l’assenza di due personaggi così centrali si sente eccome.
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“Amari” è la dimostrazione che The Morning Show sa ancora colpire quando decide di raccontare storie forti, umane e socialmente rilevanti. Peccato che questo slancio arrivi in un contesto narrativo più ampio sempre più fragile e prevedibile.
