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The Sex Lives Of College Girls 1×01 – Welcome To EssexTEMPO DI LETTURA 3 min

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recensione the sex lives of teenage girls 1x01Arriva un nuovo teen dram(edy), di cui forse nessuno sentiva la necessità, nientepopodimeno che da HBO Max. E, si sa, la combinazione college-ragazze-sesso è sempre esplosiva, su qualsiasi piattaforma streaming, prestige o meno.
L’incipit della serie scritta e prodotta da Mindy Kaling, attrice/sceneggiatrice in The Office, The Mindy Project e molto altro, non può che essere dei più banali.
Nel primo episodio si assiste ai primi giorni al college di 4 ragazze di varia estrazione sociale e geografica: la bionda snob newyorkese, la white trash delle midwest, l’indiana figlia di immigrati e la figlia di una famosa senatrice amante del calcio.
Il tutto nell’esclusivo (ma inesistente) college Essex nel Vermont che ovviamente richiama quelli della Ivy League e che va ad inserirsi in quel filone di “vorrei ma non posso” in cui vivono il 99,9% delle persone. Gli episodi finora previsti saranno 7, poi, come si dice, si vedrà.

NIENTE DI ORIGINALE, RAGAZZI/E


Cosa si può dire di questa serie?
Sicuramente non fa mistero di non voler essere nulla di originale e, anzi, sceglie già nei titoli di mettere uno dei suoi temi fondanti: “giovani donne che fanno sesso”. Se queste tematiche suonano come già sentite, beh, non ci si sbaglia. Da Sex & The City ad il nuovo Gossip Girl (sempre di HBO Max), la lista delle possibili inspirazioni di questa serie è molto lunga. Banale anche la scelta di suddividere le ragazze secondo schemi già visti e diversi stereotipi che ora magari possono passare sotto l’etimologia “inclusive” (sempre molto cara a HBO Max) ma che invece sono solo banalizzazioni studiate a tavolino. Anche lo scegliere di usare il sesso parlato e praticato come base delle vicende non offre spunti particolari.
Allora in cosa la serie vorrebbe distaccarsi delle altre? Probabilmente dalla volontà di mischiare diversi registri, ironico e serio, sfruttando le dinamiche in cui si trovano le protagoniste soprattutto rispetto al sesso e all’urgenza di praticarlo tipica degli adolescenti diventati matricole.

MUTUO SOCCORSO


Le quattro ragazze si scoprono compagne di stanza per caso e riescono quasi da subito a creare tra di loro un rapporto empatico, facendo emergere anche altri lati di loro stesse non necessariamente divertenti e piacevoli.
Così Kimberly, partita come ingenua ragazza del Midwest derisa da tutti, reagisce alla cruda realtà dei suoi compagni di college (e del fidanzato) mostrando un carattere più sfaccettato. Bela, decisa a fare la comica, scopre che anche quando si è disposti a fare di tutto per emergere si deve sempre tener conto delle conseguenze. Whitney invece, apparentemente sicura di sé, in contrasto con una madre ingombrante, capisce che anche un carattere forte nasconde molte insicurezza. Infine Leighton, forse il personaggio più complesso, realizza quanto il suo essere distante le preclude la possibilità di vivere pienamente i rapporti umani, incluso l’amore e la necessità di nascondere la sua seconda vita.
In sostanza se inizialmente il registro ironico (e a tratti sarcastico) lasciava presagire una deriva verso situazioni al limite del crudele, viene poi virato verso qualcosa di più drammatico, rendendo il prodotto ancora acerbo e, quindi, poco definito. Le messa in scena non è affatto originale e alcune situazione sono troppo telefonate per lasciarle correre. Va detto però che rimane godibile senza aver pretese di vedere qualcosa che possa diventare la nuova “cosa figa da vedere”.
Per sette episodi leggeri e, a tratti, divertenti, si può fare.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Le 4 attrici sono abbastanza realistiche per le parti a loro affidate.
  • Situazioni divertenti.
  • Messa in scena un po’ convenzionale, a cominciare dal college dove è ambientata la storia.
  • Niente di memorabile, che facilmente si dimentica dopo averla vista.

 

La serie viene da HBO Max quindi le aspettative sono sempre alte. Al primo episodio, vengono un po’ deluse ma forse era esagerato averle per quello che si pone essere come un piacevole passatempo teen. Non a livello di un guilty pleasure ma abbastanza per sanare chi ha sete di teen drama.

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Dopo miliardi di ore passate a vedere cartoni giapponesi e altra robaccia pop anni ’80 americana, la folgorazione arriva con la visione di Twin Peaks. Da allora nulla è stato più lo stesso. La serialità è entrata nella sua vita e, complici anche i supereroi con le loro trame infinite, ora vive solo per assecondare le sue droghe. Per compensare prova a fare l’ingegnere ma è evidentemente un'illusione. Sogna un giorno di produrre, o magari scrivere, qualche serie, per qualche disperata tv via cavo o canale streaming. Segue qualsiasi cosa scriva Sorkin o Kelley ma, per non essere troppo snob, non si nega qualche guilty pleasure ogni tanto.

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