È difficile riuscire a fare una serie di sei episodi e peggiorare la narrazione costantemente, eppure The Walking Dead: Daryl Dixon sembra aver impostato l’intera stagione creando una costante agonia per lo spettatore. Agonia che ha come obiettivo finale quello di distruggere tutte le cellule cerebrali del pubblico.
Lo scorso episodio aveva posto delle ottime basi per stroncare la serie sotto ogni punto di vista ma in questo “Deux Amours”, oggettivamente, i momenti di non-sense più totale si sprecano andando a scomodare un paio di super zombie (che fanno il loro esordio in questo universo) e anche uno strano mix di tentati suicidi/omicidi che non hanno il più pallido senso.
Nella recensione della puntata precedente ci si era accaniti sulla sceneggiatrice del giorno, tale Shannon Goss, additando però le colpe principali allo showrunner David Zabel che invece si mette direttamente alla sceneggiatura di questo penultimo episodio insieme al produttore esecutivo Jason Richman, probabilmente nel tentativo di essere accusato in maniera più diretta da parte di chi sta scrivendo questa recensione. Gesto molto apprezzato che faciliterà le critiche che verranno mosse da qui in avanti riguardo questa puntata deplorevole.
IL SUPER ZOMBIE
Sulla carta questo episodio avrebbe dovuto “spaccare l’Internet” sia perché viene rivelato come Daryl sia arrivato in Francia, sia perché Melissa McBride, l’interprete di Carol, fa una comparsata telefonica in attesa di arrivare in carne ed ossa nella seconda stagione (cosa purtroppo già confermata). La differenza tra volere e potere però è piuttosto grande e quindi la montagna (David Zabel) ha partorito il topolino (una spiegazione ignobile e stupida) con il risultato che questa puntata è facilmente etichettabile come la peggiore dello show. Praticamente al livello di Fear The Walking Dead.
L’idea di focalizzare metà episodio sul passato di Daryl ha un senso logico ma è tutto quello che ci sta intorno che non lo ha. A partire dal fatto che esista un gruppo di uomini che spedisce quintalate di zombie ed esseri umani in Francia per farci esperimenti, come se in Francia non avessero zombie come in USA. Certo, si potrebbe argomentare che ci siano “varianti” diverse di zombie ma non giustificherebbe comunque l’utilizzo di una barca di quelle dimensioni per fare l’attraversata dell’Atlantico.
Oltretutto non ci sono spiegazioni circa il perché Daryl sia arrivato in Maine, né come sia finito prigioniero nella barca visto che a metà puntata viene semplicemente allontanato dall’insediamento. Ma forse avere più coerenza e contesto narrativo significa chiedere troppo, errore del pubblico che invece dovrebbe semplicemente ringraziare Zabel per aver creato dei super zombie che segnano il passaggio ufficiale verso quel momento tanto atteso in cui si ufficializza l’assenza di idee e si riutilizzano espedienti narrativi a tema più fantascientifico. L’arrivo degli alieni e/o l’utilizzo della magia a questo punto è rimandato di solo un paio di stagioni.
MEGLIO IL PASSATO CHE IL PRESENTE
Tra scene nel passato e scene nel presente, la demenzialità generale non si spreca ma ci sono ovviamente motivazioni diverse che affossano le due porzioni temporali.
Nel passato le colpe principali sono da additare alla necessità inesistente di creare una rotta commerciale tra Nord America ed Europa, rotta commerciale che è stata creata per la domanda/offerta di zombie, chiaro bene primario nel mondo di The Walking Dead. Da questa base di partenza poi è piuttosto facile peggiorare sguazzando nella mancanza di spiegazioni e nella frase di Carol che stuzzica lo spettatore dicendo “Copy that. Hey, Daryl. Yeah… …came back“, un’interferenza radio piuttosto chiara e che fa da teasing a Rick e Michonne. O magari a Morgan, ma chi se ne frega a questo punto.
Nel presente, invece, la sceneggiatura riesce addirittura a peggiorare con Laurent che prima con una mossa geniale da futuro leader del mondo si libera dell’unica barca con cui doveva raggiungere il rifugio e poi Suor Isabelle cambia completamente idea sul suo ex fidanzato prima cercando di ucciderlo e poi cercando di uccidersi. Ha tutto molto senso come al solito, ha tutto molto senso…
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Ad un episodio dal gran finale, la trama ha sempre meno senso ma almeno ora si sa che l’obiettivo è raggiungere Mont-Saint-Michel. Ennesima scelta logica dello spin-off.
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.