Se nell’episodio precedente i personaggi protagonisti si dividevano ciascuno per la sua strada, qui il titolo lascia ben trasparire come questi si riavvicinino fra loro.
Ma, purtroppo, questo non è affatto indice di una linea temporale chiara e auto-conclusiva, tutt’altro.
The Witcher continua a farsi del male con episodi fin troppo prolissi che si basano principalmente su scene fin troppo verbose e su piccoli jumpscares che dovrebbero portare a plot twist importanti ma che, nei fatti, appaiono come un tentativo abbastanza grezzo di far durare il tutto 60 minuti buoni, ma non avendo poi molto da dire.
CIRI E LA STORYLINE TEEN
Buona parte dello show riguarda, ancora una volta, le vicende legate alla coppia Ciri-Yennefer, sicuramente la più “picaresca” fra le storylines presenti, non fosse altro che per la possibilità, da parte delle due, di muoversi su più ambienti e di affrontare un vero e proprio percorso di formazione.
Entrambe, infatti, continuano ad approfondire il proprio rapporto fra madre-figlia adottive (qui con l’aggiunta del ricongiungimento con Tessaia e le altre maghe, sempre in un’ottica di conflitto famigliare), stavolta incappando nel più classico dei conflitti “teen” in cui l’armai adolescente Ciri fa di tutto per fare infuriare apposta la propria mentore (con l’effetto ovviamente di apparire come il personaggio più antipatico dello show per lo spettatore adulto) e ficcandosi sempre nei peggiori guai.
Al di là del gusto più o meno personale da parte dello spettatore, non si può considerare questa comunque l’unica storyline degna di nota, mentre ben più statica appare quella di Geralt che si comporta sempre allo stesso modo per cui non deve compiere alcun percorso di formazione.
VILLAIN E SCENE DI SESSO INUTILI
Il buon Geralt infatti continua la sua “indagine” sulla falsa Ciri stavolta aiutato (oltre che dal solito Ranuncolo) da un’altra “famiglia particolare” composta da Otto e Annika, rispettivamente un ex-lupo mannaro e una guaritrice.
Questa parentesi scorre abbastanza velocemente ed è supportato solo dagli innumerevoli jumpscares presenti (dal momento che, di fatto, è l’unica parentesi realmente fantasy-horror) presento nello show.
Ma finora questa particolare storyline non porta a niente e appare semplicemente come un surplus per inserire comunque Geralt in uno show che lo vede sempre più come un comprimario che non come un protagonista vero e proprio.
Molto più interessante è il versante dei “villain” dove una svolta non da poco avviene con il complotto ai danni del principe Radovid e il ritorno inaspettato di Cahir/White Flame (Eamon Farren), purtroppo a discapito di un character interessante come Gallatin (Robbie Amell) che qui viene immediatamente fatto fuori (di fatto facendolo risultare sprecato).
Su questo versante bisogna dire che The Witcher ha avuto un calo impressionante, dal momento che i villain presenti (ad eccezione del già citato Cahir) appaiono fin troppo stereotipati o ridicoli (Radovid ma anche lo stesso Dijkstra) o usati per scene inutili o didascaliche (la scena di sesso fra Philippa e Eva).
CONCLUSIONI
“Reunion” ha dunque il solo merito di essere un episodio fondamentale per lo sviluppo di Ciri e White Flame (personaggi in un certo senso accomunati fra loro e forse destinati a scontrarsi). Per il resto conclude un certo filone della storia e lo fa in una maniera decisamente epica con il ricongiungimento fra Ciri e Geralt.
Tale scena viene lasciata all’ultimo come abile cliffhanger finale e sarà certamente apprezzata dai fan della saga di Sapkowski, in quanto ricalca abbastanza fedelmente le pagine dei libri.
Ed è questo l’unico motivo per cui si merita un Save, più d’incoraggiamento che per altro. In compenso però per arrivarci lo spettatore ha dovuto sorbirsi minuti interi di pura e dialogica noia.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Episodio che già dal titolo fa il paio con il precedente. C’è sicuramente un miglioramento per quanto riguarda l’azione e i colpi di scena, ma il ritmo generale continua ad essere fin troppo lento e dialogico.
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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!