Tom Jones 1×03 – Episodio 3TEMPO DI LETTURA 4 min

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Tom Jones si è ormai stabilito a Londra e la narrazione prosegue offrendo una critica sociale in confezione luccicante.
Esempio perfetto, la festa in maschera ma, ancor prima, la relazione fra il protagonista e Lady Bellaston.
I dialoghi sono incentrati sulla contrapposizione fra la vedova (ricca) e la giovinetta da maritare (sempre in possesso di cospicuo patrimonio). La prima pensa di potersi godere una vita di piaceri e libertà, anche perché “la famiglia non le è mai servita a molto, soldi a parte”. L’altra è rigidamente vincolata a tutte le convenzioni sociali, quasi simbolo e pegno vivente degli affari di famiglia.
Nel caso specifico di Sophia, inoltre, ogni parente ha idee precise su chi far sposare alla ragazza. Ovviamente senza chiedere il suo parere. Gli uomini, invece, hanno diritto ad esprimere una propria opinione, senza comunque garanzia di essere ascoltati.

UOMINI E DONNE


Come si diceva nella precedente recensione, il protagonista Sully McLeod non è il massimo quanto ad espressività e sottigliezza. Risulta quasi più incisivo il cicisbeo Lord Fellamar, nonostante il minutaggio contenuto delle sue scene.
Se, comunque, Tom Jones dev’essere un ragazzo campagnolo, dotato di buon cuore ed energia quanto ignaro delle maniere del cosiddetto “gran mondo”, ci sta anche questo.
Nel finale, inoltre, Tom segna punti su punti usando logica ed etica (si rifiuta di consegnare la lettera a Lady Bellaston). Lord Fellamar, invece, scade molto con i suoi sgraditi approcci a Sophia.
Per fortuna arriva nonno Western, sempre simpatico, sempre alticcio, a salvare la nipote. Purtroppo, però, per farla cadere nelle grinfie di William Blifil. Le idee di quest’ultimo su come un marito debba trattare la moglie meritano un discorso a parte.

JE VEUX VIVRE


In tutto questo, a menare le danze è Lady Bellaston, letteralmente e metaforicamente. Hannah Waddingham giganteggia nel ruolo. Ad aiutarla, più ancora di Sully McLeod, ci sono le scelte di regia e montaggio.
Nella scena in cui lei e Tom fanno l’amore, per esempio, si sente in sottofondo l’aria Je Veux Vivre, dal Roméo et Juliette di Gounoud. Forse l’epoca in cui è ambientata la vicenda di Tom Jones non era proprio quella del valzer, ma la scelta è azzeccata. Prima di tutto, anche se Lady Bellaston non ha 15 anni, c’è il desiderio di liberarsi da matrimoni imposti e vincoli sociali vari. Il retrogusto amarognolo della situazione è quindi rispettato. Secondariamente, l’acuto del brano arriva assolutamente al momento giusto.
La scena della festa in maschera, invece, mantiene ciò che promette: intrighi e corteggiamenti. Il momento finale, con l’inquadratura dall’alto, in allontanamento, sa forse un po’ troppo di moderno videoclip, ma è un difetto perdonabile.

25 NOVEMBRE


Lady Bellaston:Tell me, Mr. Blifil: what kind of a husband do you mean to be to my niece? Who tends to wilderness, I fear.
Mr. Blifil:I mean to narrow her horizons, Madam.
Lady Bellaston:Oh, I’m very glad to hear it.
Mr. Blifil:Discipline her ambition within the confines of the nursery, the kitchen and her needlework.
Lady Bellaston:Her husband’s desires. Whatever they may be. Very good.

Nel dialogo qui sopra, mentalità distorta (di lui) e ipocrisia (di lei) la fanno da padrone. Se ne accorge anche la povera Harriet, l’unica a scontare la pena della riprovazione sociale in quanto “malmaritata“.
Oggi la situazione è molto cambiata, ma bisognerebbe indagare se non ci sia ancora, sotto sotto, una mentalità di questo tipo tra le cause della violenza sulle donne.
Sicuramente, l’ubriachezza di nonno Western può avere una qualche “giustificazione”: a quei tempi, infatti, bisognava andare a prendere l’acqua al pozzo, al fiume o alla sorgente. Non c’era garanzia, quindi, della sua purezza e gli alcolici erano più sicuri. La mentalità di Blifil, invece, non ha alcun fondamento razionale. Il giovane gentiluomo, inoltre, si sente sempre perfettamente dalla parte della ragione.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Hannah Waddingham
  • La scena della festa in maschera
  • L’uso di Je Veux Vivre in sottofondo
  • Protagonista un po’ sottotono
  • La mentalità di Blifil

 

La serie procede in maniera interessante e scorrevole. Questo episodio dedica quasi tutte le sue energie a mostrare quali miserie morali e dolori si possano nascondere sotto le apparenze più luccicanti. Si va avanti per contrapposizioni: rozzo campagnolo e damerino di mondo, vedova e fanciulla da marito, ambienti lussuosissimi e stanzette fatiscenti. Questo non sarà particolarmente elaborato e innovativo, ma veicola il messaggio in modo forte e chiaro, lasciando spazio anche al lato più leggero e buffo della storia.

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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