Quante cose possono essere raccontate in 51 minuti e 26 secondi? In quasi un’ora molti film riescano a sviluppare ampiamente i propri personaggi e la trama nel suo complesso, andando poi a salvare gli ultimi 30-40 minuti per il famigerato “terzo atto” e per la conclusione.
La serie creata e sceneggiata da Simon Kinberg e dai suoi schiavi invece ha dimostrato per l’ennesima volta di essere completamente indegna del tempo dedicatogli dal pubblico e, soprattutto, incapace di utilizzare l’ampio minutaggio concessogli.
Se da un lato l’alternanza delle storyline tra le varie puntate aiuta a smaltire l’odio e la frustrazione accumulati durante la visione, dall’altro è innegabile come si stia assistendo all’ennesima storia diluita all’infinito e che si muove a ritmi di procedurale televisivo. Nemmeno la presenza o l’interazione con gli alieni riesce a riaccendere il fuoco della passione. É incredibile che Kinberg e i suoi sgherri invece pensino che un triangolo amoroso tra adolescenti possa riuscire in quello che degli alieni hanno fallito miseramente.
ALIENI GIAPPONESI
“Cosmic Ocean” non è un episodio diverso dagli altri, l’inutilità della serie era già stata ampiamente dimostrata con orgoglio in diverse occasioni in questa stagione (“Down The Rabbit Hole” e “Chasing Ghosts” sono i punti più bassi finora) ma anche questa volta non ci si tira indietro andando fondamentalmente a dare a Mitsuki l’incarico di mandare avanti l’intera serie da sola tramite contatti con l’entità aliena che si finge la sua ex fidanzata. Ottima trama direbbe qualcuno.
Una situazione sicuramente più credibile e realistica rispetto alla recitazione di certi attori che meriterebbero l’oblio ma comunque non sufficiente dopo otto episodi che continuano a riproporre più o meno lo stesso tipo di situazioni:
- Mitsuki riesce ad entrare in contatto con l’alieno;
- Mitsuki riesce a parlare in giapponese con l’alieno che si finge Hinata;
- Mitsuki comincia a subire il contrappasso di queste esperienze extraterrestri;
- Mitsuki comincia a studiare la lingua aliena;
- Mitsuki manda affanculo la finta Hinata.
Per questi cinque passi ci sono voluti circa 120 minuti, un tempo non meglio specificato (probabilmente solo un paio di giorni all’interno della serie) e diversa incompetenza generale da parte del team di scienziati messo insieme dal miliardario di turno che, nel più classico dei comportamenti, manda all’aria protocolli e processi rigorosamente rispettati fino ad allora.
TEMPESTE FINTE E BAMBINI ARRAPATI MONOESPRESSIVI
L’unica nota positiva di questo episodio è l’assenza di Aneesha, senza ombra di dubbio character che suscita più istinti omicidi tra tutti. A sostituirla, però, vengono messi Caspar e gli altri bambini insieme a Trevante e alla detective che è stata inserita a metà stagione cercando di risollevare le sorti della sua storyline.
Premettendo che entrambe le storyline continuano a non aggiungere molto alla trama, da un lato l’aggiunta di un triangolo amoroso non richiesto non può in alcun modo aumentare l’interesse dello spettatore, il focus infatti dovrebbe essere completamente altrove; dall’altro lato, invece, c’è l’ennesima intrusione dentro questa fantomatica base militare che si traduce in un nulla di fatto in cui però la CGI e la poca accortezza di regista e tecnici dimostrano tutto il loro valore.
Infatti se si presta un po’ di attenzione, nel momento in cui la tempesta creata da Mitsuki imperversa nella base, Rose (la detective) corre a destra e a sinistra ma i suoi capelli rimangono immobili e lo stesso si può dire della gran parte degli oggetti in scena che non risentono dell’effetto di un mezzo uragano. Ennesimo motivo per guardare Invasion più per gli errori che per la storia.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Nemmeno la visione a velocità 1.5x riesce ad alleviare il dolore e la frustrazione generalizzata che si prova guardando un altro inutile episodio di quella che poteva essere una bella serie tv ma che continua a essere scritta e recitata da sceneggiatori e attori incapaci di trasmettere emozioni.
Quanto ti è piaciuta la puntata?
2.7
Nessun voto per ora
Tags:
Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.