Con l’attuale trittico di episodi, Vikings: Valhalla supera metà stagione lasciando solo due puntate a separarla dal finale di serie.
Con sei episodi alle spalle si può dunque avere un’opinione abbastanza chiara sulla gestione della stagione. E il risultato non è propriamente soddisfacente.
Finora, infatti, la stagione sembra ancora in piena fase di preparazione, con personaggi che si spostano continuamente, incontrano altri character e cercano essenzialmente il posto in cui concluderanno la loro storia. Un percorso sulla carta organico, peccato che la lentezza d’esecuzione renda tutto meno accattivante. In poche parole, dopo una lunga fase preparatoria si chiuderà tutto in appena due episodi.
GENTE CHE VA, GENTE CHE VIENE
“The End Of Jomsborg” è l’esempio lampante di quanto appena sottolineato. Tutti i personaggi si ritrovano o in viaggio verso nuove destinazioni, o bloccati in un loop narrativo.
Tra le trame più pacate spicca sicuramente quella di Leif, impegnato in un viaggio continuo che, in attesa di portarlo verso nuove terre e verso il suo destino, al momento lo bloccano con i più svariati incontri. Il quarto episodio è stato magari utile per una percezione più personale del personaggio ma, a conti fatti, e considerando quanto poco manca alla fine della stagione, risulta solo l’ennesima pausa nel percorso.
Un blocco che coinvolge anche Harald, fermo in quel di Costantinopoli e pronto a cadere in una trappola che appare solo come l’ennesima perdita di tempo.
Unica trama in movimento di questo episodio è stata quella di Fredys, eppure il piano per contrastare Magnus e scappare da Jomsborg risulta qualcosa di già visto in passato.
RITORNO A “CASA”
Più propositivo è invece il quinto episodio, che almeno cambia scenario per alcuni personaggi, portando altri ad agire su diversi fronti.
Il ritorno a casa di Freydis è sicuramente un intermezzo verso il suo cammino futuro, ma ad alzare l’interesse è la controversa figura del padre: Erik Thorvaldson, personaggio conosciuto solo di fama per essere stato bandito dalla Norvegia per assassinio. Un racconto che trova radici in questa presentazione, dove egli appare subito come un personaggio meschino e prevaricatore. In definitiva, in assenza di storyline più forti, questo incontro/scontro di Freydis con il padre è un buon intermezzo per la sua storia.
E mentre Harald viene abbindolato per bene e finisce in un bel guaio con l’assassinio dell’Imperatore, è a nord che la situazione inizia a farsi più interessante, grazie soprattutto agli intrighi di Godwin che senza il minimo sforzo fa fuori Forkbeard.
IL DECLINO DI RE CANUTO
Ad ora, una delle trame più intriganti di questa stagione finale è sicuramente quella di re Canuto.
Infatti, mentre Freydis e Leif sono in viaggio e Harald si ritrova prigioniero dei suoi stessi errori, è la storyline di Canuto ed Emma ad avere un impatto più sostanzioso sull’economia della serie.
La sua malattia arriva inaspettata, ma prepara il terreno per le lotte di successione. Nel corso delle stagioni, Canuto si è ritagliato il suo spazio nella serie, risultando un ottimo personaggio capace di attirare l’attenzione narrativa su più fronti. Proprio per questo il passo finale appare promettente e, in perfetto stile Canuto, già si attendono sorprese.
In generale, dunque, questi episodi lasciano tanta carne al fuoco per i prossimi due appuntamenti, ma sono costellati anche da situazioni un po’ esasperanti. La trama di Harald appare tardiva a questo punto della storia, lasciando poco spazio per una conquista soddisfacente della Norvegia, almeno sullo schermo. Di pari passo, ci sono alcune situazioni che vengono risolte nel giro di poco tempo, come la nave offerta da Canuto a Leif, stratagemmi che appaiono come dei facili deus ex machina. Insomma, con tutta la scorsa stagione più gli attuali episodi, si poteva sicuramente gestire meglio il tutto.
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Meno due episodi al series finale, ma la storia è ancora tutta in fase di preparazione. La speranza è che non si assista ad una risoluzione veloce e poco appagante.
