Dopo oltre un anno, torna su Netflix Vikings: Valhalla con quella che sarà la sua ultima stagione.
Una serie particolare che sin dal suo esordio non aveva creato alte aspettative. E come poteva? Alle sue spalle c’era quel colosso della serie madre Vikings e ogni spettatore ha tremato al pensiero di uno spin-off sin dal suo annuncio.
Vikings: Valhalla si è però saputa creare la sua dimensione, raccogliendo il suo pubblico e risultando sempre ai primi posti tra le serie più viste di Netflix.
Un risultato che non vuole celebrare a priori il prodotto. Lo show ha infatti avuto il merito di non avere grosse pretese, presentandosi come una serie facile da guardare. Ed è così che, all’inizio della terza stagione, ci si approccia all’ultimo capitolo: sorvolando sulle incongruenze storiche e godendosi semplicemente una visione senza impegno.
“Vikings are never lost.”
SETTE ANNI DOPO
La prima stagione di Vikings: Valhalla si era presentata con un’accattivante storyline che riguardava i personaggi di Harald e Leif. Al contrario di quanto avvenuto nella seconda stagione, dove i due protagonisti sono stati vittima di un viaggio lungo e (sullo schermo) tedioso, l’esordio per i due era stato di rilievo.
Forse memore di questo, gli autori scelgono di riproporre un simile stilema per Harald e Leif, un po’ per richiamare alla memoria gli albori dei due, un po’ perché l’azione da loro prodotta sembra sempre funzionare.
Ecco, dunque, che l’esplosione delle mura di Siracusa grazie all’ennesimo stratagemma di Leif e la battaglia trainata da Harald hanno fortemente ricordato la caduta del ponte della prima stagione. Come detto, un formato che per i due character funziona egregiamente, unendo scienza e combattimento in un mix ben amalgamato.
Ma è pur sempre l’ultima stagione, quindi non sorprende di certo se, a partire dai prossimi episodi, i due si ritroveranno per la prima volta separati. Due diverse strade che dovrebbe portarli al loro destino. E se quello di Harald prevede sempre un’arma in mano, come degnamente mostrato nel duello in “Honour And Dishonour”, quello di Leif porta dritto alla scoperta di nuove terre. E per fortuna verrebbe da dire, dato che la crisi che lo pervade nel secondo episodio somigliava pericolosamente a quella già vista nella scorsa stagione e che ne aveva inficiato la storyline.
QUALE STORYLINE PER FREYDIS?
Mentre il duo Harald-Leif combatte per Costantinopoli, il pubblico ritrova Freydis sempre a Jomsborg. Ultimo baluardo di una religione che venera gli antichi dei, il villaggio messo su da Freydis viene presentato come un’oasi paradisiaca che non poteva di certo durare.
Nella scorsa stagione, è stata proprio questa storyline a risultare più interessante, grazie anche ad un villain come Olaf che ben ha controbilanciato la narrazione. Con Olaf fatto fuori (e addirittura santificato), lascia un po’ perplessi la scelta di trovare un sostituto nel figlio Magnus. Ma forse non è qui che la serie vuole arrivare.
In realtà, il primo episodio aveva lasciato alcuni dubbi su quale fosse la storia di Freydis in questo ultimo capitolo, con l’aggiunta della spalla di Stigar che alimentava solo domande. É però il terzo episodio che sembra dare una spiegazione e scegliere una strada più precisa. La storyline di Freydis quest’anno la porterà nuovamente in viaggio. Nessuna sorpresa, dopotutto ci si aspetta ancora un ricongiunzione con Leif e Harald.
TRAME DI TROPPO
Detto dei tre protagonisti principali, sono svariate le ulteriori trame che sembra occuperanno questa stagione di Vikings: Valhalla. Una scelta che non intriga particolarmente al momento.
Considerando re Canuto uno dei character di rilievo, e dunque seguendo di buon grado il suo viaggio a Roma in udienza dal Papa, è tutto il contorno a risultare un po’ troppo.
In realtà, sono i “figli di…” ad occupare maggiore spazio. Da un lato, c’è Godwin, sempre nel mezzo di qualche intricato complotto, che ora si ritrova in squadra con uno dei figli di Canuto. Dall’altro ci sono i figli di Emma, ora cresciuti e decisi ad intromettersi sia nella politica che nelle trame principali. Infine, c’è re Svein situato sul trono di Kattegat. Un miscuglio di figli che costituiscono una fitta rete di possibili intrighi e lotte che potrebbero anche riempire un po’ troppo la narrazione.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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L’ultima stagione di Vikings: Valhalla parte per il verso giusto creando una buona base per concludere la storia dei suoi protagonisti. Il primo episodio per ora risulta il più dinamico, aspettando che si smuovano davvero le acque nei prossimi cinque appuntamenti.
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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.