Letteralmente ad un passo dal finale di serie, Your Honor decide di temporeggiare ulteriormente, regalando allo spettatore l’ennesimo episodio di raccordo in una stagione che, a conti fatti, potremmo definire di transizione.
Non il massimo per una miniserie per la quale non è prevista una seconda stagione.
…AND YOU’LL BE FINE.
“Are you familiar with W.H. Auden, the poet? Thousands have lived without love, not one without water.“
Se c’è stato un momento in cui Michael Desiato poteva sperare di uscire pulito e con la coscienza intatta da questa logorante opera di insabbiamento, quel momento ora è ufficialmente passato per sempre. Coerentemente col percorso stagionale del giudice, fin dall’inizio disposto a fare qualsiasi cosa pur di proteggere il figlio, ci si trova qui ad aggiungere un’ulteriore voce – l’avvelenamento ai danni di Joey Maldini – alla lunga lista di azioni illegali compiute da Desiato. Con le spalle al muro (tanto per cambiare) l’unica soluzione possibile per continuare a spingere sulla legittima difesa non può che essere la delegittimazione del nuovo testimone; un lavoretto facile facile per Michael, il quale oramai sembra non curarsi più di quanto possa essere sospetto o meno il suo comportamento in aula. Non sorprende dunque che Nancy Costello arrivi a sospettare qualcosa in merito agli strani comportamenti del collega, arrivando finalmente alla conclusione che ci sia del marcio in tutta questa storia, e non soltanto sul versante dei Baxter.
Il vero problema, comunque, non riguarda ciò che sta accadendo in aula, dove alla fine Desiato riesce, seppur in maniera sospetta, a portare a casa il risultato. Il vero problema è, naturalmente, suo figlio Adam. Se da una parte il giudice riesce miracolosamente ad arginare ogni guaio presentatosi sulla sua strada, dall’altra il fiume in piena sta per sfuggire a qualsivoglia forma di contenimento, arrivando probabilmente al punto finale di rottura con il tanto atteso vis a vis tra Adam e Jimmy Baxter. La campagna passiva portata avanti dal figlio del giudice, con solerte impegno tra l’altro, volta alla sua stessa incriminazione attraverso un’accurata opera di auto-sabotaggio, sembra finalmente essere giunta al suo atto conclusivo. E sicuramente lo spettatore non potrà che essere soddisfatto nell’assistere al compimento della missione masochista di Adam, impegnatosi fin dall’inizio con tutto se stesso per ripagare l’impegno di suo padre con una bella dose di stupidità, confusione ormonale ma soprattutto infinita ingratitudine.
PIÙ TRAME QUI CHE IN GAME OF THRONES
“God spake unto Abraham ‘Kill him with a knife. Your own son. Your child, a sacrifice to me. Build a bonfire to put your dead son on, and ask him to help you collect the wood first, lie to him about what you’re doing’. And then, ‘And now that you’ve proved, by agreeing to murder your child, that there is, there is no one, no one you love more than me, you don’t actually have to do it’. I mean, what kind of a fucking deranged despot is that?“
Il cappio comunque comincia a stringersi anche altrove e non soltanto attorno al collo dei Desiato. Lee Delamere apprende che Kofi Jones stava prendendo il GED al momento della morte di Rocco Baxter, scagionando così il ragazzo; emergono inoltre nuove informazioni circa la defunta moglie di Michael e una sua tresca mai rivelata al figlio per non rovinarne l’immagine ai suoi occhi, la quale sicuramente avrà un qualche ruolo nel finale; in tutto ciò si inserisce anche la Desire Crew e il ruolo che Eugene potrebbe avere nell’aiutare a smascherare i capi delle gang che lo hanno preso sotto la sua ala.
Insomma, una marea di informazioni e trame da chiudere che difficilmente potranno trovare una degna conclusione in soli 50 minuti di episodio, e che sicuramente porteranno ad un finale molto più lineare e scontato di quanto lo spettatore possa immaginare al momento.
Ad ogni modo sarebbe ingiusto non concedere quantomeno il beneficio del dubbio a Your Honor, macchina narrativa senza dubbio affidabile fin qui, ma con un pizzico di presunzione in fase di gestione dei vari piani narrativi. La vera domanda da porsi forse è un’altra: che tipo di messaggio vuole lasciare questa serie? Naturalmente sarà possibile rispondere soltanto a sipario calato, ma per il momento è davvero difficile capire se si tratti di una serie incentrata sulla forza dei legami familiari, sulla discriminazione razziale, sull’ingiustizia sistemica e la disuguaglianza di fronte alla legge o soltanto un’accozzaglia di eventi buttati alla rinfusa all’interno della narrazione. Non resta che attendere e sperare che alla fine venga dato un senso, e soprattutto un’identità ben precisa, ad un prodotto che forse avrebbe meritato sorte migliore di questa.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Ad un passo dal finale di serie ci si aspettava decisamente un episodio più coinvolgente, e invece in questa “Part Nine” ben poco accade, configurandosi come l’ennesimo episodio di transizione in una serie che, salvo un miracoloso finale a sorpresa in grado di ribaltare completamente la situazione, puzza già terribilmente di occasione mancata.
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.