“Psychological Something-ism“, diretto da Zach Braff, segna il ritorno della collaborazione tra l’attore-regista noto per il ruolo di J.D. e Bill Lawrence dai tempi di Scrubs, il che è sempre un piacere per i fan anche se il tutto avviene dietro la macchina da presa e non davanti. Tuttavia, nonostante il nome alla regia molto promettente, l’episodio risulta semplicemente “sufficiente” e non offre abbastanza spunti per generare grande entusiasmo/hype per la puntata successiva.
E questo è il problema principale: pur essendo un episodio piacevole, manca quel mordente che aveva caratterizzato la prima stagione, lasciando lo spettatore appagato ma non particolarmente curioso di proseguire immediatamente. Fortunatamente la notizia del rinnovo per una terza stagione è una nota molto positiva perché permette di guardare questa seconda annata con un po’ di pace nel cuore, anche se sarebbe anche meglio se la qualità tornasse ai livelli della scorsa annata.
LA TRAMA CHE PIACE
La porzione di trama interessante (e che tiene a galla l’episodio) è la storyline di Alice, la figlia di Jimmy, che finalmente affronta l’uomo responsabile della morte di sua madre, interpretato da uno sbarbatissimo Brett Goldstein (Ted Lasso). Questo incontro non fortuito mostra tutta la vulnerabilità e il dolore ancora presenti in Alice, esplorando come l’incidente abbia condizionato le sue relazioni attuali e anche future visto come finisce l’episodio. Dopo lo sfogo infatti, Alice cerca conforto in Connor, figlio dei vicini e fidanzato della sua amica, creando chiaramente delle frizioni che saranno alla base delle prossime puntate. Questa breve porzione di trama (almeno stando al minutaggio) rappresenta uno dei momenti più significativi dell’episodio e uno dei pochi elementi che stimola la curiosità di vedere come si evolverà nel prosieguo della serie.
A tenere a galla l’episodio c’è anche Paul, interpretato dal sempre ottimo Harrison Ford, che continua a brillare di luce propria, e in questa puntata compie un altro passo avanti nel percorso di umanizzazione del burbero personaggio. Non che ce ne fosse bisogno ma questo approfondimento su Paul permette allo spettatore di entrare ancor più in sintonia con il character, rendendo il suo sviluppo uno degli aspetti migliori dell’episodio e della serie in generale. La malattia di Paul è affrontata con il solito umorismo ma tutto è anche molto delicato e permette un certo realismo, specialmente se messo in contrapposizione con la sua relazione sentimentale con la sua ex neurologa.
LA TRAMA CHE NON PIACE
Dall’altro lato della medaglia, questo episodio non piace per diversi motivi principalmente legati sia alla sottotrama incentrata su Jimmy e Brian, sia alla porzione di trama riguardante Gaby che, a questo punto, è abbastanza intollerabile.
Andando con ordine: il litigio tra Jimmy e Brian e il tentativo di la riappacificazione tra i due amici, sebbene sia parzialmente divertente, non riesce a coinvolgere fino in fondo lo spettatore che non prova molta empatia nei confronti di un supporting character nato e creato per essere la spalla comica di Jimmy. La loro interazione rimane superficiale – oltre che avvolta nell’assurdità di un avvocato che si rivolge così ad una donna con dei chiari problemi psichici che ha tentato di uccidere il fidanzato – e manca di quella profondità che caratterizza altre relazioni nella serie (Jimmy-Paul o Paul-Alice giusto per citarne un paio), risultando quindi una parentesi che, per quanto gradevole, non aggiunge molto nulla al contesto complessivo. Ma almeno sembra che la sottotrama di Grace sia finalmente finita.
C’è poi da affrontare la problematica gestione del personaggio di Gaby che sta diventando sempre più insopportabile con un atteggiamento oggettivamente difficile da giustificare. Il continuo battibecco tra Gaby e Jimmy, insieme al suo atteggiamento spesso pedante, fa sembrare il personaggio fuori luogo e il suo contributo alla storia si conferma essere molto limitato. Mentre Jimmy e Paul continuano a funzionare bene insieme e a offrire una buona dose di comicità e profondità emotiva, Gaby fatica a trovare il suo posto all’interno del trio. Questo squilibrio è un difetto dell’episodio ma più in generale di questi primi tre episodi e lascia allo spettatore l’impressione che il personaggio di Gaby si candidi di fatto come un gigantesco “Thumb Down“.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Pur offrendo qualche momento interessante, “Psychological Something-ism” non è sufficientemente incisivo per creare quel senso di attesa che ci si aspetta da Shrinking, specialmente considerando quanto mostrato nella prima stagione. La storyline di Liz è il punto di forza dell’episodio e aggiunge una certa complessità emotiva, ma altri elementi, in primis il ruolo di Gaby e la sottotrama di Jimmy e Brian, risultano deboli e trascurabili. L’interazione tra Jimmy e Paul e lo sviluppo della relazione sentimentale di quest’ultimo rappresentano ancora i pilastri della serie, e resta da vedere se nelle prossime puntate verranno sviluppati ulteriormente per bilanciare meglio la trama.
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.