Snowpiercer 4×07 – A Moth To A FlameTEMPO DI LETTURA 3 min

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Snowpiercer 4x07 recensioneMancano solo tre episodi alla fine di questa agognante quarta stagione e poi Snowpiercer sarà finalmente concluso.
È stato un viaggio partito in modo interessante e con ottimi presupposti che, nel corso della sua storia, ha presentato anche diversi personaggi intriganti. Almeno all’inizio. Con ormai una narrazione che non ha più niente da dire, i dieci episodi nati per dare una conclusione alla serie si sono ben presto rivelati estenuanti. Per un risultato che non fa bene né allo spettatore, né alla serie stessa.

“You see, the Buddhists have this image. The wheel of life. It’s got three animals on it. A rooster, a snake, and a pig representing the three poisons. Ignorance, greed, and hate. The Buddhists had it wrong because they forgot a poison, and his name is pride. That is Nima’s animal.”

ADDIO WILFORD


Tra i personaggi intriganti a cui ci si riferiva in precedenza, c’è soprattutto Wilford. Il character di Sean Bean anche questa volta non scampa al destino dei personaggi da lui interpretati, ma lascia sicuramente il segno maggiore tra tutti i partecipanti a questa serie. Carismatico, esagitato e sempre con un asso nella manica, nelle stagioni precedenti Wilford è stato il villain perfetto per Snowpiercer. In molti momenti morti, la sua crudeltà ha risvegliato i sensi degli spettatori intorpiditi dalla noia regalando azione e interpretazione.
A tre episodi dalla fine, la sua dipartita appare logica, soprattutto perché Wilford aveva ormai perso il suo ruolo di antagonista principale e, nell’economia della storia, non aveva più niente da dire. Lascia un po’ perplessi, però, la sua fine tramite suicidio. Un gesto che in realtà ci si poteva anche aspettare da un personaggio del genere, abituato ad avere sempre tutto sotto il suo controllo e che ha voluto mantenere questa autonomia fino all’ultimo. Tuttavia, questo ha provocato anche una morte in sordina, un evento che non crea sensazionalismo, ma si lascia trascinare nella placida noia dell’intera stagione.

LO SCIENZIATO PAZZO


Come detto, la fine di Wilford arriva quando il suo personaggio non aveva più un ruolo chiave all’interno della storia. Questo perché lo show in questa stagione ha presentato un altro antagonista: Milius. Arrivati a questo episodio, appare però palese che Milius è stato solo un modo per depistare lo spettatore. Questo personaggio, infatti, oltre ad essere interpretato da un attore conosciuto come Clark Gregg, non ha apportato altro a livello concreto. La sua fine risulta quindi senza valore, il tutto mentre ad inizio episodio il personaggio otteneva addirittura un accenno di caratterizzazione con i flashback inerenti la sua presa al potere e le relative ragioni.
Ma Snowpiercer ha voluto scuotere la sua storyline cacciando fuori dal cilindro l’ennesimo antagonista: Nima. Un modo che spesso risulta efficace come plot twist, ma che ormai ha perso il suo smalto. Il ruolo di scienziato pazzo così preso dalle sue ricerche al punto da perdere il raziocinio è infatti storia vecchia (di recente già apparso in Sweet Tooth) e spesso, in tali cruciali ruoli, si preferisce il personaggio già caratterizzato e costruito rispetto all’ultimo arrivato.

IL RESTO DELLA BANDA


Intanto, con soli tre episodi al termine, la trama per la salvezza di Snowpiercer sembra ancora tutta in alto mare. I personaggi principali sono divisi in varie squadre e ognuna dovrà risolvere una problematica diversa. Tra bombe che esplodono, vagoni vaganti e scienziati pazzi da fermare, la carne al fuoco sembra ancora troppa. Sarebbe davvero un bel paradosso se dopo gli innumerevoli episodi a disposizioni fosse tutto chiuso in modo veloce e raffazzonato.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Riecco Melanie
  • Tutti i personaggi si sbloccano
  • Addio Wilford 
  • Nima villain supremo non è il plot twist giusto per smuovere l’animo dello spettatore 

 

Un episodio che si salva in quanto svela alcune informazioni fondamentali, mentre smuove in maniera radicale la maggior parte dei personaggi. Tutto questo però non basta a salvare anche la stagione.

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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.

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