Song ExploderTEMPO DI LETTURA 5 min

“And now, it’s […] by […] in it’s entirety”.

Come nasce una canzone? Come si scrive e, soprattutto, cosa succede affinché questa improvvisamente diventi una hit riconosciuta immediatamente dai fan?
La nuova docuserie di Netflix, Song Exploder, decide di rispondere a queste domande prendendo come soggetto delle sue puntate alcune canzoni storiche di artisti celebri e andando ad analizzarle nello specifico, concentrandosi sullo “scheletro” (testo, musica, missaggio…) di cui sono composte.
Lo show riprende l’omonimo podcast del musicista e podcaster Hrishikesh Hirway, qui nelle vesti di voce narrante e intervistatore dei vari protagonisti, che in ogni episodio pronuncia il leitmotiv di chiusura (vedi citazione sopra) in cui un videoclip creato ad hoc accompagna il testo della canzone di volta in volta presa in oggetto.

THAT’S HOW YOU WRITE A SONG!

Senza scomodare troppo Alexander Rybak, show del genere fanno parte della cultura televisiva da sempre e destano ogni volta una certa curiosità, poiché a qualunque appassionato di musica (e di arte in generale) viene prima o poi da chiedersi come possa essere nata quella particolare canzone che lo ha emozionato e/o impressionato particolarmente. Si pensi, ad esempio, al famoso programma MTV Storytellers o a Kahbum, interessante esperimento di Youtube in cui vari artisti indie si incontrano per creare, così sul momento improvvisando, una canzone su un tema prestabilito. Questo perché il lavoro che sta dietro la scrittura, composizione e arrangiamento di un qualunque brano è sempre una storia a sé, un lavoro creativo che coinvolge più persone (raramente si tratta di un lavoro fatto da un cantautore unico) e che potenzialmente si adatta bene ad un racconto, con tanto di aneddoti e curiosità particolari.
Per gli appassionati di musica e di arte in generale si tratta di una bella occasione per riscoprire brani dei propri artisti preferiti visti dal “dietro le quinte” della loro creazione.
Lo schema narrativo dei vari episodi è molto rigoroso e veloce: si passa da una descrizione dell’artista/band scelto per poi passare all’album in questione e quindi alla singola canzone presa in esame. Canzone che viene sviscerata in tutte le sue componenti a partire dal racconto degli artisti stessi: dall’ispirazione iniziale alla prima stesura, alla scelta delle basi e degli strumenti musicali, fino ad arrivare al prodotto finale che viene poi mostrato con un inedito videoclip finale dell’intera canzone.
Questo stile (a metà fra un tutorial e un biopic musicale), arricchito da registrazioni dei demo originali dei vari artisti e da immagini di repertorio, si rivela vincente poiché è molto semplice e facile da seguire per lo spettatore e, allo stesso tempo, è una vera e propria full immersion nel mondo delle produzioni musicali come mai era stato fatto prima. Il fatto che il focus sia sulla singola canzone più che sulla biografia o discografia dell’artista/band di turno aiuta in questo senso, poiché riesce comunque a rilasciare emozioni e a far appassionare al loro lavoro pur non essendo completamente esaustivo per quanto riguarda la loro carriera musicale.

L’EFFETTO PLAYLIST

La scelta dei brani ovviamente è molto varia e spazia nei vari generi musicali per accontentare un po’ tutti gli spettatori. Si passa quindi dal pop/soul di Alicia Keys, con la struggente ed ipnotica 3 Hour Drive, ad un brano che ha fatto la storia del rock come Losing My Religion dei R.E.M. fino ad un sotto-genere musicale particolare come le canzoni per musical, rappresentate qui da Wait For It, facente parte dell’opera Hamilton, dell’autore e compositore Lin-Manuel Miranda.
La scelta dei vari brani si caratterizza, di volta in volta, per il loro specifico percorso di creazione. Perciò, anche se magari non sono quelli più celebri per quanto riguarda gli artisti scelti (nel caso di Alicia Keys sono ben altri i brani più noti), sono quelli che si adattano meglio a questo tipo di show. Molti di questi, infatti, sono legati a momenti particolari della loro biografia (si veda sempre il caso di Alicia Keys ma soprattutto l’episodio dedicato a LA del rapper Ty Dolla $ign), oppure si tratta di brani che hanno avuto una produzione particolare. Prevalgono soprattutto i brani scritti a più mani, in cui varie personalità si sono dedicate alla loro creazione, e che quindi ne arricchiscono sempre di più il racconto (in questo sono emblematici gli episodi dedicati ai R.E.M. e a Lin-Manuel Miranda).
Song Exploder si presenta dunque come un programma adatto a tutti gli appassionati di musica: dagli ascoltatori occasionali, di qualunque genere, che possono trovare buoni spunti per le loro prossime playlist di Spotify, sia ai cultori più esperti che possono comunque scoprire qualcosa di nuovo, o perlomeno avere una visione inedita dei propri brani preferiti.
Netflix si rivela ancora una volta la piattaforma giusta per tutti gli appassionati di arte, capace di sperimentare su sé stessa format originali per parlare di creatività (si pensi anche alle serie dedicate “alla nostra infanzia” o all’artigianato e a tutte le forme artistiche in genere poco considerate da altre piattaforme) sia in termini puramente documentaristici e biografici, ma anche come veri e propri modelli ispirativi per chi vuole approcciarsi alla creazione delle proprie opere.