Torna Star Trek: Discovery. Il main show del franchise nato dalla mente di Gene Roddenberry aveva infatti subito una battuta d’arresto, circa un mese di pausa tra “… But To Connect” e “All In”.
Le cause sono principalmente ascrivibili al Covid-19, che aveva provocato l’interruzione delle riprese nell’anno scorso e, quindi, un ritardo su tutta la linea fino ad arrivare alla post-produzione degli ultimi episodi.
La buona notizia, comunque, è che al di là delle sfortune di Discovery, la Paramount sembra avere piani ben definiti per l’universo Trekker.
Innanzitutto, durante la sosta la serie del capitano Michael Burnham ha ricevuto il rinnovo per la quinta stagione. In più, Star Trek: Picard uscirà con la sua seconda stagione il 4 marzo su Prime Video, mentre è già in produzione la terza e ultima stagione. Per gli amanti delle serie animate Star Trek: Lower Decks e Star Trek: Prodigy queste saranno rinnovate, rispettivamente, per una terza e una seconda stagione.
L’attesissima Star Trek: Strange New Worlds, col ritorno di Anson Mount, Rebecca Romijin e Ethan Peck, arriverà in onda a maggio ed è stata anch’essa già rinnovata per la seconda stagione. Infine, passando al grande schermo, è stato ufficialmente annunciato un quarto film ambientato nella “timeline Kelvin”, con il ritorno dell’intero cast e di J.J. Abrams come produttore, che vedrà Matt Shakman (WandaVision) dietro la macchina da presa.
CASINO ROYALE
Dopo il mega-cliffhanger con cui si era chiuso “… But To Connect”, cliffhanger più per le atmosfere ricreate che per il plot in sé, c’erano grosse aspettative su “All In”. Aspettative fomentate anche da un’attesa lunga un mese e un lungo trailer che annunciava il rush finale di questa quarta stagione. Tuttavia, il grande inseguimento annunciato a caccia dell’insolita coppia formata da Booker e Tarka si risolve in una manciata di minuti. Book e Burnham alla ricerca dell’isolinium finiscono per chiederlo al medesimo contatto.
Questa storyline arricchisce la lore dello show di Fuller & Kurtzman, snocciolando eventi accaduti nel salto temporale tra “That Hope Is You: Part 1” e “Far From Home”. La disputa per l’appropriazione dell’isolinium, necessario per il funzionamento dell’arma sviluppata da Tarka, si risolve con una partita a poker (che esiste ancora nel 32esimo secolo). La scelta può sembrare a primo avviso insolita, ma regala soddisfazioni. Discovery si distacca dalle scazzottate e i combattimenti di puro sci-fi per risolvere una questione in modo sottile, con cervello, in pieno stile Star Trek.
LUCE SUI MISTERI
Continuano a venire rivelati anche piccoli dettagli riguardanti il big villain della stagione, l’anomalia. Dopo aver scoperto che si tratta non di un cataclisma naturale, bensì di un’entità artificiale, sono iniziate a nascere teorie su teorie. Nell’episodio precedente Zora era addirittura riuscita a localizzare il punto in cui la AMO era comparsa nella galassia. Presumibilmente queste coordinate indicano anche la posizione della specie sconosciuta 10-C, nome in codice della specie extra-galattica artefice dell’anomalia.
La notizia arrivata sul finale di “All In”, invece, è che la AMO è fondamentalmente un’enorme trivella. Scherzi a parte, l’anomalia di materia oscura è un vero e proprio equipaggiamento minerario. Questa rivelazione lascia interdetto lo spettatore che difficilmente riesce a figurarsi un utilizzo consono dello strumento. Tuttavia, Star Trek spesso ha sfornato soluzioni insolite per i grandi misteri, rivelatesi poi più o meno soddisfacenti (Discovery 3?).
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Torna Star Trek: Discovery e lo fa con un episodio particolare, anti-climatico e originale. Il terzo atto con la partita a poker, che sostituisce la classica “resa dei conti” funziona inaspettatamente. I nuovi dettagli emersi sul fronte AMO, invece, infittiscono il mistero piuttosto che rivelarlo, molto bene.
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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.