Servant 3×04 – RingTEMPO DI LETTURA 3 min

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Servant 3x04 recensioneDopo un terzo episodio puramente filler, ci si aspettava che la trama di Servant progredisse almeno un po’. “Ring” è una puntata migliore della precedente, ma la narrazione risulta ancora ferma poco dopo i blocchi di partenza.
A tenere in piedi l’episodio ci pensano una costante sensazione di tensione e inquietudine rese visivamente grazie all’impegno di regia e fotografia. Per il resto, solo qualche guizzo horror “alla Shyamalan” ma nulla di più.

TEENAGE ANGST


Come cantavano i Placebo, la teenage angst è una sorta di ansia adolescenziale durante la quale preoccupazione, nervosismo e disagio prendono il sopravvento sulla persona. Leanne, nonostante anagraficamente non sia quasi più un’adolescente, bensì una giovane donna, incarna perfettamente questa condizione mentale. Certamente la sua paura e paranoia derivano da un trauma perpetrato per anni, prima dalla madre con le sue continue umiliazioni e poi dalla Chiesa dei Santi Minori e i suoi folli adepti.
L’episodio, dunque, ruota attorno all’ansia crescente vissuta da Leanne che si ritrova circondata da situazioni a lei poco familiari che la mettono a disagio. Il suo stress è palpabile e aumenta minuto dopo minuto, con lo spettatore che viene totalmente immerso in questa angoscia grazie alle scelte registiche di inquadrature, piani e ad un’ottima fotografia.

DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA


Il rapporto tra Leanne e Dorothy si è evoluto molto in queste tre stagioni, ma non ha mai raggiunto un punto di assoluta calma e serenità. Questo perché i due personaggi sono molto diversi tra loro e hanno due visioni del mondo completamente opposte.
Leanne – data anche la sua esperienza personale disastrosa – trova conforto nella famiglia, nella noia della quotidianità e nell’importanza delle piccole cose. Dorothy, invece, sta stretta nel suo ruolo di madre e vorrebbe, giustamente, qualcosa in più.
Leanne non capisce questa insoddisfazione personale di Dorothy e la sua voglia di esistere anche al di fuori di Jericho, soprattutto in virtù del devastante evento riguardante il bimbo che, però, Dorothy ancora non ricorda.
“Ring”, dunque, mostra due lati di vivere la maternità; entrambi sono degli approcci legittimi e non giudicabili, ma nell’universo di Servant vengono utilizzati per creare tensione tra le due protagoniste. Una tensione, in particolare quella di Leanne nei confronti di Dorothy, che non promette nulla di buono.

QUALCOSA SI MUOVE, MA NON BASTA


Sulla carta “Ring” ha tutte le potenzialità per essere un ottimo episodio e assicurarsi il massimo dei voti grazie alla bravura di Nell Tiger Free e al comparto tecnico sempre di ottima qualità.
La catena di eventi che porta alla perdita del dito di Sylvia è una magnifica sequenza, horror al punto giusto e piazzata alla fine di una parabola ascendente di ansia e tensione.
Dal punto di vista stilistico e di resa scenica, dunque, non si può dire nulla a questa puntata. Purtroppo, però, “Ring” risente ancora di quella staticità di trama che si era già vista in “Hair”. La narrazione è completamente bloccata e i personaggi continuano a girare in tondo senza che ci sia un avanzamento serio della storyline principale.
Il numero di senzatetto che si stanno accampando sotto casa dei Turner è sintomo che qualcosa potrebbe, finalmente, cambiare e la resa dei conti per Leanne sembra sempre più vicina.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Bravura di Nell Tiger Free
  • Comparto tecnico che assicura una perfetta resa scenica dell’ansia di Leanne
  • Sequenza dell’incidente di Sylvia
  • Tensione tra Leanne e Dorothy
  • Un buon episodio, ma risulta ancora un filler in termini di trama
  • Narrazione ferma all’inizio della stagione

 

“Ring” è un buon episodio con un maggior focus su Leanne e la sua condizione di ansia/stress. Il pubblico non può ancora comprendere se gli eventi accaduti siano una banale coincidenza o frutto dei poteri psichici della ragazza. La narrazione, infatti, continua a rimanere ancorata nello stesso punto mentre lo show necessita un repentino rimescolamento di carte.

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Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.

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