Questa quarta stagione finale di Servant continua a sorprendere positivamente il pubblico grazie ad una regia ricercata ed intima, interpretazioni eccellenti (prima tra tutte quella di Nell Tiger Free) e, soprattutto, svariati colpi di scena che rovesciano le carte in tavola, episodio dopo episodio.
Nonostante il creatore della serie sia Tony Basgallop, l’impronta di M. Night Shyamalan – produttore della serie e sovente anche regista – si percepisce in maniera lampante e profonda. Soprattutto in queste ultime due puntate che rispecchiano a pieno quello che ormai viene definito come il “Shyamalan twist”, ovvero un colpo di scena totalmente inaspettato che può addirittura ribaltare la situazione e il punto di vista della storia.
“Myth”, infatti, potrebbe forse essere considerato come uno dei migliori episodi della serie (e non è una casualità che quasi tutti appartengano a questo quarto ciclo), dove Uncle George ritorna e finalmente racconta la verità sulla figura di Leanne.
“SHE IS JUST A DERANGED GIRL”
Durante questi quattro anni si sono susseguite decine di congetture riguardo al mistero di Leanne e i suoi poteri. All’inizio, la ragazza è stata presentata sotto un’aura sovrannaturale, legata a doppio filo con la “ricomparsa” di Jericho.
Tony Basgallop, M. Night Shyamalan e tutti gli sceneggiatori hanno lavorato alacremente per instillare nello spettatore dubbi e domande, per creare un’atmosfera di ambiguità, senza mai rivelare troppo ma, allo stesso tempo, accompagnando il pubblico verso una strada che si è rivelata del tutto fuorviante.
Leanne ha subito diverse evoluzioni nel corso delle quattro stagioni, passando da fragile adolescente con un segreto troppo grande per lei, fino a diventare una donna spietata, glaciale e sadica.
“Myth” fa evolvere ancora una volta la figura di Leanne, facendo luce sul suo passato e sulla sua vera natura. Uncle George, in un momento di estrema lucidità, racconta la verità a Sean e Julian, sempre più attoniti e sbigottiti.
Leanne non ha nulla di speciale, non possiede nessun potere sovrannaturale, non è né un demone, né un angelo. Leanne è semplicemente una ragazza devastata interiormente da troppi traumi infantili. Essere maltrattata a più riprese dalla madre, l’hanno trasformata in una psicopatica con manie ossessive e, infatti, l’ossessione principale di Leanne è sempre stata Dorothy Turner.
“HE IS MY SON”
Il mito di Leanne, dunque, si spezza e si sgretola sotto una pioggia scrosciante di bugie e sotterfugi. Nessuna creatura soprannaturale, nessun essere demoniaco, nessun Angelo Caduto e nessun patto con il diavolo.
In poche parole è come se Uncle George avesse rivelato la non esistenza di Babbo Natale ai due amichetti Sean e Julian, che ora ne escono devastati ed increduli.
Come se non bastasse, viene a galla anche lo stratagemma utilizzato da Leanne per far apparire e scomparire Jericho: purtroppo il figlio dei Turner non è mai resuscitato. Jericho è il figlio di una tossicodipendente morta di overdose che Leanne rapisce e porta a casa di Dorothy per entrare nelle sue grazie e alimentare la sua ossessione.
Con un geniale colpo da maestro, gli sceneggiatori mostrano la presenza di una rete di tunnels lungo tutto il quartiere; cunicoli che Leanne sfruttava per nascondere Jericho quando voleva minacciare i Turner.
Quella che all’inizio poteva essere vista come una storia di sofferenza, maledizione ed espiazione, ora si rivela solo come un incubo orchestrato da una ragazza disturbata e fomentata da un culto di bugiardi.
Ora che Leanne è stata spogliata dalla sua aura intoccabile, a Sean e Julian non rimane altro da fare che consegnarla di nuovo ad Uncle George, in modo da liberarsi definitivamente di lei.
“IT’S JUST YOU AND ME NOW”
Servant aveva necessariamente bisogno di un colpo di scena come questo. La storyline del mistero di Leanne e dei suoi poteri si era protratta oltre il dovuto e sicuramente il pubblico si aspettava risposte definitive, soprattutto in luce della stagione finale.
Con questo plot-twist tutti i nodi vengono al pettine e tutti i piccoli tasselli di puzzle disseminati dagli sceneggiatori nel corso delle puntate trovano la loro giusta collocazione.
“Tunnels” riprende la storia da dove si era interrotta in “Myth”: Dorothy continua ad indagare sul passato di Leanne e scopre dell’ossessione della ragazza nei suoi confronti, mentre Sean e Julian rapiscono Leanne e la riconsegnano a George.
Leanne, dopo anni di traumi e bugie, ormai è una bomba ad orologeria e sempre più convinta di essere un essere potentissimo, quasi immortale. Completamente alla deriva ed ubriaca di vendetta e dolore, la ragazza compie una strage uccidendo Uncle George ed i suoi complici.
Nemmeno Sean e Julian riescono a fare breccia nella mente di Leanne, ormai in preda a deliri di onnipotenza: l’unico obiettivo della ragazza è quello di stare da sola con Dorothy, centro della sua ossessione e proiezione di una madre che non ha mai avuto.
Gli ultimi due episodi saranno una lotta contro il tempo per liberare Dorothy dalla morsa di Leanne e, forse, cercare di recuperare un briciolo di sanità mentale rimasta nella ragazza. D’altronde, i prodotti horror più riusciti insegnano che il vero male non proviene da un qualcosa di esterno e trascendentale, ma è nascosto dentro l’essere umano.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Mancano due episodi al finale di Servant, un piccolo gioiellino angosciante e psicologico. Nonostante qualche defaillance nel corso delle stagioni ed un ritmo non proprio incalzante, questo quarto ciclo regala episodi perfetti e colpi da maestro.
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Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.