Storia Delle ParolacceTEMPO DI LETTURA 5 min

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Storia Delle Parolacce Netflix RecensioneNella piattaforma streaming più diffusa al mondo sbarca una docuserie che mai nessuno si sarebbe sognato di vedere, ma soprattutto voler vedere. Eppure in poco meno di due settimane il trailer ha raggiunto quasi due milioni di visite, facendo parlare di sé come non mai, principalmente per qualcosa che in definitiva è un documentario, anche se ad episodi. Tantissima curiosità e perplessità per un prodotto che è una idea, alla base, strampalata quanto irriverente presentata da uno degli attori più eclettici, chiacchierati e famosi degli ultimi trent’anni.

“Swear words tell us what we value, where our morals lie and how we navigate the tension between public speech and our private lives. There’s something innately human about swearing. Right at the beautiful-ugly intersection between our conscious brains and our animal bodies. In short, swear words will only be useful for as long as we have hearts, minds, and assholes. I’m Nicolas Cage. Have a great fucking night.”

SOFISTICATO SISTEMA DI SPECCHI E LEVE


History Of Swear Words, o meglio conosciuta in Italia come Storia Delle Parolacce, è una docuserie composta solamente da sei episodi di durata venti minuti cadauno. Un pattern estremamente leggero e perfettamente adatto per il binge watching che porta lo spettatore a divorarla tutta in un’unica serata. Un ottimo modo per raccontare viaggi pindarici di storie quasi sempre frivole e divertenti riguardanti parole lontane, ma conosciute, dal vocabolario nostrano. Per chi mastica un po’ l’inglese le parolacce sono state tra le prime cose assimilate, così come quasi per ogni lingua straniera, eppure grazie al prodotto Netflix ciò che viene mostrato da Bellamie Blackstone, Mike Farah, Joe Farrell e Beth Belew, produttori esecutivi dello show, non è solo la storia di: fuck, shit, bitch, dick, pussy e damn, ma un passepartout per lo straniero nel comprendere meglio la cultura inglese. Questi excursus, a seconda della parola, seguono più o meno il solito schema con: introduzione del buon Nicolas Cage, spiegazione del significato ed esempi, storia dell’eventuale trasformazione, etimologia, significati alternativi e problemi sociali. Tanti piccoli capitoli che a volte tagliano di netto il ritmo degli episodi ma che sono funzionali alle finalità primaria della serie.

F.S.B.D.P.D.


Obiettivo primario di un documentario è quello di trasmettere e insegnare al pubblico ciò che vuole raccontare, lasciandogli qualcosa che può essere più o meno indelebile nel proprio bagaglio culturale. Storia Delle Parolacce riesce perfettamente a centrare questo punto lasciando lo spettatore più volte a rimuginare su quanto visto, soprattutto quando si fa riferimento alle varie connotazioni, spesso negative, che certe parolacce portano con sé e che prendono di mira, volontariamente o meno, la figura della donna. Quanto appena detto è senza ombra di dubbio il fine più nobile della docuserie ma proprio questo porta a pensare se questo fosse il canale più idoneo ad affrontare temi come questi. Difatti è alquanto straniante vedere venir dedicato così poco tempo ad argomenti così problematici, intermezzati da battute e gag, senza vederli venire approfonditi a dovere. Forse sarebbe stato più saggio solamente accennarli senza entrare nel merito, lasciando il compito di approfondire ad un altro eventuale show. Ma questo è difatti l’unico vero difetto che si può imputare ad un documentario che più di così non avrebbe potuto fare. Sono presenti così tanti aneddoti e spiegazioni divertenti che lo show vale ogni minuto della sua durata ed è un dispiacere arrivare alla conclusione.
Questo viaggio affrontato sarebbe interessante se avvenisse anche e, soprattutto, per le parolacce italiane, così da comprendere come certe parole sono arrivate ad avere termini negativi. O, altrettanto interessante, sarebbe scoprire come mai nello Stivale siano così diffuse le imprecazioni, termini che in America vengono raramente usati. History Of Swear Words avrebbe tutte le potenzialità per essere adattata alle più diverse lingue, l’unico problema sarebbe affrontare lo scalpore che porterebbe con sé.

PAPA’ CASTORO


Il principale punto di forza della docuserie è la verve e la simpatia con cui vengono analizzate le varie parole, tutti i personaggi che appaiono nello show riescono a dare un loro contributo ma nessuno, ovviamene, riesce a reggere il confronto con il re dell’overacting. Nicolas Kim Coppola in versione presentatore è un’altra di quelle cose che nessuno avrebbe mai pensato di voler vedere eppure funziona alla grande, riuscendo ad essere allo stesso tempo sia credibile in panni così sofisticati che esilarante quando inizia a fornire esempi coloriti di come si possono utilizzare oggigiorno le swear words tanto discusse. Come accennato precedentemente, ogni ospite funziona, in primis i linguisti e gli esperti che sono stati invitati (Benjamin K. Bergen, Anne H. Charity Hudley, Elvis Mitchell, Melissa Mohr, Kory Stamper) che sono le persone che hanno dato una marcia in più allo show, così come i comici: Sarah Silverman Nick Offerman, Nikki Glaser, Patti Harrison, Open Mike Eagle, Joel Kim Booster, DeRay Davis, London Hughes, Jim Jefferies, Zainab Johnson, Baron Vaughn, Isiah Whitlock Jr. (autore di una performance da Guinness World Records) capaci di portare esperienze personali, battute e le proprie riflessioni per contestualizzare al meglio ciò di cui si parlava. Tra tutti questi, in ogni caso, spiccano gli interventi femminili più che quelli maschili, capaci di offrire un punto di visto più incisivo, soprattutto quando lo show passa ad un tono più serioso come per tutti i problemi misogini che certe espressioni portano.

… THEM ALL!


F**k 1×01
Sh*t 1×02
Bitch 1×03
D**k 1×04
Pu**y 1×05
Damn 1×06

Nicolas Cage, parolacce, comici internazionali e Netflix. Se questa non è la formula magica per il successo e il divertimento garantito è inutile starne a discutere. Una docuserie da non vedere assieme a figli e genitori, ma più con amici che amano la comicità basata sulle parolacce e che sono curiosi di approfondire la cultura inglese sotto diversi aspetti.

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Detto anche Calendario Umano, si aggira nel sottobosco dei prodotti televisivi e cinematografici per trovare le migliori serie e i migliori film da recensire. Papà del RecenUpdate e Genitore 2 dei RecenAwards, entra in tackle in pochi ma accurati show per sfogarsi e dire la propria quando nessuno ne sente il bisogno.

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