“Le immagini mi gettano in voragini profonde con un senso di vertigine che mi confonde, segnali di disturbo intanto dal centro del potere. Continuano a gonfiare il conto di chi sta al loro volere armati di un esercito di servi di mestiere che pe’ du’ spicci in più tutti pronti a non voler sapere e non vedere ciò che capita ciò che succede. Tanto la gente crede a quello che uno gli ripete fregati dalle ideologie e dalla fede.” (Cattive Notizie, Brokenspeakers feat Danno)
Suburra, la prima serie tv italiana di Netflix ritorna con un secondo ciclo narrativo a due anni di distanza dal primo cercando di rispondere all’incognita che buona parte del pubblico si era posta una volta uscita la notizia del suo ritorno: dove si andrà a collocare all’interno dell’universo narrativo creato da Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini (autori del romanzo da cui Sollima estrasse l’omonima pellicola del 2015)?
Il mistero viene svelato già dalle prime riprese quando il ritorno di Livia Adami ad Ostia coincide con il termine dei suoi tre mesi di latitanza: in sua assenza Aureliano ha accelerato la sua trasformazione in Numero 8 andando a prendersi con la forza il rispetto tanto agognato e a suo parere dovuto. Il tradimento della sorella e la morte della compagna, probabilmente, hanno accentuato in Aureliano la percezione di solitudine che ha della sua vita: rimasto solo, senza confidenti e consiglieri, si affida al gruppo armato della famiglia Adami. Inutile quindi stupirsi della violenza che l’uomo trasuda in ogni sua frase o azione: Alessandro Borghi riesce a restituire al pubblico una figura che incute timore in ogni frangente, con uno sguardo torvo e gelido che lascia di sasso. Ciò che rende ancora più speciale l’interpretazione è l’alternanza che Borghi è riuscito a dare al personaggio: a suo modo dolce con la compagna (da tenere a mente l’episodio “Il Buio” per questo aspetto), ma allo stesso tempo freddo e distaccato quando si tratta di dover discutere con Spadino o Gabriele (gli ex amici) oppure con Livia. Proprio questo cambiamento radicale (in questo primo episodio la bontà di Aureliano è totalmente assente in scena) evidenzia ulteriormente quanto si sia lavorato sul voler rappresentare Aureliano meno simile alla prima stagione e più vicino, come modi di fare, a Numero 8 di Suburra.
La ricerca di Livia rappresenta l’elemento centrale dell’episodio ed è punto di convergenza di quasi tutte le sottotrame presentate durante i cinquanta minuti di visione.
Aureliano sta cercando la sorella sia per una questione prettamente personale (la vendetta), sia per poter tornare a trafficare ad Ostia senza che Samurai interferisca nello smercio.
Anche Samurai è alla ricerca di Livia: la firma della ragazza occorre sui documenti legati all’acquisto dei terreni per il porto di Ostia e senza di essa tutti i lavori sono rimasti fermi, bloccati, portando ad un aumento progressivo di astio e tensione. Samurai incarica Gabriele di ritrovare la ragazza e di riportargliela.
In tutto ciò, Livia è tenuta in ostaggio dalla famiglia Anacleti che deve fare i conti con le defezioni e le morti violente occorse negli episodi conclusivi della prima stagione. Spadino era convinto di riuscire a calamitare attorno a sé tutto l’appoggio della famiglia Anacleti e soprattutto di poter prendere il potere all’intero del gruppo di sinti. Tuttavia è la madre di Spadino ad imporsi e a strappare dalle mani del figlio sia i piani, sia il potere, ribadendo al giovane che mai potrà ricoprire cariche di rilevante importanza all’interno del clan.
E’ quindi da evidenziare come per Spadino non sia variata la situazione famigliare dal momento che sia il padre, sia la madre gli tarpavano le ali a ripetizione senza concedere al giovane la possibilità effettiva di rendersi utile sia in termini economici, sia in termini sociali (e quindi di scalata al potere in quel di Roma). Spadino ha dimostrato una certa scelleratezza, quello è indubbio, ma la reticenza nei suoi confronti è forse eccessiva.
Proprio questo malumore di Spadino, per l’ennesima volta tagliato fuori dalle decisioni della famiglia, portano al ricongiungimento (anche se fugace) del trio Aureliano, Spadino e Gabriele: i tre si ritrovano, per pochi attimi, giusto per poter consegnare proprio al capofamiglia di casa Adami Livia.
“È un altro giorno un altro giro di notizie cattive, come sempre.” (Cattive Notizie, Brokenspeakers feat Danno)
I dialoghi non banali e soprattutto non impreziositi da inutili orpelli lessicali rendono Suburra una storia che appare vera, concreta e similare: la tematica dell’immigrazione aumenta questa sensazione ed è utile per far calare ulteriormente il contesto narrativo nel mondo reale che lo spettatore ha modo di osservare sui mass media.
E’ una contestualizzazione dovuta, non inserita a forza senza alcuna motivazione ed è forse questo uno dei meriti migliori di questo primo episodio.
Poco sopra si annotava come non tutte le sottotrame riconducessero a Livia Adami: una sottotrama, relativa alla politica, conduce direttamente alla corsa come sindaco di Cinaglia. Con l’appoggio di Samurai (e non solo), Cinaglia racimola quasi il 10% alle primarie per diventare sindaco della capitale e divenendo di conseguenza ago della bilancia per l’imminente ballottaggio tra i candidati di centro-destra e centro-sinistra, staccati da poco meno del 5% delle preferenze. Non una trama sicuramente al cardiopalma come quella che riguarda direttamente Aureliano, questo è assodato, ma Suburra abbraccia svariati temi narrativi (ecclesiastici, sociali, politici e criminali) ed è giusto, trattandosi di una premiere, andare a recuperare ogni singola sottotrama presentata. Dal momento che Cinaglia ha a più riprese non colpito con la sua storia durante la prima stagione, c’è da sperare che questo secondo ciclo permetta agli sceneggiatori di perfezionare sia la sua storia, sia il peso della politica all’interno della trama generale della serie.
Nota a margine: ma esattamente Gabriele quanto ha pagato per fare un salto di carriera così estremo in soli tre mesi (da studente sbandato a vice ispettore al commissariato di Ostia)?
Angolo musicale
In ordine di comparsa all’interno dell’episodio:
– Ancora giorni freddi, Lucci feat Coez;
– Cammina con me, Brokenspeakers;
– Sempre uguale, Brokenspeakers feat Colle Der Fomento;
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Chiamalo Sonno 1×10 | ND milioni – ND rating |
Trovatela 2×01 | ND milioni – ND rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.