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Sweet Tooth 1×03 – Weird Deer S**tTEMPO DI LETTURA 4 min

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Sweet Tooth 1x03 recensioneGiunti al terzo episodio, si può affermare ormai con una certa sicurezza che Sweet Tooth è uno tra i prodotti meglio riusciti tra quelli recentemente presentati da Netflix.
Certo, il fantasy drama ha pur sempre alle spalle una solida base costituita sia dal comic book di Jeff Lemire, sia dal team di produzione, che tra gli altri conta Robert Downey Jr. e consorte. Tuttavia, arrivati al terzo capitolo, la storia presentata dall’ideatore Jim Mickle si stabilizza su certi parametri che regalano a Sweet Tooth una già parziale riuscita.
Seppur la narrazione è solo all’inizio, non inquadrando ancora in maniera definitiva le varie storyline, la riuscita di Sweet Tooth nel frattempo si concretizza anche attraverso altri elementi: dalla regia alla fotografia, per finire con la colonna sonora, avendo i primi episodi già messo in mostra una bellezza scenica e musicale non indifferenti.

LA STRADA VERSO IL COLORADO


Guidati dalla confortevole voce narrante di James Brolin, sono già stati aperti ben tre archi narrativi differenti, sicuramente tutti destinati ad incrociarsi presto tra loro.
Ovviamente la vicenda principale segue lo strano duo formato da Gus e Big Man. L’improbabile accoppiata continua a risultare estremamente godibile da seguire, creando quel giusto mix di esasperazione (Big Man) e curiosità (Gus) che rendono le interazioni fresche e divertenti, donando una strana dinamicità alle loro scene.
“Weird Deer S**t”, in realtà, non regala sorprese dal punto di vista della storyline di questi personaggi: nessuno si aspettava di vedere Gus partire così facilmente per il Colorado e, soprattutto, era altamente improbabile che la strada del piccolo ibrido e quella di Big Man si dividessero davvero. Nonostante situazioni pressoché scontate però, l’episodio non scade in una narrazione piatta o noiosa, anzi, come sottolineato precedentemente, la chimica già instauratasi tra i due protagonisti (ma anche tra gli attori stessi) mantiene le dinamiche tra i due sempre interessanti e mai banali.
Questo terzo episodio ha anche il merito di ampliare il raggio dei personaggi coinvolti, aumentando di conseguenze l’impatto della storia. Se nella scorsa puntata si era avuto un incontro ravvicinato con “i cattivi”, in quest’occasione si ha un primo sguardo a quello che dovrebbe essere il villain per eccellenza, colui che manovra tutti i fili e che probabilmente riuscirà ad unire tutti i personaggi coinvolti in un unico scopo.
Intanto, per ora una prima unione sembra essere sorta con il gruppo di ribelli apparso in questo episodio che, ancor prima di aver raggiunto metà stagione, potrebbe aprire scenari più vasti per il prosieguo del viaggio di Gus e Big Man.

E C’É CHI SI LAMENTA DEI VACCINI


Parallelamente al duo principale, si sviluppa anche la trama di un altro character fondamentale per lo sviluppo della storia. Il dottor Aditya Singh (Adeel Akhtar) alla disperata ricerca di una cura per il virus, spinto primariamente dalla volontà di salvare la moglie, si ritrova a dar vita ad un arco narrativo a parte ma estremamente utile per comprendere al meglio la situazione in cui riversa l’intero mondo alle prese con la pandemia. Questa porzione di storia amplifica la vena più seriosa della serie, mettendo in scena, così come mostrato in questa puntata con l’esecuzione del povero contagiato, situazioni più estreme e decisioni al limite dell’etica e del buon senso.
A tal proposito, va detto che anche questa trama inerente il dottor Singh risulta decisamente ben messa in scena, narrativamente convincente ed estremamente d’impatto. Forse anche troppo. Se, infatti, la serie fosse andata in onda solo due anni fa, sicuramente l’effetto che alcune scene lasciano dietro di sé sarebbe stato del tutto diverso. Oggi invece, all’alba del 2021, è impossibile rimanere indifferenti davanti alle parole pandemia, all’uso di mascherina o ai cartelli sul distanziamento. Elementi che, paradossalmente, possono anche creare un po’ di fastidio nello spettatore ormai oberato da prodotti che nell’ultimo anno e mezzo hanno utilizzato il tema fino allo sfinimento.
Naturalmente, nessuno può imputare nulla a Sweet Tooth, il cui primo numero del comic book è stato pubblicato nel 2009. Fortunatamente, la serie ha tantissime altre qualità che portano facilmente a mettere da parte la pesantezza di questo ormai abusato tema per concentrarsi su una storia altamente promettente.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il duo Gus – Big Man continua a funzionare alla grande
  • Trama d’impatto del dottor Singh 
  • Primo sguardo al vero villain 
  • Puntata che getta buone basi per i prossimi episodi
  • Alcuni elementi e situazioni fin troppo scontate (seppur utili per lo sviluppo della trama)
  • Basta pandemie 

 

Anche il terzo capitolo di Sweet Tooth conferma le premesse dei primi due episodi. La serie continua a svilupparsi in modo organico, alternando momenti divertenti e leggeri ad altri più seri ed estremi, trainata da una storia e da personaggi che invogliano fortemente a continuare la visione.

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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.

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