The Flash 7×12 – Good-Bye VibrationsTEMPO DI LETTURA 4 min

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The Flash 7x12 recensioneDopo tanti gossip ed una trama che ha più volte lasciato chiaramente intendere che questo momento sarebbe arrivato inesorabilmente, in “Good-Bye Vibrations” i due sceneggiatori Kelly Wheeler e Jeff Hersh hanno il difficile (ma bisogna dire riuscito) compito di dare l’addio a Cisco Ramon. Un addio che chiaramente lo showrunner Eric Wallace avrebbe volentieri evitato, soprattutto alla luce dell’addio anche di Tom Cavanagh avvenuto in “Mother“.
Bisogna dire che entrambi gli addii erano stati ampiamente anticipati nel backstage dello show, addirittura l’addio di Cavanagh sarebbe dovuto avvenire nella scorsa stagione, quindi fortunatamente si è creata una storyline interessante intorno ai rispettivi addii, tuttavia dispiace. Dispiace perché sia (i vari) Wells, sia Cisco sono stati senza alcun ombra di dubbio due pilastri dello show che hanno tenuto in alto la bandiera anche nei momenti più difficili. E, giusto per fare un paragone, l’addio di Danielle Panabaker (anche questo molto probabile) non avrebbe lo stesso peso specifico di quello di Cavanagh o di Valdes.

Cisco:What we wanted to say is: we’re leaving Central City.

GOOD VIBES


Per essere un episodio che avrebbe potuto giocare agilmente sulla lacrima facile, “Good-Bye Vibrations” sorprende piacevolmente per l’impostazione positiva che gli è stata conferita. Una positività da un lato garantita da un nuovo metaumano creato appositamente per l’occasione, Rainbow Raider 2.0, e dall’altra per terminare la storyline di Cisco con un sorriso, conclusione perfettamente in linea con il suo personaggio.
La sensazione che questo sia più un arrivederci che un addio aiuta ovviamente a digerire la dipartita, così come idealmente fa piacere immaginare un lieto fine in quel di Star City. Si chiude una porta ma si apre una porta girevole grazie al suo nuovo ruolo in A.R.G.U.S. e a tutte le possibilità che questo comporta in un possibile ruolo da guest star che ha già visto ritornare, per esempio, proprio Tom Cavanagh. E lo stesso Carlos Valdes si è detto disponibilissimo a ritornare di tanto in tanto, cosa che, onestamente, rincuora abbastanza.

BAD VIBES


Il titolo di questo paragrafo ha un duplice significato: da un lato è sintomo di un presagio negativo, dall’altro è emblema di alcuni elementi poco graditi nella puntata.
Partendo proprio da quest’ultimi, come al solito anche in questo episodio ci sono dei momenti che lasciano un po’ a desiderare e, non a sorpresa, riguardano il cast femminile. Unendo la pochezza della narrazione, la superficialità di alcuni personaggi (Allegra) e l’inutilità completa di altri (Kamilla) il risultato non può che essere un mero riempitivo buttato all’interno del calderone. Un calderone in cui praticamente viene gettato del tofu col solo scopo di aumentare la sensazione di sazietà ma che, in realtà, non aggiunge alcun tipo di sapore. Magari con l’addio di Kamilla ne gioveranno gli altri personaggi.
Per quanto riguarda le “bad vibes” che nascono spontaneamente dopo l’ennesimo addio di un membro importante del cast, purtroppo c’è come la sensazione che siano piuttosto concrete. Vuoi per la scrittura degli episodi, sempre più scialba e adolescenziale, vuoi per l’assenza di supporting characters degni di questo nome, The Flash sembra purtroppo essere arrivato completamente ad un punto di non ritorno. E come dice lo stesso Cisco: “It is the end of an era“. Probabilmente la seconda era di The Flash.

OLD VIBES


Ci sono stati alcuni momenti all’interno di questo episodio che hanno fatto ricordare i bei vecchi tempi, ovvero quelli dove, soprattutto nelle prime stagioni, il contributo di Cisco era evidente e il character era in costante evoluzione. Allo stesso modo il rapporto con Barry era speciale, soprattutto perché il velocista scarlatto dipendeva fondamentalmente dall’aiuto tecnologico dell’amico (ora dato molto per scontato).

Barry:From the second I woke up after being hit by lightning, you’ve been there. You were there every step of this journey. There wouldn’t be a Flash without Cisco Ramon.

È con queste parole che riemerge con prepotenza l’importanza di Cisco Ramon per lo show, un’importanza che è andata sempre di più concretizzandosi negli anni, fino a diventare scontata e “divina” (praticamente un deus ex machina costante), elemento che ha fatto perdere qualità allo show e smalto al personaggio. Eppure in questi 40 minuti è stata ripristinata la vecchia patina, magari anche grazie all’utilizzo di alcuni flashback e di un po’ di oggettistica retrò, segno che se gli sceneggiatori volessero si potrebbe ottenere ancora degli episodi interessanti.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Carlos Valdes in grande spolvero
  • Addio molto ben curato nel dettaglio
  • Easter eggs sparsi
  • Villain creato ad hoc ma molto piacevole nel complesso
  • Ultima scena molto anticlimatica
  • Alcune esagerazioni

 

Verosimilmente qui ed ora si chiude un’era. Ora bisogna capire se Wallace e soci saranno in grado di aprirne un’altra.

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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