Come era lecito attendersi, Barry, da poco entrato in sinergia con Nora-Speed Force, crolla in uno stato di totale autocommiserazione dandosi la colpa della morte di Alexa, salvo poi fare il passo successivo e addossandosi la colpa della creazione stessa delle “forze” (insieme con Iris, ovviamente).
Tecnicamente quest’ultimo passaggio sarebbe anche vero, ma viene talmente approfondito con dialoghi e monologhi da rendere stucchevole qualsivoglia collegamento veritiero verso di esso.
Per poter sistemare le cose, quindi, Barry decide di tornare indietro nel tempo (letteralmente) e di catturare le particelle che avrebbero innescato la creazione delle tre forze. Un ritorno al passato gestito dal team Flash con l’aiuto di un redivivo Wells (che torna solo all’occorrenza), da un ritrovato Chester (come sempre inutile in ogni altro frangente) e dal fulcro Cisco (pronto ad andarsene a San Francisco con la fidanzata alla prima occasione utile).
L’integrità della linea temporale viene salvaguardata da Wells che garantisce che, con il suo aiuto, l’intervento di Flash nel passato non creerebbe un altro Flashpoint. Già a questo punto si può notare come la trama appaia ormai strutturalmente integra solamente grazie a pezzi di scotch e puntine da disegno. La non creazione di un Flashpoint garantita da Wells non sembra aver alcun senso; Flash si oppone inizialmente alla Speed Force che vuole eliminare le altre “forze”, salvo poi fare la stessa identica cosa, ma in modo diverso; Caitlin diventato un puro e semplice soprammobile; il risveglio di Alexa aiuta a rianimare un po’ la trama, ma l’eliminazione stessa nello scorso episodio aveva lasciato più dubbi che altro quindi questo ritorno non rappresenta un vero e proprio passo in avanti; Iris potrebbe contrastare le altre forze (come per esempio Psych) perché connessa a queste ultime da ignoti collegamenti particellari; Wells che compare e scompare a piacimento e solamente per necessità di trama, non per altro.
Come, esattamente, questo show vuole proseguire la propria storia se la trama continua a presentare più di un semplice buco narrativo? La barca inizia a fare acqua a vista d’occhio e senza dover tirare in causa la problematica delle fuoriuscite dal cast, elemento che potrebbe di fatto sancire l’inabissamento totale dello show.
LA MANCANZA DI UN VILLAIN
L’unico elemento che smuove un po’ l’interesse è rappresentato da Deon (e dalla sua probabile alleanza con Nora), ma per un puro e semplice dettaglio: dopo tanti anni, la Still Force viene rappresentata da una figura che si avvicina ad un villain finalmente credibile. Certo, si tratta di un personaggio oggi ben lontano da Reverse Flash, Zoom o Eobard Thawne, caratterizzati per molte stagioni e progressivamente divenuti pilastri (esattamente come Flash) della narrazione dello show.
Deon, per quanto apparso da poco, aggiunge quel pizzico di interesse che, per esempio, il Mirror Verse non è mai riuscito a trasmettere (si veda, infatti, la melensa conclusione della trama). Deon porta con se un desiderio di sopravvivenza e autoconservazione che lo contrappone fin da subito a Flash, considerata la missione distruttrice di quest’ultimo. Ma si tratta anche della “forza” forse più credibile tra tutte, fatta eccezione per la Speed Force: Psych appare più come misero co-primario, mentre Alexa potrebbe trasformarsi ben presto in una interessante alleata.
Il cerchio si restringe, quindi, e alla Still Force vengono lasciate le redini dell’intera fazione avversaria del team Flash. Un team che continua a perdere pezzi, tra l’altro. Tenuto in considerazione che Allegra e Chester risultano essere intercambiabili, e se uno appare in scena per qualcosa di utile automaticamente l’altro/a viene gettato nel dimenticatoio, del resto del gruppo rimane ben poco: Joe e Cecile a parte qualche spunto comunicativo in dialoghi sparsi qui e là durante la visione poco hanno da dire; Iris alla disperata ricerca di poteri paranormali per farsi bella agli occhi di Barry (in questo episodio ha le “particelle traccianti”); Cisco in procinto di lasciare il gruppo; Caitlin ancora sconvolta dall’abbandono di Frost ed evidentemente sotto effetto di psicofarmaci, altrimenti non si spiega il suo prolungato silenzio durante la puntata.
Still e Speed sembrano propense ad un’alleanza che potrebbe regalare qualche gioia al pubblico ma dolori a Flash in cui soccorso sembra pronta ad intervenire Fuerza (Alexa Rivera). Ma siamo al nono appuntamento e questa sensazione di ritrovarsi all’ennesimo episodio preparatorio di una guerra che forse arriverà, forse no, inizia lentamente a logorare durante la visione e le relative speranze per una stagione, la settima, che doveva rappresentare qualcosa di ben più d’intrattenimento rispetto all’arco narrativo riguardante il Mirror Verse.
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Un piccolo colpo di reni e The Flash raggiunge la sufficienza. Ma che sofferenza.
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.