Taboo 1×05 – Episode 5TEMPO DI LETTURA 6 min

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“Exi, seductor da locum Christo in quo nihil invenisti de operibus tuis; qui te spoliavit, qui regnum tuum destruxit, qui te victum ligavit et vasa tua diripuit”

Il Diavolo è protagonista indiscusso di questa serie, sia esso quello che vive in James Delaney (e che lo qualifica come essere spregevole) e in sua sorella (che la qualifica come donna animata da forze “maligne”) o quello forse ancora più tragico e brutale che guida personaggi come Thorne o l’esorcista. Fin dall’inizio è apparso chiaro che in Taboo non ci sia una linea di demarcazione netta fra bene e male, anzi forse gli schieramenti sono interscambiabili.
Taboo è una serie che confonde; molto lenta e molto scura immerge il suo spettatore in una notte lunga e bestiale, a metà tra due mondi, il nostro e quello selvaggio in cui è rimasto intrappolato Delaney, ancora scosso da allucinazioni. Intricata e complessa la serie stringe insieme più storie, quella misteriosa (cosa è successo a James in Africa? Cosa stanno a significare i tatuaggi sul suo corpo?), quella dell’affaire Nootka, quella incestuoso-erotica tra Delaney e Zilpha, saltando da un argomento all’altro. Così “Episode 5” inanella una storyline dopo l’altra aumentando velocità e interesse quando l’argomento è James con i suoi rapporti col mondo e diminuendoli quando si tratta di terre e tè.
Sullo sfondo si scontrano il mondo delle grandi corti con quello dei postriboli e a ben guardare è proprio il primo a sembrare mostruoso. Chi si staglia tra i due mondi che poi non sono tanto diversi è James che ha una grande dote, saper aspettare, essere uno stratega fine e sagace. Si muove come un animale randagio attendendo che i nemici si sbranino tra loro, tesse la sua tela incastrando le sorti della Corona e della Compagnia delle Indie, di Carlsbad, cioè Lady Musgrave, e dei suoi alleati che preparano polvere da sparo.
Al centro di tutto, punto nevralgico della narrazione c’è il personaggio di Tom Hardy che con il suo corpo imponente rappresenta perfettamente un animale in gabbia, intrappolato nei vestiti “civili” e in un passato sicuramente difficile (il periodo in Africa e la malattia della madre). Un passato che gli sta stretto, che vorrebbe dimenticare ma che gli resta attaccato addosso, basti pensare alle lettere che James brucia di fronte a Lorna, ma tra quelle c’è anche un documento (il trattato stipolato dal padre con un nativo americano riguardo alla proprietà di Nootka) da conservare. E’ sempre in bilico James, questa volta tra ieri e oggi; il personaggio è estremamente complesso e ha avuto una crescita grazie e a causa dei piccoli misteri che sono stati svelati.
Esemplificazione didascalica del buon selvaggio di rousseauniana memoria Delaney mostra razionalità e veemenza, violenza e arguzia, passione e addirittura pietà, è in grado di fare di tutto per un pezzo di terra: proteggere, amare e desiderare la sorellastra, ma anche smembrare un uomo.
Il quinto episodio di Taboo spiega bene questo e soprattutto l’incipit ci è utile a capire la dicotomia intrinseca in James. Tale puntata inizia proprio lì dove l'”Episode 4” ci aveva lasciati: la sfida a duello che non avrà esito tra Delaney e il cognato Thorne.
“Episode 5” si apre con un lento ma inesorabile flusso sulle acque di Delaney e del suo rivale, un ritmo che lavora ad aumentare la tensione, lo stesso ritmo che caratterizza e condiziona la serie intera, e che accompagna al centro del “palco”/ring i due che si scontreranno e noi spettatori. Gelo che sferza i personaggi e umidità che rende nebbioso questo buco di mondo disperato di reietti, siano essi ricchi signori o prostitute, principi o artigiani. Passione e odio muovono e smuovono i due combattenti. James si lascia colpire dal brutale, forse più di lui, cognato, crudele nonostante si senta molto più civile, salva il suo nemico dimostrandogli però che la Compagnia delle Indie lo vuole in vita (la manomissione della pistola di Thorne è testimonianza di ciò) e dimostrando ancora una volta quanto il rivale sia sempre e comunque l’ultima scelta.
E’ interessante notare che se James mette in scena un briciolo di razionalità tra quella miriade di tatuaggi e sotto quel corpo possente, il cognato, colui che dovrebbe essere più “civile”, è ancor più disumano. Non è un caso infatti che molti sono i personaggi che sono dalla parte di James, non è un caso che, nonostante sia il “Diavolo”, comunque molti lo vogliano vivo e gli vogliano bene.
Le terribili sequenze in cui Thorne, scosso, deluso, prima si prende gioco della moglie (il racconto di diverse ipotesi su come è andato il duello) – sollevata per il ritorno del marito ma anche atterrita dal dolore, con le mani sporche di cenere -, poi la picchia con una violenza non minore di quella con cui James uccide i suoi nemici.
Se James si muove come un animale che tenta di proteggere quel pezzo di terra, di arrivare allo scopo con i suoi compagni, utilizzando l’ingegno, comprando l’alleato con la polvere da sparo, dall’altra parte Thorne disprezza e umilia Zilpha, l’unica persona che ha accanto. Mentre James ha un suo rigore e una particolare moralità, dettata dalla natura, Thorne non ha né valori né principi: vuole possedere la moglie nonostante tutto, anche se lei sogna Delaney.
Se le sequenze innumerevoli in cui James compie i gesti più crudeli e violenti sono sopportabili e giustificabili al fine del raggiungimento di un qualcosa, invece ingiustificabile e aberrante appare la violenza di Thorne che mette in atto una barbarie “sofisticata” e “civile”. Le botte alla moglie perché di fatto aveva avuto e ha rapporti con il fratello, le inquietanti immagini dell’esorcismo sembrano espressione di un diavolo vero e reale non di quello che ipoteticamente vive in James.
Uno degli ingredienti più presenti è sicuramente quello erotico-sessuale che spesso tracima nell’incestuoso ma qui c’è qualcosa di più; come spesso capita, ancora una volta, chi ha più potere, in questo caso il prete, proprio in nome della religione, si legga superstizione, sfiora con libido la povera anima perduta. Thorne affida il corpo della moglie alle mani non di un esorcista ma di un uomo che per liberarla dall’incestuoso desiderio la tocca eccitato; ed è ancora più evidente che il civile è evidentemente più animale del selvaggio.
E’ quindi un perfetto finale quello in cui vediamo Zilpha prendere uno spillone e dirigersi verso il sadico marito.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • James e Thorne
  • Zilpha e Thorne
  • La dicotomia insita in James civiltà/bestialità
  • Il cliffangher 
  • La guerra tra la Corona e la Compagnia delle Indie

 

“Episode 5” mette un altro tassello in questo puzzle che ha vari spunti interessanti, come ad esempio quello della duplice natura di James, quello del misterioso e sovrannaturale, ma risulta anche troppo pesante in alcuni frangenti come ad esempio nella parte riguardante gli affari di James e lo scontro tra la Compagnia e la Corona.

 

Episode 4 1×04 ND milioni – ND rating
Episode 5 1×05 ND milioni – ND rating

 

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