È innegabile infatti la parziale delusione che si prova nel constatare la lineare conclusione della caccia all’uomo, un confronto tra quello che si può chiamare Team Kreizler, John Beecham e l’ex Capitano della polizia Connor: due morti, risoluzione fugace e purtroppo poca azione. Si poteva fare di meglio ma si comprende anche la scelta di attenersi allo stile usato fin qua, scelta che però viene pagata a caro prezzo.
Laszlo: “I know who you are. I know what’s been done to you.”
Japheth: “You don’t know anything.”
Laszlo: “Nor does the child. He had nothing to do with what your mother did to you! He’s as innocent as you once were. Killing him won’t rid you of her.”
Japheth: “You think that’s why?”
Laszlo: “[…] Can you hear me, Japheth? What made you kill them? Tell me why, Japheth. Why? Why? Japheth. Japheth. Japheth!”
Nell’insieme, “Castle In The Sky” è facilmente suddivisibile in due o addirittura tre parti: la prima è molto lenta e didascalica, quasi obbligatoria al fine di mantenere intatto il minutaggio prefissato; la seconda è decisamente più movimentata (ma mai veramente ricca d’azione) visto che rappresenta il clou dell’intera stagione; la terza è un classico epilogo con un piacevole spunto finale.
Nessuna di queste tre è esente da difetti ma, tra ciò che si è visto, ci sono almeno due cose che fanno storcere il naso: il depistaggio di Laszlo a cui non segue nessun tipo di lamentela e lo scontro finale che si consuma nel giro di un paio di minuti. Entrambe le scelte narrative sono abbastanza discutibili, vuoi perchè da un lato bruciano in partenza il pathos del momento, vuoi perchè dimostrano un po’ di superficialità nella scrittura. E non basta un John leggermente adirato nella carrozza per far chiudere un occhio.
D’altra parte però c’è anche molto di non detto, lasciato se si vuole alla libera interpretazione dello spettatore ma che punta dritto in una ed una sola direzione: Laszlo. Se da un lato il suo team lo tratta con i guanti visto che è ancora comprensibilmente in lutto per la morte di Mary, dall’altro la mente dell’alienista affascina chiunque gli stia vicino, il che porta automaticamente a concedergli molto più spazio nelle scelte. Nemmeno Roosevelt o Sara aprono bocca a tal proposito. Ecco quindi che il depistaggio assume una ragione scientifica per aver modo di parlare a tu per tu con Beecham, per analizzarlo, capirlo, tanto da arrivare perfino a descriverlo non più come un mostro ma come un bambino ferito (“We set out to find a monster, but all we found was a wounded child.“). E questo è tutto ciò che si riuscirà a ricavare.
L’assenza di un vero happy ending non guasta in generale, si è scelto di dare alla serie un tono riflessivo e non lasciare a nessuno una vera e propria gioia, tutti i personaggi infatti devono venire a patti con una realtà insoddisfacente:
- Laszlo non saprà mai la vera motivazione che ha portato Beecham a diventare un serial killer
- John, pur avendo dichiarato il suo amore per Sara, deve venire a patti con un immobilismo di quest’ultima, sempre più legata alla carriera che ai sentimenti
- Roosevelt sceglie di mantenere una nomea positiva per il defunto Capitano Connor (nonostante il rancore e la verità sui fatti) per un bene maggiore, sia nei confronti della famiglia, sia nel suo stesso interesse
Quindi il variegatissimo trittico composto da Cary Joji Fukunaga, John Sayles & Chase Palmer, pur avendo sei mani a disposizione, si riesce a perdere in un mezzo bicchiere d’acqua lasciando solo il finale come vero punto interessante della puntata. Ed è palesemente un’occasione persa.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Requiem 1×09 | ND milioni – ND rating |
Castle In The Sky 1×10 | ND milioni – ND rating |
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.