The Big Bang Theory 8×22 – The Graduation TransmissionTEMPO DI LETTURA 4 min

Il lavoro degli autori di The Big Bang Theory, oltre che la produzione dei contenuti divertenti in linea con lo stile sit-com, è anche (e soprattutto?) quello del giusto assortimento dei personaggi. Sarà un discorso stantio se siete accaniti lettori delle recensioni di Recenserie su questo show, ma necessario come premessa ad una puntata in cui, ancora una volta, la scelta degli “accoppiamenti” scenici ha avuto un ruolo importante, portando qualche conferma ma anche qualche sorpresa.
Pur partendo con una familiare e sempre apprezzata scena pre-sigla di convivio del gruppo nel soggiorno di Sheldon-Leonard, scopriamo subito che un sottogruppo sarà formato dalla coppia Leonard-Penny e immediatamente ci viene da storcere il naso ripensando a come questo, nelle precedenti puntate, non sia mai stato accompagnato da scene esilaranti o memorabili, se non quando supportati da altri personaggi (Sheldon ovviamente), ma anche guest star come il sempre sia lodato Will Wheaton.
Come volevasi dimostrare infatti, la loro porzione di episodio è stata la più debole, se si esclude l’immagine stampata nelle nostre memorie per sempre di Leonard vestito da “sexy graduate“, calzini e scarpe su gambe pelose annesse, con o senza cinta. L’intervento via Skype per il Graduation Day nel vecchio liceo, infatti, non ha prodotto picchi di comicità o spunti interessanti, adagiandosi invece nello scontato discorso della rivalsa dei nerd sfigati. Per fortuna si sono fermati prima di fargli dire una roba del tipo “guardate che bella ragazza avrete se sarete degli scienziati secchioni!”, anche se ci sono andati molto vicino. Delusione invece per chi si aspettava la telefonatissima scena di una messa alla berlina di Leonard che magari mostrasse involontariamente le gambe nude all’auditorium a fine discorso pensando che la chat fosse chiusa. Avrebbe risollevato il lato umoristico, sebbene un po’ facilone, della scena.
Dall’altro lato (del pianerottolo) invece si consuma una delle più divertenti scenette degli ultimi magri tempi di The Big Bang Theory. Protagonisti ovviamente gli altri tre nerd, partiti prima in coppia con Sheldon e Howard e poi supportati dal grande Raj, per il quale, se mai lo show arriverà a conclusione, si deve assolutamente pensare a uno spin-off dedicato. Sarà la scrittura del personaggio, saranno la mimica e l’accento del suo bravissimo interprete Kunal Nayyar, sarà che non ci siamo ancora stancati delle sue inclinazioni femminili o delle battute a “tema razziale” né, tanto meno, delle sporadiche apparizioni dei genitori, ma in puntate come questa Raj riesce ad oscurare persino l’innata verve comica di Sheldon. Sheldon, che non spicca in questa puntata ma è, comunque, fondamentale per il siparietto con Howard e l’elicottero, si guadagna peraltro la best line della puntata: “E’ la rivolta dei robot! Chiamate la polizia!“.
A conferma di come condizione necessaria e sufficiente per una buona puntata siano le interazioni tra i personaggi originali dello show (i quattro nerd più dirimpettaia) sono la quasi assenza di Bernadette ed Amy, di cui l’ultima addirittura compare solo nella scena pre-sigla – e della cui assenza, chi scrive, non si sarebbe nemmeno accorta, non fosse stato per la scrittura della recensione: magari sono una pessima osservatrice io o magari è davvero arrivato il momento di declassare le due regular a guest star.
In conclusione, tra gag più o meno riuscite, frasi da nerd più o meno memorabili (“There’s two kinds of people in this world: those who call tech support and those who make fun of the people who call tech support“), accostamenti di personaggi più o meno azzeccati, i 19 minuti di questa “The Graduation Transmission” scorrono velocemente e piacevolmente. Essi confermano, inoltre, la nostra opinione che un ritorno agli antichi fasti deve passare per un ritorno alle antiche dinamiche (non intendendo con dinamiche quelle evolutive dei personaggi o delle storyline, ma le interazioni tra di essi), oramai le uniche davvero funzionali a divertire e intrattenere il pubblico, tralasciando quanto di superfluo si sia venuto a creare o a divenire.