The Blacklist 6×02 – The Corsican (No. 20)TEMPO DI LETTURA 4 min

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Move aside, and let the man go through.

Come auspicato, l’assassino Moreau, interpretato da Christopher Lambert, prende il centro della scena. Si sceglie come bersaglio la sede delle Nazioni Unite, niente meno. Da qui nascono il momento migliore e quello peggiore dell’episodio.
Il peggiore è legato all’inseguimento del super criminale, durante il quale si verificano scene da comica finale, una su tutte: Ressler sta inseguendo Moreau, un uomo in grado di far saltare mezzo mondo e si sofferma ad assistere un passante, ferito dal fuggitivo. Per tacere della pessima abitudine hollywoodiana di chiamare a gran voce qualcuno a cui si vuol sparare perché si volti.
Il momento migliore è il discorso di Red alle Nazioni Unite. Anche se nell’aula c’è solo Dembé, si torna ai livelli del monologo One More Time, con il valore aggiunto di un tono molto più brillante e rilassato, per un intervento talmente ricco di citazioni da meritare quasi una lezioncina di approfondimento a parte. Provengono tutte dagli anni ’60 e ’70, perché Red è personaggio retrò. Si va dall’intervento del presidente dell’Unione Sovietica, Kruschev, il 12 ottobre 1960, dove appunto egli si levò una scarpa e iniziò a sbatterla sul bancone, a Timothy Leary, a Cary Grant. Quest’ultimo viene citato come simbolo di uomo che reinventò se stesso: a partire da una brutta situazione famigliare, divenne simbolo di eleganza e signorilità. Come si diceva nella recensione dello scorso episodio, il tema di quante persone si possano essere nel corso di un’esistenza è centrale a questo punto della narrazione. A voler essere pignoli, però, bisognava ricordare anche cosa diceva Cary Grant, parlando dei suoi molteplici divorzi: “Il mio problema è che le donne vengono a letto con Cary Grant e si svegliano con Archie Leach“.
Il monologo ha inoltre il pregio secondario di inframmezzare le scene in cui Lizzie, Ressler e Max cercano di disinnescare la bomba. Se, come sostengono alcuni, il valore di un episodio è inversamente proporzionale al tempo dedicato dai personaggi a disinnescare una bomba, già basterebbe questo. Il tutto, comunque, fa prendere alla puntata toni di umana commedia piacevolmente surreale. Poi arriva il colpo di scena.
Red viene arrestato mentre, banalmente, sta comprando dei pretzel ad un chioschetto. Viene messo in prigione e c’è un’assistente procuratore generale determinatissima a farlo condannare, perché è tempo di elezioni. Nello Stato di New York non c’è la pena di morte, ma per il Concierge del Crimine si potrebbe fare un’eccezione, invocando leggi militari sull’alto tradimento, perché Raymond Reddington era in Marina, o semplicemente perché, come diceva Tom Connolly alla fine della seconda stagione, quando si vuole l’inghippo si trova.
Viene subito rivelato al pubblico come a tradirlo sia stata Lizzie, in una scena dove Megan Boone si mostra decisamente all’altezza della situazione. Anche il personaggio di Jennifer torna subito in carreggiata quando le ricorda che una verità innegabile c’è già, ossia il rapporto creatosi con Red nel corso di questi ultimi anni.
L’agente Keen e la sorellastra giustificano il loro gesto con la necessità di avere le mani libere per indagare meglio. La logica fa qualche grinza, il momento scelto per l’arresto non è ottimale, ma in un contesto, come si diceva prima, di surreale umana commedia, ci può anche stare. Purtroppo, se quando c’era Tom, Lizzie non rinsaviva, adesso con lui morto si è definitivamente bevuta il cervello ha imboccato a tutta velocità una china discendente. Fatto il danno, non resta che contare sulle conoscenze di Red in ogni prigione del pianeta e sulle sue molteplici risorse, anche se restano a piede libero alcuni suoi mortali nemici come Alexander Kirk e Bastian Moreau.
In molti si sono chiesti cosa succederà quando lui verrà a sapere chi l’ha tradito. Quasi sicuramente, non sarà uno spettacolo piacevole. Red è già stato mostrato in momenti di rabbia e stress, ad esempio quando pensava che Lizzie fosse morta e quando scoprì il tradimento di Kate Kaplan. A volte si è arrivati ai limiti del disturbante. Non sarebbe meglio però neanche vederlo apatico e accettare il suo destino senza muovere un muscolo.
Secondo quanto dichiarato in un’intervista dagli showrunner Bokenkamp e Eisendrath, il loro metodo di lavoro nello scrivere le trame di una stagione è sapere da dove si parte, sapere dove si vuole andare a finire e decidere uno o due principali punti di svolta lungo il percorso. Il resto può essere soggetto a modifiche in corso d’opera. Non resta dunque che attendere gli sviluppi futuri.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Discorso di Red alle Nazioni Unite
  • Colpo di scena finale
  • L’inseguimento di Moreau
  • Ressler sbaglia tutto
  • Lizzie si è definitivamente bevuta il cervello

 

Il plot twist arriva del tutto inaspettato e rilancia trame e dinamiche. Questo è un buon indice di salute e vitalità per uno show giunto ormai alla sua sesta stagione. Per il resto, occorre amare il surreale se si vuol continuare a seguirlo anche in futuro. Il voto si alza rispetto alla prima parte della première, non solo per il discorso alle Nazioni Unite, ma per il ritmo generale. Peccato per il calo degli ascolti, dovuto in parte anche alla nuova collocazione oraria del venerdì sera.

 

Dr. Hans Koehler 6×01 4.19 milioni – 0.9 rating
The Corsican 6×02 3.91 milioni – 0.6 rating

 

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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