Negli ultimi giorni è arrivata l’ufficialità: la sesta sarà l’ultima stagione per Vikings, salvo ulteriori sequel, forse già in produzione.
Questa serie era iniziata sottotraccia, sconosciuta ai più, salvo conquistare negli anni un pubblico vastissimo, per diventare poi lo show di punta di History con milioni di fan in tutto il mondo.
Le storie di Ragnar, Lagertha e Rollo, le invasioni vichinghe in Francia e Inghilterra, tutto è stato messo in pericolo con la sciagurata decisione di ampliare, a partire dalla quarta stagione, il numero di episodi che è passato da dieci a venti, facendo perdere freschezza e vitalità alla narrazione, ingolfata da numerose puntate riempitive in cui non succede nulla.
La morte di Ragnar poi, ha dato il colpo di grazia alla serie, visto che per ora non è stato degnamente sostituito dai figli, né da altri personaggi.
Rollo è scomparso dalla trama orizzontale, Bjorn e Lagertha si sono persi in mille sottotrame e love story inutili, Ubbe non è mai sbocciato, come così Alfred, character interessante si ma non al livello di King Ecbert. Il risultato è una serie svuotata completamente dei personaggi carismatici, eccessivamente concentrata su Ivar, senza dimenticare Floki, ridotto ad essere l’ombra di se stesso.
E allora la notizia sopracitata non può che essere positiva, poiché la creatura di Micheal Hirst si è persa ormai da anni ed è meglio che la serie finisca, prima che distrugga tutto ciò che di bello aveva fatto vedere negli anni.
“We should have arranged a sacrifice. We should have made an offering to the gods to appease their anger and ask for their blessing for this new land. Ubbe renounced them in public! And now Ubbe and Torvi wear the cross of the Christian God around their necks. I have to do something for myself. I don’t belong here. I want to take Kattegat back from Ivar.”
Che le cose siano cambiate lo si evince subito: il sogno di Ragnar è realizzato, ma stavolta non ci saranno sacrifici, come era stato con lo splendido rituale guidato da Lagertha, ma Torvi e Ubbe si sottomettono, almeno apparentemente, al cristianesimo, andando a messa e indossandone i simboli sacri. Il personaggio di Ubbe, fino ad ora, è stato quello che ha brillato di meno rispetto al potenziale che aveva e, a quanto pare, adesso gli autori hanno deciso di farne l’erede di Ragnar come coltivatore, visto che alle guerre ci pensa abbondantemente già Ivar. Tralasciando la follia buddista di Hvitserk, peggio della cinese oppiomane che seguiva Ragnar, finalmente Bjorn, character sulla carta destinato a grandi imprese, decide di riprendere in mano la propria vita e con l’ennesima compagna si allea con King Harald, mossa poco furba ma per ora inevitabile che genererà nuovi scontri, visto l’intenzione di Ivar di tornare in Inghilterra.
“I swore upon my life and my God, if with your help we defeated our enemies, that I would honor the pledges made to you by my grandfather, King Ecbert. Here is the treaty giving you, by our royal consent, all the lands that constitute the ancient kingdom of East Anglia.”
Intanto, purtroppo la storyline islandese non solo non decolla, ma torna indietro e continua a basarsi su scontri e rivalità famigliari. Questo torpore narrativo sembrava essersi concluso con “A New God” ma a quanto pare Hirst ha deciso di uccidere definitivamente questo filone narrativo.
Così, “The Buddha” si presenta come una puntata terribilmente lenta, dove tutto è prevedibile, come l’uccisione del fratello di Alfred a causa della madre, e ciò che non lo è risulta poco credibile, come strane conversioni religiose, malattie improvvise o influenze buddiste last minute. Con il precedente episodio lo show sembrava in ripresa e invece questo nuovo appuntamento riporta la serie su livelli mediocri, sperando in un miglioramento negli ultimi quattro episodi.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Hell 5×15 | 1.05 milioni – 0.4 rating |
The Buddha 5×16 | 1.64 milioni – 0.4 rating |
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.