Il caso di giornata prevede di rintracciare un’agenzia di interpretariato per criminali, fondata ai tempi del processo di Norimberga. (Per giudicare degnamente Goering, stando a quanto dice Red).
L’introduzione di un tale elemento realistico farà sicuramente piacere a quanti si lamentano leggendo, per esempio, storie di ragazzi che girano il mondo senza avere il minimo problema della lingua.
Nel contesto, la caccia a questa associazione illegale ha il ruolo importantissimo di far andare avanti la trama orizzontale, fornendo un tassello cruciale per rintracciare Lizzie (assente per il secondo episodio consecutivo).
ARAM MOJTABAI, IL POLIGLOTTA
Quando si tratta di andare in missione sotto copertura, Aram si propone subito. Contrariamente al suo solito atteggiamento umile e persino svagatello, lo fa con baldanza, con tocchi di snobismo quasi fuori personaggio. Si è già visto in passato quanto gli piaccia andare sul campo.
Tutto ritorna però su binari più canonici quando la situazione si complica, l’agente Mojtabai rischia la vita e giunge il classico momento in cui si chiede “chi me l’ha fatto fare?”.
Ora dunque per Aram si prospetta il ritorno in ufficio, con un incarico non meno importante e delicato. Deve infatti provare a decifrare il materiale russo presente nel drive degli archivi Sikorsky, consegnato alla Task Force nell’episodio precedente. Questo non vuol dire che il richiamo dell’avventura non si farà sentire ad una prossima occasione.
ALINA PARK, LA GIUSTIZIERA
L’agente Park non esita a farsi praticamente giustizia da sé, per aiutare un’amica finita in mano agli strozzini. Il suo progetto non riesce fino in fondo, perché non si può avallare il giustizialismo.
Questa sotto trama è la più sacrificata. Lo dimostrano i tagli di narrazione e delle inquadrature, a volte fatti proprio con l’accetta. Tutto avviene in un attimo.
Probabilmente doveva essere più sviluppata, ma ha dovuto cedere spazio al ricordo di Glen. Un indizio potrebbe essere nella numerazione: il numero 126 era Twamie Ullulaq, altro episodio con Alina Park alla ribalta.
Peccato, perché poteva essere un’occasione per approfondire elementi già noti della personalità dell’ultima arrivata nella Task Force. Elementi che la avvicinano a Lizzie, ad esempio l’aggressività degna del gene guerriero. Dovrebbe comunque esserci tempo per rimediare in futuro, dato anche il rinnovo di The Blacklist per una nona stagione.
OMAGGIO A GLEN (E A CLARK MIDDLETON)
Per quanto possibile, il defunto viene commemorato con toni gioiosi.
Lo showrunner John Bokenkamp aveva dichiarato in un’intervista di aver già preparato delle scene per lui, prima dell’annuncio della scomparsa. Sicuramente saranno state sullo stesso tono dell’ultimo episodio dedicato all’uomo della Motorizzazione, consone al personaggio in generale.
Anche l’omaggio è in linea con quanto Glen ha portato alla serie. Parte in modo surreale, ai limiti dell’idiozia, coinvolgendo anche la guest star Huey Lewis. A quanto pare, Glen vantava un’amicizia immaginaria con l’autore della colonna sonora di Ritorno al Futuro e che serviva a giustificare, davanti alla madre, i guadagni derivati dalla collaborazione con il Concierge del Crimine.
Poi però ci pensa Red a rendere serio e sentito il momento, offrendo un monologo come sa fare solo lui alla memoria dell’amico.
“Glen was not afraid. He wasn’t afraid of judgement, of being wrong. He wasn’t afraid of friendship, or romance. A bad joke, a good laugh. He was never afraid of a good time, or bad timing, or consequences. Or of an impossible task, or any kind of danger. And he certainly wasn’t afraid of me. Ever. (…) I wish more people were unafraid like Glen. (…) And I wish it’ll be some time before my memories of him start to fade.“
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Come previsto, questo episodio si rivela ben più di un filler, o di un momento di transizione prima di svolte cruciali. Questo si deve soprattutto alla qualità della commemorazione di un amico scomparso. Anche la trama di giornata, comunque, fa il suo dovere in scioltezza e riservando la sorpresa dell’uso del linguaggio dei segni. Una nuova frontiera nel mondo dell’interpretariato. Nel prossimo episodio dovrebbe tornare in scena Lizzie. Si prospetta quindi una ripresa dello scontro vero e proprio, frontale, fra i due protagonisti della serie.
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).